Vangelo del giorno – 8 Luglio 2023 – don Antonello Iapicca

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Se hai gustato la dolcezza del suo perdono, la tenerezza della sua misericordia, la cura dei dettagli, la sollecitudine e la provvidenza, la pace e la gioia della sua presenza, se hai davvero sperimentato l’amore di Cristo, e in Lui sei stato rigenerato in una vita nuova, nulla di quella vecchia puรฒ farti davvero gola. Digiunare รจ la sapienza che ci slega dalle catene affettive che scambiano il Creatore con la creatura, per vivere ogni momento della nostra esistenza con la pace e la misura, la libertร  e la moderazione che non fa di ogni relazione un assoluto, ma che in tutto attende, dal Cielo, il compimento. E’ questoย “l’abitoย nuovo” dei figli di Dio, il “vino nuovo” delle nozze con cui Cristo sposa ognuno di noi.ย 

IL DIGIUNO E’ DOVE LA SPOSA SI DONA ALLO SPOSO CON L’AMORE CHE LA TRASFORMA NELL’AMATO

I discepoli di Gesรน non digiunano come gli altri, ma per amore e in libertร . Il digiuno cristiano non รจ solo una pratica religiosa in vista di una purificazione.ย Il digiuno dei discepoli di Gesรน รจ memoria. E’ inginocchiarsi dinanzi al Crocifisso e implorare il suo ritorno. E’ una condizione essenziale dell’esistenza, perchรฉ digiunare รจ vivere in pienezza la vita terrena, che รจย giร ย eย non ancora. Lo Sposo รจ con noi, ma, contemporaneamente, non รจ qui, perchรฉ la pienezza รจ riservata al Cielo. La terra รจ un cammino, passi che si susseguono verso la meta, mentre il desiderio di pienezza si acuisce all’avvicinarsi del traguardo. E’ vero che le nostre nozze con il Signore sono indissolubili, eppure vi sono giorni nei quali lo sposo ci รจ tolto. Allora la vita si addentra nel mistero di una compiutezza pregustata ma non ancora completamente assaporata.ย E’ il mistero della Chiesa,ย sposa e vedovaย allo stesso tempo, che esplode di gioia intorno alla mensa eucaristica, ma che digiuna in attesa del compimento; cheย prega,ย perchรฉ โ€œla veraย vedovaย mette la sua speranza nel Signore, e persevera notte e giorno nella preghiera e nellโ€™orazioneโ€โ€ (1 Tmย 5, 5); che per loย per lo Sposo getta ogni avere, gli spiccioli che ha per vivere, perchรฉ Lui รจ la sua vita. Tutto รจ per Gesรน, perchรฉย La Chiesa vive del me

moriale del suo Signore, l’eucarestia, presenza viva del suo Sposo amatissimo, talamo casto dove si unisce a Lui;ย ma sa che la terra รจ solo un passo al cielo; meraviglioso, perchรฉ Lui รจ con lei tutti i giorni sino alla fine del mondo. Ma resta uno spazio e un tempo che la separa dalle nozze eterne, per le quali sa di essere nata. La vocazione di due ragazzi รจ il matrimonio, non il fidanzamento; la vocazione di un ragazzo รจ il presbiterato, non il seminario….

Cosรฌ,ย nel mezzo del banchetto pasquale che, rinnovato ogni settimana, anticipa il suo destino eterno, la Chiesa erompe in un grido di nostalgia e speranza:ย maranathร , vieni, ritorna Signore Gesรน. Il digiuno รจ il nostro maranathร , le lacrime appassionate della Maddalena presso la tomba del suo Signore; รจ l’attesa fatta preghiera che implora lo Sposo perchรฉ torni presto per portarci con Lui, verso il posto che ha preparato per noi. E’ l’offerta dei propri beni per dirgli che non abbiamo alcun desiderio che quello di unirci a Lui per sempre. Presentando il calice nellโ€™ultima cena, Gesรน ha detto:ย ยซIn veritร  vi dico, non berrรฒ piรน del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrรฒ nuovo nel regno di Dioยปย (Mc 14,25).

Dopo quella cena, infatti, lo Sposo sarebbe stato “tolto” ai discepoli, inaugurando cosรฌ il “digiuno” nellโ€™attesa del suo ritorno, quando busserร  alla porta dei suoi, per cenare con loro e servirli nellโ€™eternoย ยซbanchetto delle nozze dellโ€™Agnello ยปย (Ap 19,9). Il nostro digiuno partecipa cosรฌ a quello di Gesรน. E’ una promessa, un appuntamento d’amore, la speranza di bere con Lui il vino nuovo del Regno di Dio.ย Per questo San Paolo scriveva che “il morire รจ meglio del vivere”; chi ha conosciuto Cristo desidera ardentemente il Cielo, la terra gli sta stretta. “Muoio perchรฉ non muoio” diceva Santa Teresa d’Avila, e non era disprezzo della vita.ย Anzi, piรน si vive intensamente la vita piรน si desidera addormentarsi per risvegliarsi in Cielo.ย Piรน la vita รจ perduta per amore, piรน forte รจ l’ansia d’un amore perfetto e definitivo:ย โ€œUomini che hanno in sรฉ un desiderio cosรฌ possente che supera la loro natura, ed essi bramano e desiderano piรน di quanto allโ€™uomo sia consono aspirare, questi uomini sono stati colpiti dallo Sposo stesso; Egli stesso ha inviato ai loro occhi un raggio ardente della sua bellezza.

Lโ€™ampiezza della ferita rivela giร  quale sia lo strale e lโ€™intensitร  del desiderio lascia intuire Chi sia colui che ha scoccato il dardoโ€ (N. Kabasilas). Feriti dal dardo d’amore del loro Sposo, illuminati dal bagliore del raggio della sua bellezza, i figli delle nozze vivono un’attesa di pienezza che nulla puรฒ colmare.ย Amare Cristo รจ l’unica veritร , e chi non ama Cristo sia anatema scriveva San Paolo. Perchรฉ se hai gustato la dolcezza del suo perdono, la tenerezza della sua misericordia, la cura dei dettagli, la sollecitudine e la provvidenza, la pace e la gioia della sua presenza, se hai davvero sperimentato l’amore di Cristo, e in Lui sei stato rigenerato in una vita nuova, nulla di quella vecchia puรฒ farti davvero gola.ย 

Certo, le tentazioni di tornare indietro a cipolle e agli d’Egitto ci accompagnerร  sempre, e la carne ferita dal peccato cercherร  la terra perchรฉ la concupiscenza รจ una forza di gravitร  potente; ma se sei risorto con Cristo cercherai le cose di lassรน, dove si trova il tuo Sposo, perchรฉ il suo profumo รจ inebriante e ti ha fatto venire i brividi, e, innamorato, ne seguirai la scia, con il cuore in gola; ti ha messo i brividi la fragranza che ha spanto quando ha salvato il tuo matrimonio, o quando ha aiutato tuo figlio liberandolo da quella situazione difficile, o quando, durante gli anni di crisi, ha provveduto alla tua famiglia non facendole mancare nulla? Se sei stato perdonato e hai sperimentato la bellezza, la pienezza, la pace, la gioia della vita nuova nella libertร  dell’amore, cercherai di seguirlo dove Lui รจ, ti lascerai prendere da Lui che, attraverso gli eventi difficili e di dolore, viene a cercarti ogni giorno per portarti a posto che ha preparato per te. Se ti senti amato da Lui non puoi non dirgli:ย “Attirami dietro e te, corriamo! M’introduca il re nelle sue stanze: gioiremo e ci rallegreremo per te, ricorderemo le tue tenerezze piรน del vino. A ragione ti amano!” (Ct. 1,4).ย 

Ecco, se la gioia piena รจ riservata alle stanze del re, se le nozze saranno compiute e consumate solo nell’intimitร  celeste, allora si comprende come ilย digiuno siaย laย condizione del cristiano. Cercare qui, nelle persone e nelle cose, il Paradiso รจ cucire una toppa di tessuto grezzo su un vestito vecchio; preoccuparsi idolatricamente del presente e del futuro, significa essere ancora schiavo del nemico, desiderare di soddisfare il principe del mondo gettato fuori dal Paradiso, consumare con lui le nozze di morte e corruzione, la passione e l’aviditร , la cupidigia e la concupiscenza di cui sono fatti gli “otri vecchi”, nei quali รจ inutile versare la vita santa e celeste del “vino nuovo” di Cristo. Ma chi ha camminato nella Chiesa sperimentando il suo amore nei fatti concerti della sua vita; chi รจ “andato” dietro a Lui e “ha imparato cosa vuol dire misericordia io voglio e non sacrifici”, beh รจ stanco dei sacrifici, degli sforzi, desidera abbeverarsi a sazietร  alle fonti della Grazia. La sua vita รจ un “otre nuovo”, costruito con una mentalitร  rinnovata, con il discernimento e la sapienza, che sa leggere in tutto ciรฒ che gli accadeย il digiuno che lo separa dal Cielo; il dolore ad esempio, รจ l’occasione per pensare desiderare le cose di lassรน; un’umiliazione? รจ una carezza dello Sposo che ti vuole per sรฉ, e ti impedisce di dare il tuo cuore a un altro, purificandolo.

Per questo, quando piรน intensa รจ l’esperienza della sofferenza e la presenza assoluta dello Sposo รจ questione di vita o di morte, quando siamo incastrati sul legno della Croce, รจย naturaleย digiunare. Non mangiare, non fumare, non parlare, non รจ cosรฌ solo una pratica ascetica per ingrassare l’uomo vecchio che fa anche della religione qualcosa di carnale.ย Digiunare รจ un’esigenza, un grido dalla Croce, l’eco stesso delle parole del Signore Crocifisso: “Dio mio, Dio mio, Sposo mio perchรฉ mi hai abbandonato?”. Il digiuno sono le lacrime che sperano il suo amore. E’ questaย l’ascesi, l’ascesa al trono di misericordia che sappiamo non deludere mai.ย 

Digiunare รจ lasciare che laย veritร ย prenda il posto delle menzogne, delle fughe e delle alienazioni. La fame che il digiuno suscita รจ la veritร , la nostra realtร , nella quale il Corpo benedetto e risorto del Signore รจ l’unico vero cibo capace di saziarci. Digiunare รจ spogliarci in attesa d’essere una sola carne redenta con il nostro Sposo, nell’ansia del santo e castissimo amplesso, quell’amore eterno per il quale siamo stati creati. E’ la novitร  della vita nuova, di un rapporto nuovo con Dio, non piรน basato sul timore ma sull’amore. Un “abitoย nuovo”, una nuova forma di vita. Un “vino nuovo”, una festa e un’allegria nuove che scaturiscono dall’amore.ย 

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Digiunare in ogni relazione, a casa, al lavoro, nei rapporti d’amore, ovunque, significa non chiedere agli altri quella pienezza che non possono darci; digiunare dalla comprensione, dall’accoglienza, dalle parole quando divengono ingombranti ed inutili, germe di polemica e litigi sterili; digiunare dall’affetto che la nostra carne reclama, guardando e vivendo ogni relazione nell’orizzonte del Cielo, nella consapevolezza che sulla terra la debolezza della carne ci fa vedove cui รจ stato sottratto lo sposo: quando l’altro si fa ostile e non corrisponde a quanto desidereremmo, o quando ci stringe la tentazione di appropriarcene attraverso la sessualitร , il digiuno รจ l’unica via, la veritร  sulla nostra e l’altrui vita, il perimetro dell’incompiutezza che ci fa vigili, prudenti, casti e sobri.ย Anche se felicemente sposati,ย siamo vedove, il nostro vero Sposo non รจ qui, ci precede in Galilea, in un costante piรน in lร  che ci fa uscire da noi stessi per donarci senza riserve nell’attesa della pienezza che solo in Lui potremo trovare.

Le persone che ci sono accanto, anche quelle a cui abbiamo consegnato la nostra vita sacramentalmente, sono immagine e presenza di Cristo, ma circoscritte nei limiti della carne. Digiunare รจ avere e fare memoria di questa realtร . Per questo, il digiuno รจ amore all’altro, cosรฌ come รจ, nel rispetto, pazienza e misericordia.

Digiunare รจ la radice di ogni rapporto vissuto nell’autenticitร  e nella libertร , segnato dalย giร ย eย non ancora,ย la nostalgia struggente di chi cerca Cristo, unico e vero Sposo capace di rispondere pienamente ad ogni desiderio. Digiunare รจ la sapienza che ci slega dalle catene affettive che scambiano il Creatore con la creatura, per vivere ogni momento della nostra esistenza con la pace e la misura, la libertร  e la moderazione che non fa di ogni relazione un assoluto, ma che in tutto attende, dal Cielo, il compimento. E’ questoย “l’abitoย nuovo” dei figli di Dio, il “vino nuovo” delle nozze con cui Cristo sposa ognuno di noi. Per questo, digiunare รจ obbedire a Gesรน, che, per l’intercessione materna di Maria nostra Madre e immagine della Chiesa, anticipa qui sulla terra la sua “ora” celeste. Oggi รจ l’ora di Gesรน; nella situazione in cui siamo, ancora una volta, nella Chiesa, ci dona di gustare il suo Mistero di Pasqua, un frammento prezioso della sua Croce e resurrezione.

Ma occorre obbedire, che รจ l’amore piรน vero: e digiunare, ovvero mettere nelle giare della Chiesa attraverso i sacramenti, l’acqua della nostra povertร  e debolezza, della situazione in cui siamo. Digiuniamo allora, smettiamola di cercare la gioia nell’acqua di passioni, gelosie e compromessi affettivi, la bellezza indossando vestiti vecchi di rancori e invidie. Buttiamola quest’acqua in Cristo, digiuniamo seriamente dai pensieri e dalle parole che ci insinua il demonio, e spogliamoci dell’uomo vecchio per indossare l’abito nuziale, lavato nel sangue dell’Agnello.

La vita di un buon cristiano รจ tutta un santo desiderio. Ma se una cosa รจ oggetto di desiderio, ancora non la si vede, e tuttavia tu, attraverso il desiderio, ti dilati, cosicchรฉ potrai essere riempito quando giungerai alla visione. Ammettiamo che tu debba riempire un grosso sacco e sai che รจ molto voluminoso quello che ti sarร  dato; ti preoccupi di allargare il sacco o l’otre o qualsiasi altro tipo di recipiente, piรน che puoi; sai quanto hai da metterci dentro e vedi che รจ piccolo; allargandolo lo rendi piรน capace. Allo stesso modo Dio con l’attesa allarga il nostro desiderio, col desiderio allarga l’animo e dilatandolo lo rende piรน capace. Viviamo dunque, o fratelli, di desiderio, poichรฉ dobbiamo essere riempiti. 

Sant’Agostino. Commento alla prima lettera di san Giovanni

Eucharistรฒmen: in quel momento lโ€™amico [Rupert] Berger voleva accennare non solo alla dimensione del ringraziamento umano, ma naturalmente alla parola piรน profonda che si nasconde, che appare nella liturgia, nella Scrittura, nelle parole gratias agens benedixit fregit deditque. Eucharistรฒmen ci rimanda a quella realtร  di ringraziamento, a quella nuova dimensione che Cristo ha dato. Lui ha trasformato in ringraziamento, e cosรฌ in benedizione, la croce, la sofferenza, tutto il male del mondo. E cosรฌ fondamentalmente ha transustanziato la vita e il mondo e ci ha dato e ci dร  ogni giorno il pane della vera vita, che supera il mondo grazie alla forza del suo amore. Alla fine, vogliamo inserirci in questo โ€œgrazieโ€ del Signore, e cosรฌ ricevere realmente la novitร  della vita e aiutare per la transustanziazione del mondo: che sia un mondo non di morte, ma di vita; un mondo nel quale lโ€™amore ha vinto la morte.

Benedetto XVI nel 65simo anniversario della sua ordinazione presbiterale

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