Vangelo del giorno – 5 novembre 2017 – don Antonello Iapicca

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L’INTIMITA’ CON CRISTO NELLA CHIESA CI GUARISCE DAL DEMONE DELL’IPOCRISIAย 

C’รจ qualcuno che non ama farsi riconoscere per ciรฒ che crede di essere? O qualcuno a cui non piace essere stimato per quello che รจ diventato, a prezzo di studi, sacrifici, sofferenze? Nessuno. Un prete? Ma per favore. Magari non cerca di essere chiamato padre o Rabbรฌ, che letteralmente significa monsignore. Ma รจ autentica umiltร ? Perchรฉ si tratta, come al solito, di un’attitudine del cuore, al di lร  dei titoli.ย 

Un prete puรฒ anche dire che no, non vuole essere chiamato padre, che lui รจ l’ultimo, il piรน piccolo, che deve imparare dai fedeli; e giรน voce bassa, sguardo spento, poche iniziative, il minimo sindacale, e poi, fate voi, largo ai laici, io sto dietro, per servire… Bene. Vediamo perรฒ se รจ vera umiltร  o, se per caso non รจ affettazione. E questo vale per tutti, preti, suore, padri e madri, professori o responsabili delle fotocopie in ufficio. Tutti sappiamo usare la carta dell’umiltร , quando quella dell’arroganza non paga…ย 

Vediamo, dunque, l’attitudine che ci sgorga dal cuore di fronte all’umiliazione vera;ย vera, non quella che ci appiccichiamo da soli e che non fa mai male, essendo pura apparenza. Vediamo quando non ti prendono in considerazione, non perchรฉ tu, spontaneamente, hai fatto un passo indietro; no, quando gli altri non ti vedono proprio, e ti accorgi di essere irrilevante.ย 

Vediamo quando non sanno che farsene della tua opinione, o, se te la chiedono, รจ pura scena, visto che hanno giร  deciso tutto senza di te. Vediamo quando la storia ti fa scendere all’ultimo posto, tuo malgrado… Non sale, indomito, un fremito dal profondo del cuore, e ti senti soffocare in un’ingiustizia che non puoi sopportare? ย 
Ma come, io sono un prete da anni, capito?ย Da anni ho “allungato le frange e allargato i filatteri”, messe in ogni dove e a qualunque ora, e chilometri per consolare, aiutare, mamma mia quanto zelo profuso… e ora?ย I giovani sbarbatelli e senza esperienza mi passano avanti.ย 

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Sono sempre stato dolce e disponibile per farmi “salutare” sulle piazze; ho aiutato tanti, ho fatto elemosine e regalato denaro, ho invitato tanti a casa mia per avere da loro i “primi posti nei loro banchetti”; ho sudato la gavetta in seminario, e poi nel ministero, per arrivare a “un posto d’onore” nella parrocchia e nella missione,ย e ora eccomi qui dove nessuno mi consulta… Insommaย chiย sono diventato?ย 

Forse stai solo scoprendo di essere quello che sei sempre stato… Hai cosรฌ pervertito l’elezione e il ministero da usare per te le Grazie e i segni che ti sono stati dati per ricordare la gratuitร  e la misericordia nelle quali fosti chiamato: “perchรฉ sei ambizioso e allarghi queste cose? Forse รจ una tua opera buona? Dio non richiede che si allunghino o allarghino queste cose, ma che si ricordino le sue opere prodigiose” (S. Giovanni Crisostomo). Ti sei appropriato dell’opera di Dio attribuendola a te, per pura vanagloria, esibendola, ricordandola a tutti, facendola pesare, mentre avrebbe dovuto umiliarti e aprirti alla lode e alla gratitudine.

Ma per favore! Guarda che mi sono umiliato abbastanza, sapessi a quante idee e criteri ho rinunciato… Ma questa indifferenza, questa ingratitudine, che cos’รจ?ย Questo “posto” non รจ il mio, non mi si addice,ย รจ troppo indietro, รจ troppo nascosto, qui accanto alla porta di “servizio”…ย 

La veritร  รจ che, come accadde al giovane ricco, anche se apparentemente abbiamo fatto tutto secondo il manuale del bravo e zelante uomo di Dio, non abbiamo fatto nulla con amore, ma tutto per saziare la nostra concupiscenza, per seguire i desideri e gli appetiti della carne, celati sotto una camicia nera con colletto bianco. Cosรฌ come ogni ipocrita nella propria vita, che ha usato l’essere genitore, o coniuge, lavoratore, amico, fidanzata per riempire il vuoto del cuore, dilaniato dalla schizofrenia di dover pensare e decidere da Dio mentre si รจ povere e inermi creature.

L’identitร  che supponiamo di avere, infatti, non รจ questione di titoli. La portiamo dentro, laddove il demonio l’ha deposta avvolta nella bellezza falsa e accattivante della lusinga e della adulazione. Noi l’abbiamo accolta e coccolata durante tutta una vita. Forse anche i genitori hanno pensato di lucidarla e gonfiarla con altre menzogne, del tipo: “puoi fare di piรน, impegnati…”. Ma chi l’ha detto? Tuo figlio ha fatto quello che il suo cuore pigro, indolente ed egoista รจ capace; ha fatto quello perchรฉ non sa soffrire e sacrificarsi: il demonio lo ha ingannato e non puรฒ salire sulla Croce.ย 

E tu che fai? Lo illudi, massaggi l’orgoglio e la vanagloria pensando che cosรฌ si impegnerร  di piรน? Che stolto sei… L’unica salvezza รจ la Veritร . Quella che Gesรน ha annunciato circa gli scribi e i farisei; quindi anche su tuo figlio e su di te, padre ipocrita, e su di me, prete moralista.ย 

Ingannati dal demonio “facciamo tutto per essere ammirati”, cioรจ non facciamo nulla gratuitamente, perchรฉ non abbiamo ancora conosciuto la gratuitร . Viviamo nella legge della menzogna, per questo tutto ciรฒ che diciamo e facciamo รจ artificiale; le relazioni, anche quelle piรน intime, soffrono la superficialitร  e l’estemporaneitร  delle passioni, dei sentimenti, e non hanno radici solide.ย 

Non siamo “maestri”, nรฉ “padri” e nemmeno “guide” perchรฉ non abbiamo l’esperienza dell’essere discepoli, figli e parte di un popolo che ha bisogno di un Pastore buono che lo conduca!ย Pensiamo ancora di aver scelto noi Dio, non abbiamo la consapevolezza di essere stati scelti da Lui gratuitamente e immeritatamente. Per questo รจ tutto uno sforzo, pieno di nevrosi, crisi, stanchezza.ย Sino a che nonย accetteremo questa realtร , galleggeremo sui giorni senza lasciare traccia, come maschere obbligate a recitare a soggetto.ย 

Ingannati dal demonio sulla nostra identitร , su Dio e sulla nostra storia,ย come gli scribi e i farisei, “leghiamo pesanti fardelli,ย difficili da portare, e li poniamo sulle spalle della gente”: dobbiamo fare i “maestri”, i “padri” e le “guide”; ma รจ tutta apparenza, perchรฉ chi lo รจ ha sperimentato per primo quello che trasmette, e non impone nulla! Imponiamo e obblighiamo noi che esigiamo d’essere obbediti, e quindi considerati per quello che ci illudiamo di essere. Infatti, i pesi che carichiamo sugli altri, “non vogliamo muoverli neppure con un dito”.ย 

Sรฌ, ci siamo “seduti sulla cattedra”ย dell’uomo piรน umile della terra, profanandola con la nostra arroganza. Mosรฉ non diceva una parola una che fosse sua; ascoltava e trasmetteva le parole che Dio gli annunciava, restando uno del Popolo, considerandosiย l’ultimoย di tutti, il peggiore; era, infatti, un fuggitivo, un assassino, e lo sapeva bene. E’ la stessa veritร  che tutti ci definisce, quella che il demonio ci ha occultato, incatenandoci alla schiavitรน e alla paura.ย 

Ma oggi Cristo viene di nuovo a liberarci! Coraggio, sei un ipocrita, ma io ti amo. Hai vissuto come una sanguisuga parassita, succhiando vita laddove non ce n’era; non sei riuscito a rianimare l’uomo vecchio, corrotto e moribondo dalla nascita. Ora sei umiliato, e non lo sopporti vero? Bene, รจ il momento favorevole! Convertiti, convertiamoci! Non siamo Dio, tanto meno “maestri, padri e guide”.ย 

Accettiamolo, e iniziamo, una volta per tutte, a seguire davvero il Signore; impariamo ad essere “discepoli, figli e pecore del suo gregge”. Cosรฌ ha fatto Mosรจ, che sapeva d’essere indegno e inadeguato per la missione che gli era affidata, e proprio per questo ha visto Dio con occhio puro e ha ricevuto dalle sue mani la Parola di vita.ย 

L’umiltร  di chi sa di essere l’ultimo peccatore apre il Cielo: infatti,ย “colui a cui รจ dato di vedere la veritร  su se stesso รจ piรน grande di colui a cui รจ stato concesso di vedere gli angeli” (Isacco della Stella).

Nella Chiesa ci รจ proprio dato di vedere chi siamo e chi รจ Dio!ย In essa possiamo cosรฌ riposare finalmente da tanta fatica per dimostrare quello che non siamo. Camminando in essa possiamo scendere dalle nuvole e dalle cattedre dove abbiamo usurpato il posto di Dio, e ascoltare per imparare, mettendoci a fianco, anziย dietroย a tutti quelli che abbiamo fatto soffrire con i nostri moralismi, con le leggi, le regole, gli schemi, i lacci e i ricatti affettivi.ย 

Dietro,ย all’ultimo posto, l’unico adeguato a te e a me: nascosto, vicino allo sgabuzzino, cosรฌ รจ piรน facile prendere gli attrezzi e cominciare a “servire” quelli a cui abbiamo fatto tanto male… Anche quelli che non conosciamo, ma che con l’orgoglio demoniaco, abbiamo scandalizzato e allontanato da Dio. Non ha fatto cosรฌ Cristo con te e con me? Non ci ha “serviti” per strapparci all’arroganza? Non si รจ inginocchiato davanti a noi per lavare ogni peccato, e guarire con l’umiltร  la superbia originale?ย 

La veritร  รจ che non avremmo diritto neanche all’ultimo posto… E’ giร  una grazia immensa, perchรฉ significa comunque fare parte dei suoi discepoli, camminare dietro a Cristo, e non essere scartati. Anzi,ย รจ il posto migliore, quello della libertร , della veritร , della pace, del bambino che tutto lo deve ricevere, perchรฉ di nulla รจ capace.ย 

E’ il posto dove Mosรฉ ha ascoltato la voce di Dio che gli parlava dal roveto ardente; si รจ tolto i sandali, segno di impurezza, perchรฉ era un luogo santo.ย 

L’ultimo posto dell’umiliazione, infatti, รจ l’unico puro, dove dobbiamo toglierci i sandali della superbia che vuol dirigere la propria vita; qui, nel silenzio del mondo, nell’irrilevanza umana, parla Dio. E rivela la veritร  della sua identitร : Io sono colui che sono; e tu sei solo perchรฉ io sono. Io sono Dio, tu no.ย 

E qui, dinanzi a quel roveto che non si consuma, potremo sperimentare la vita autentica, che non muore, quella che viene da Dio, preparata per noi. Qui, all’ultimo posto, รจ gestata la missione, cioรจ il senso della nostra vita che nasce dall’esperienza della gratuitร  dell’amore di Dio.ย 

Allora potremo essere autentici, e andare, balbettando come Mosรจ, ad annunciare quello che abbiamo visto, ovvero la risurrezione di Cristo, e mostrare quello che abbiamo sperimentato, ovvero la vita eterna nel seno verginale di Maria nostra Madre, la Chiesa che ci accompagna e ci aiuta a scendere e a restare nella veritร , all’ultimo posto.

Solo da qui si puรฒ seguire il Signore con semplicitร  e purezza di cuore, senza doppie intenzioni di successo e prestigio. Seguirlo solo perchรฉ Lui mi ama, e questo รจ tutto. Seguirlo perchรฉ mi ha perdonato, salvato, ricreato, e dove andare lontano da Lui?ย 

Sรฌ, siamo figli dell’unico Padre che non delude mai; siamo “discepoli” dell’unico “Maestro” che insegna consegnando la propria vita gratuitamente; siamo “pecore” ritrovate del gregge – la Chiesa, la nostra comunitร  concreta – che l’unico Pastore “guida” ai pascoli della vita eterna.ย 

Riposa, e lasciati amare! Riposa e vedrai che ritroveranno in te la speranza tutti quelli che, a causa dei tuoi ipocriti moralismi, l’avevano perduta. Riposa e fai la volontร  di Dio come Mosรจ, obbedendo alla sua Parola e stringendo il bastone della Croce. Allora vedrai il mare aprirsi dinanzi a te, e potrai condurre alla libertร  la tua famiglia, e tutte le persone che Dio ha legato al tuo ultimo posto, al tuo “servizio” di annunciatore e testimone del suo amore.

don Antonello Iapicca

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 5 novembre 2017 anche qui.

XXXI Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Mt 23, 1-12
Dal Vangelo secondoย  Matteo

1Allora Gesรน si rivolse alla folla e ai suoi discepoli 2dicendo: ยซSulla cattedra di Mosรฉ si sono seduti gli scribi e i farisei. 3Praticate e osservate tutto ciรฒ che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perchรฉ essi dicono e non fanno. 4Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. 5Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattรจri e allungano le frange; 6si compiacciono dei posti dโ€™onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, 7dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati โ€œrabbรฌโ€ dalla gente. 8Ma voi non fatevi chiamare โ€œrabbรฌโ€, perchรฉ uno solo รจ il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. 9E non chiamate โ€œpadreโ€ nessuno di voi sulla terra, perchรฉ uno solo รจ il Padre vostro, quello celeste. 10E non fatevi chiamare โ€œguideโ€, perchรฉ uno solo รจ la vostra Guida, il Cristo. 11Chi tra voi รจ piรน grande, sarร  vostro servo; 12chi invece si esalterร , sarร  umiliato e chi si umilierร  sarร  esaltato.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 05 – 11 Novembre 2017
  • Tempo Ordinario XXXI
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo A
  • Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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