«Designò altri settantadue e li inviò…» Li inviò davanti al suo volto, è lo stesso volto risoluto con cui s’incammina verso Gerusalemme. Le raccomandazioni che Gesù rivolge loro prima dell’invio sono un invito a essere consapevoli della realtà a cui sono mandati: messe abbondante in contrasto con il numero esiguo degli operai. Il Signore della messe arriva con tutta la sua forza ma la gioia di tale arrivo è ostacolata dal numero ridotto di operai. Di qui l’invito categorico alla preghiera: «Pregate il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe».
L’iniziativa di inviare in missione è di competenza del Padre ma Gesù trasmette l’ordine: «Andate!» e poi indica le modalità da seguire. Si inizia con l’equipaggiamento: né borsa, né sacco, né sandali. Elementi questi che connotano la fragilità di chi è inviato e la sua dipendenza dall’aiuto che riceve dal Signore e dagli abitanti della città . Le prescrizioni positive sono sintetizzate prima nell’accesso alla casa e poi nel successo in città . In ambo i casi non è escluso il rifiuto. La casa è il primo luogo dove i missionari intrattengono i primi scambi, le prime relazioni, valorizzando i gesti umani del mangiare e del bere e del riposarsi come mediazioni semplici e ordinarie per comunicare il vangelo. La «pace» è il dono che precede la loro missione, vale a dire, pienezza di vita, e di relazioni; la gioia vera e reale è il segno che contraddistingue l’arrivo del Regno.
Non bisogna cercare le comodità , è indispensabile essere accolti. Ciò che stupisce in questo invio dei discepoli è che Gesù non chiede di compiere grandi cose, portenti, ma di vivere umanamente i rapporti, infondendo in tutti la fiducia e la speranza che è possibile far regnare Dio nelle nostre povere vite.
Preghiera
Grazie, o Signore, che mi chiami ed invii ogni giorno ad annunziare il Vangelo. Donami uno stile di vita semplice e soprattutto gli stessi tuoi sentimenti di amore e di zelo per la salvezza dei fratelli. Amen.
Impegno
Ad annunciare e testimoniare con la mia vita la buona novella con uno stile povero ed essenziale.
Commento a cura di Suor Aureliana Foti fdz
Il volumetto dal quale è stato tratto il commento è stato curato da don Dino Lanza (cdv@diocesipatti.it) – Centro Diocesano Vocazioni, di Patti (Me).