Il Vangelo del Giorno, 8 dicembre 2015 – Lc 1, 26-38

Il testo ed il commento al Vangelo del 8 dicembre 2015 – Lc 1, 26-38, Immacolata Concezione – Anno I.

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  • Colore liturgico: bianco
  • Le letture del giorno: Gn 3,9-15.20; Sal. 97; Ef 1, 3-6.11-12; Lc 1, 26-38

Lc 1, 26-38
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Commenti al Vangelo di Lc 1, 26-38

Lc 1, 26-38

Commento di Paolo Curtaz

[ads2]Luca riprende lo schema delle tante “annunciazioni” presenti nella Bibbia. Poco importa come si siano svolti i fatti: così Luca ce li racconta. E ci stupisce. Non la moglie dell’imperatore, o il premio Nobel per la medicina, non una donna manager dinamica dei nostri giorni, sceglie Dio, ma la piccola adolescente Mariam (la bella). A lei chiede di diventare la porta d’ingresso per Dio nel mondo. Cosa direste se domattina vi arrivasse una figlia o una nipote adolescente dicendo: Dio mi ha chiesto di aiutarlo a salvare il mondo? Appunto. Invece Maria ci sta, ci crede e tutti noi non sappiamo se ridere o scuotere la testa davanti a tanta splendida incoscienza, tutti restiamo basiti (noi, razionali figli di Piero Angela) davanti alla sconcertante semplicità di questo dialogo, davanti all’ardire di una figlia di Sion che parla alla pari con l’Assoluto, che gli chiede spiegazioni e chiarimenti. Scegliere Nazareth, un paese occupato dall’Impero romano, ai confini della storia, ai margini della geografia del tempo, in un’epoca sprovvista di mezzi di comunicazione, per incarnarsi, ci rivela ancora una volta la logica di Dio, logica basata sull’essenziale, sul mistero, sulla profezia, sulla verità di sé, sui risultati imprevisti (e sconcertanti).

Commento dei giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)

La festa in cielo.

Sono due i motivi che ci inducono a rassicurare la nostra vita in mezzo alle vicende a volte piene di dubbi e incertezze: Dio mi vuole salvo. Egli non gode della mia dannazione eterna, né del mio abbandono del suo amore. Se dovessi smarrirmi nella vita, egli viene a cercarmi come farebbe un buon pastore per una pecorella che smarrisce. Ma alla fine chi è questo pastore? E’ Dio stesso che attraverso il suo figlio viene a cercare l’umanità. Gesù il Cristo lascia il paradiso, le novantanove pecorelle, per cercare la centesima che è l’uomo, per cercare me, te, tutti, perché vuole condurre a conversione per poterci donare la vita eterna. San Paolo nella Lettera ai Romani prevede l’ingresso in massa degli ebrei nella Chiesa e allora esulta per la grande festa che si celebrerà. Questa festa sarà completa quando tutta l’umanità sarà riunita nel regno di Dio. Nella contemplazione della bellezza di Maria ci sentiamo presi come da una nostalgia di quella innocenza di nostri progenitori. Questa nostalgia susciti in tutti noi un desiderio sempre più vivo nel custodire la nostra vita nella fedeltà alle promesse battesimali e di purificare la nostra coscienza con i mezzi di misericordia che la Chiesa offre alla nostra debolezza. Ci guidi l’Immacolata nella via del pentimento per entrare pienamente e nell’Anno della Misericordia. Noi ne possiamo pregustare la dolcezza vivendo fedelmente la nostra fede fin da ora perché il regno di Dio è in mezzo a voi, dice Gesù.

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