Vangelo del giorno – 11 febbraio 2018 – don Antonello Iapicca

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SALVATI E PURIFICATI DALLA SUPERBIA IN CRISTO POSSIAMO CAMMINARE NELLA VITA NUOVA DELL’OBBEDIENZA E DELL’AMORE

Parole, guarigioni ed esorcismi avevano esteso la fama di Gesรน โ€œal punto non poteva piรน entrare pubblicamente in una cittร โ€. La fama che sgorgava dalla sua compassione. Questa parola traduce in italiano il greco splanxnisthรจis (avente viscere che fremono) che traduce a sua volta lโ€™ebraico rahamin, che rimanda allโ€™amore viscerale di una madre (rehem = utero, seno materno).

La compassione svela dunque il cuore materno di Gesรน, da cui scaturisce un amore capace di accogliere, concepire e generare, dare alla luce, creare e ricreare: la compassione che ha abbracciato il lebbroso.

Reietto, impuro e impossibilitato ad avvicinarsi a chiunque, aveva molto camminato nelle umiliazioni, nei fallimenti e nel dolore. Non aveva nessuno, e quando non si ha nessuno ci si aggrappa allโ€™unico ricordo che non tradisce mai, quello della propria madre. Anche quando si muore sale prepotente sulle labbra la parola โ€œmammaโ€, perchรฉ la morte รจ molto simile alla nascita.

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Per questo la sofferenza spinge, fosse pure inconsapevolmente, verso la propria origine, dove la carne e il cuore si sono sentiti accolti, nutriti, amati. Verso il grembo dove nascevano, intatte, le speranze, e tutto poteva ancora essere.

Il dolore, fisico e spirituale che in un lebbroso sono cosรฌ uniti, รจ attratto da ciรฒ che potrebbe innescare una rigenerazione nella purezza perduta. Perchรฉ, misteriosamente, Cristo attrae tutti nel suo passaggio vittorioso attraverso la morte, per trasformare ogni dolore in una nuova nascita.

In qualche modo, dunque, la โ€œfamaโ€ di Gesรน era per il lebbroso il segno che in quellโ€™Uomo che stava passando vicino a lui si celava un cuore di madre, e per questo poteva infrangere le regole che lo volevano segregato.

In un momento sโ€™era di nuovo accesa la speranza bambina, innocente e audace. E sgorgava proprio dal suo dolore e dalla sua solitudine, che avevano plasmato in lui un cuore umile, lโ€™unico capace di mettersi in cammino verso Cristo.

Per incontrarlo, infatti, il lebbroso ha dovuto percorrere un catecumenato nel quale a poco a poco uscire dallโ€™isolamento e avvicinarsi โ€œaccampamentoโ€. Quanto cammino, e che umiliazioni per uscire da se stesso, dal suo passato di schiavitรน. Non poteva dissimulare chi fosse, doveva โ€œportare vesti strappate e il capo scopertoโ€, e ad ogni passo gridare โ€œimmondo, immondoโ€.

Sรฌ, senza la consapevolezza della propria realtร  non si arriva a Cristo. Eโ€™ necessario accettare di essere peccatori, perchรฉ al posto di quel โ€œimmondo, immondoโ€ si possa gridare โ€œpurificato, perdonato, rinatoโ€. Perchรฉ ogni incontro autentico con Gesรน si realizza in virtรน di un cammino in discesa per immergersi nella sua compassione, che per noi sono le viscere di misericordia della Chiesa, ovvero il fonte battesimale e ogni sacramento che rinnova in noi la Grazia.

Solo lโ€™umiltร , infatti, ci schiude gli occhi nella fede, per riconoscere in Gesรน il volto di Dio. Come il lebbroso che โ€œvenuto a Luiโ€, sapeva di potersi fidare, perchรฉ proprio in Lui era stato creato; la pelle straziata, le membra squassate, non potevano cancellare la veritร : nessuno al mondo gli aveva provocato gli stessi sentimenti e ispirato le stesse certezze.

Lui assomigliava a Gesรน, perchรฉ Gesรน si era fatto simile a lui. Sulla via del Calvario e sulla Croce avrebbe infatti perso le apparenze di un uomo, disprezzato, rifiuto degli uomini, diventando come uno davanti al quale ci si copre il volto (Cfr. Is. 53).

Per questo, nella fede, il lebbroso aveva visto Gesรน come un altro se stesso. Non aveva dubbi, si trovava dinanzi allโ€™uomo dei dolori, che conosce bene il patire, il suo. Cosรฌ รจ sgorgata dal suo cuore lโ€™invocazione come una sincera professione di fede: โ€œSe vuoi puoi guarirmiโ€.

Mi hai amato, pensato e creato Tu, sono tuo, se vuoi puoi ancora avere misericordia; tu conosci le mie sofferenze, come solo una madre puรฒ conoscere. Sono carne della tua carne, e Tu hai il potere di distruggere la morte. Ti prego, distruggila ora in me, tu puoi, se vuoi.

E qui le viscere di Gesรน si commuovono, come per un figlio, per un fratello amato piรน di se stesso, spingendo le sue mani per toccare quelle carni straziate e guarirle.

Nellโ€™incontro con Cristo, il Tempio, il culto, la vita del Popolo Santo, tutto quanto era stato interdetto al lebbroso secondo la Legge, era di nuovo lรฌ per lui, incarnato in Gesรน. Poteva rientrare nella comunione, nella lode, nella vita piena, secondo la vocazione del suo popolo.

Poteva cioรจ โ€œfare tutto per la gloria di Dio, sia che mangiasse, sia che bevesse, sia che facesse qualsiasi altra cosaโ€. Era guarito, non viveva piรน per se stesso. Ecco, proprio dal frutto del miracolo di Gesรน, comprendiamo quanto abbiamo bisogno di Lui. Noi, che viviamo per saziare la nostra carne, e ci ritroviamo soli come i lebbrosi, in questa Domenica siamo chiamati dalla Chiesa a metterci in cammino come il lebbroso, per inginocchiarsi dinanzi alla compassione di Gesรน.

E come accadde a Lui, cosรฌ anche a noi la โ€œcompassioneโ€ giocherร  un bello scherzetto. Ci getterร  nella mischia, nella grande arena dellโ€™evangelizzazione. Ricreati in Cristo, infatti, diventeremo come il lebbroso un Vangelo vivente. Non potremo piรน nasconderci, perchรฉ quello che prima ci separava dagli altri nellโ€™egoismo, sarร  trasformato dalla Grazia. Le membra offerte al peccato saranno strumenti offerti allโ€™amore.

Perchรฉ quando Gesรน guarisce qualcuno รจ sempre per guarirne moltissimi altri attraverso di lui. Coraggio allora, ci aspetta un lungo cammino di conversione, perchรฉ la messe di lebbrosi da mietere nella misericordia รจ davvero grande.

Qui il commento completo

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della VI Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 11 Febbario 2018 anche qui.

Mc 1, 40-45
Dal Vangelo secondo Marco
40Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: ยซSe vuoi, puoi purificarmi!ยป. 41Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccรฒ e gli disse: ยซLo voglio, sii purificato!ยป. 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E, ammonendolo severamente, lo cacciรฒ via subito 44e gli disse: ยซGuarda di non dire niente a nessuno; vaโ€™, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosรฉ ha prescritto, come testimonianza per loroยป. 45Ma quello si allontanรฒ e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesรน non poteva piรน entrare pubblicamente in una cittร , ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 11- 17 Febbraio 2018 2018
  • Tempo Ordinario VI
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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