Quanta gente attorno a Gesรน. Quante richieste. Quante domande. Quanta curiositร . Ma cโรจ chi va dritto al cuore come il giovane del Vangelo di oggi: โMaestro buono, che cosa devo fare per avere in ereditร la vita eterna?โ; che tradotto significa: โCosa devo fare per essere felice?โ.
Direbbe un noto cantante โche sintomi ha la felicitร ?โ. Gesรน pare non lasciarsi colpire subito da una domanda del genere. Sa bene che chi vuole essere felice quasi mai fa innanzitutto tutto il possibile. Seguire i comandamenti significa innanzitutto fare tutto il possibile con le proprie forze per essere felice.
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A noi piace la felicitร ma quasi mai piace la fatica che essa comporta. Ma questo giovane sbaraglia Gesรน, lui รจ uno che i comandamenti li ha sempre seguiti fin da piccolo. Non รจ uno che fa propositi ma uno che si impegna, un ragazzo concreto. Gesรน si innamora con uno sguardo di questo ragazzo affidabile: โGesรน, guardatolo, l’amรฒ e gli disse: ยซUna cosa ti manca! Va’, vendi tutto ciรฒ che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimiยป.
Dopo che hai fatto tutto il possibile lโunica cosa che puรฒ renderti felice รจ liberarti da tutto ciรฒ che ti trattiene. Il possesso noi lo cerchiamo perchรฉ ci daโ sicurezza, invece il possesso in realtร ci trattiene dallโessere felici. Ma neanche questo giovane รจ capace di tanto. Non basta essere buoni, serve essere anche liberi per essere felici.
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Il Vangelo mette punto sulla richiesta di Gesรน, non ci fa leggere il versetto successivo, che รจ un finale triste. E lo fa non per occultarci la veritร ma perchรฉ la richiesta di Gesรน la sentiamo rivolta a ciascuno di noi. Come il suggerimento che il versetto successivo lo dobbiamo scrivere noi con la nostra scelta. Il cristianesimo ci insegna che il finale non รจ mai scontato, che non รจ scritto semplicemente da qualche parte, che non รจ consegnato a un copione stabilito ma che รจ dipende invece dalla libertร di ognuno, da quello che ciascuno รจ capace di fare con la penna della propria libertร .
don Luigi Epicoco su Facebook
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 23, 1-12
Dal Vangelo secondoย Matteo
In quel tempo, Gesรน si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
ยซSulla cattedra di Mosรจ si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciรฒ che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perchรฉ essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattรจri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbรฌ” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbรฌ”, perchรฉ uno solo รจ il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perchรฉ uno solo รจ il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perchรฉ uno solo รจ la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi รจ piรน grande, sarร vostro servo; chi invece si esalterร , sarร umiliato e chi si umilierร sarร esaltatoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
