Sr. Mariangela Tassielli – Commento al Vangelo di domenica 4 Maggio 2025 per bambini/ragazzi

Domenica 4 Maggio 2025 - III DOMENICA DI PASQUA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Gv 21,1-19

Data:

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Mentre prego sul Vangelo che questa terza domenica di Pasqua ci dona, mi viene un sorriso dal cuore. รˆ tutto cosรฌ strano, e a tratti anche un poโ€™ assurdo quello che la parola di Dio oggi ci dona.

รˆ certamente unโ€™esperienza di Chiesa quella con cui ci incrociamo. Lo รจ nella Prima lettura, ma lo รจ anche nel Vangelo. Questo brano รจ un poโ€™ unโ€™appendice al Vangelo di Giovanni, una sorta di seconda conclusione. E ha un suo valore specifico:ย lโ€™evangelista sta dicendo alla comunitร  che Pietro va guardato con un occhio particolare.ย 

Ma se da una parte lโ€™evangelista accende un riflettore che fino a oggi la comunitร  ecclesiale continua a tenere acceso, riservando a Pietro e ai suoi successori un ruolo del tutto speciale, di fatto ci sono alcuni elementi che credo siano fondamentali e che devono arricchire la nostra preghiera, anche e soprattutto in un momento come questo, alle soglie di un conclave e mentre nel nostro cuore vibrano ancora i gesti e le parole di papa Francesco.

Il Vangelo per alcuni aspetti รจ lontano da quella sicurezza e parresia che attraversa le parole di Pietro e degli apostoli a Gerusalemme. Lรฌ sono una spanna avanti, perchรฉ hanno vissuto, sperimentato, toccato il dono del Risorto. Ma qui, nel Vangelo, รจ tutta unโ€™altra storia, e forse รจ la storia piรน umanamente vicina a noi, almeno a quelli di noi che vivono il Vangelo piรน come discernimento quotidiano che accende luci nella coscienza che non come obbedienza cieca, stile veritร  in tasca da poter scagliare contro altri.

Il Vangelo ci porta lontano da Gerusalemme. Ci riporta a casa, lรฌ dove tutto รจ nato. Lungo quelle rive dove il Maestro ha chiamato, parlato, guarito.
Un ritorno a casa?
Un azzeramento di tutto il tempo vissuto insieme?

E se in quegli Undici, in quelle discepole e discepoli del Maestro, rimasti soli a portare vangelo nel mondo, fosse nato il bisogno di tornare alla sorgente?
Di sentir parlare quelle reti giร  una volta abbandonate, di ripercorrere quei sentieri lontani dal tempio di Gerusalemme ma pur testimoni delle opere straordinarie del Maestro crocifisso?
Di ascoltare non le voci di chi in obbedienza a Dio aveva ucciso il suo messia, ma quelle meno quotate degli umili e dei poveri che da quel messia avevano ricevuto pane, pesci, guarigione, vita?

รˆ in quel contesto che ritroviamo Pietro e gli altri.
E sรฌ, รจ vero: Pietro sarร  il chiamato, il confermato, lโ€™inviato con una missione specifica. Pietro sarร  pure colui a cui tutti sono affidati. Ma quel Pietro scelto da Gesรน, quel Pietro confermato nonostante tutto, ci viene consegnato dallโ€™evangelista come colui che da solo non riesce a fare nulla, non riesce neppure a riconoscere il Signore.

E allora, in questa lunga ma fiduciosa attesa del nuovo Pietro, uniamoci come Chiesa, uniamoci in una preghiera corale chiedendo al Padre un nuovo Pietro capace di popololuminoso di Vangelorisplendente di quella fragile umanitร  che sa riconoscere la voce del Signore non dallโ€™alto dellโ€™obbedienza, ma dal basso dellโ€™ascolto; lรฌ dove anche Gesรน ha scelto di stare; lรฌ dove la rivelazione continua, anche silenziosamente, ad accadere.

Per gentile concessione di Sr. Mariangela, dal suo sito cantalavita.com

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