Vangelo del giorno – sabato 16 Giugno 2018 – don Luigi Maria Epicoco

- Pubblicitร  -

Il Vangelo di Matteo di oggi ci invita a unโ€™igiene delle parole. Delle volte vivere la fede ci mette in un circuito di ragionamenti, di pratiche, di riti, di meccanismi retorici in cui si puรฒ anche perdere il controllo. Dio, cosรฌ, รจ tirato in mezzo per faccende che non centrano molto con Lui, e le nostre considerazioni molto personali dโ€™un tratto diventano teologie dubbie che travestiamo di certezza e di devozione. Un credente non gioca con le parole.

[better-ads type=”banner” banner=”84722″ campaign=”none” count=”2″ columns=”1″ orderby=”rand” order=”ASC” align=”right” show-caption=”1″][/better-ads]

Il suo parlare deve essere molto chiaro e asciutto senza la preoccupazione di tenere contenti tutti: โ€œSia invece il vostro parlare sรฌ, sรฌ; no, no; il di piรน viene dal malignoโ€. รˆ il di piรน che poi alla fine ferisce, crea problemi, giudica, sparla, mette in cattiva luce, mistifica, stravolge.

Aveva ragione la poetessa italiana Alda Merini quando scriveva: โ€œScegli con cura le parole da non direโ€. รˆ lo sparlare, il parlare a sproposito, il voler a tutti costi dire la propria su tutto, il pontificare in ogni occasione, lโ€™ostentare sicurezze e certezze in ogni angolo complesso e problematico dellโ€™esistenza. La fede ci invita a chiamare per nome le cose. A saper dire Si e No davanti alla veritร  o alla menzogna.

Ci invita a misurare il potere tremendamente distruttivo che delle volte possono avere le nostre parole, specie poi quando queste parole vengono da chi dice di appartenere a Lui, di essere Suo, di credere nel Suo Vangelo. Un cristiano dovrebbe parlare poco, e quando parla dovrebbe farlo sempre per dire il bene, per benedire appunto. E se รจ costretto a dire il male lo deve fare facendo sempre molta attenzione a non farlo alla maniera del diavolo che confonde peccato e peccatore.

- Pubblicitร  -

Cโ€™รจ una misericordia anche della lingua e la maggior parte del modo di esprimere la sua misericordia รจ racchiusa in una parola poco frequentata, la parola silenzio. Invidio sempre chi sa mostrare unโ€™attitudine al silenzio. รˆ come una grande sinfonia dove le pause, i respiri, rendono le note piรน chiare, piรน belle, piรน orecchiabili. Chi parla poco e bene rende piรน significativo ciรฒ che dice.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Mt 5, 33-37
Dal Vangelo secondoย Matteo

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซAvete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, nรฉ per il cielo, perchรฉ รจ il trono di Dio, nรฉ per la terra, perchรฉ รจ lo sgabello dei suoi piedi, nรฉ per Gerusalemme, perchรฉ รจ la cittร  del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perchรฉ non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sรฌ, sรฌ”; “No, no”; il di piรน viene dal Malignoยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Altri Articoli
Related

p. Enzo Fortunato – Commento al Vangelo del 23 Dicembre 2025

Il commento al Vangelo del giorno a cura di...

Don Francesco Cristofaro – Commento al Vangelo del 23 dicembre 2025

Vangelo del giorno e breve commento a cura di...

fra Stefano M. Bordignon – Commento al Vangelo del 23 dicembre 2025

Ogni genitore porta nel cuore tante aspettative per i...

Dario Reda – NATALE: CHE PALLE!

In questo video Dario propone una riflessione provocatoria sul...