Sr. Mariangela Tassielli – Commento al Vangelo di domenica 11 Giugno 2023 per bambini/ragazzi

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Che cosa celebriamo nella solennità del Corpo e Sangue di Gesù?

Oggi credo che i bambini a messa potrebbe restare un po’ perplessi. Forse accade così anche quando iniziamo a parlare loro della Prima comunione. Quando gli diciamo che ci prepariamo a mangiare il Corpo e Sangue del Signore. Nella loro logica, detta così, sembra di aver a che fare più con una prospettiva degna del migliore cannibalismo che non con amore, bontà, dono.

Ma forse non sono i soli. Anche chi è lontano dalla nostra fede e dalla comprensione del nostro linguaggio potrebbe pensarla così, e restare alquanto perplesso. E poi ci siamo noi! Noi che da anni celebriamo questa solennità in grande stile e “partecipiamo” con fedeltà di quel Corpo e di quel Sangue che sono la nostra salvezza. Noi che a quel dono dovremmo lasciarci andare e da quel dono farci impastare.

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Continuo a chiederlo a me stessa: che cosa celebriamo nella solennità del Corpo e Sangue di Gesù?
Diciamo, e crediamo, che Gesù di Nazaret è il Dio fatto carne, è la nostra possibilità di vedere Dio, di sentire e percepire il suo cuore, di lasciarci attraversare dal suo amore. Verissimo! E infatti la solennità che oggi celebriamo spalanca le porte a una specifica caratteristica di Dio: Dio nutre; e nutrendo sostiene; e sostenendo dà la vita; e la vita è salvezza.

Dio nutre: che meravigliosa certezza! È ciò che Mosè chiede al popolo di ricordare. Quel Dio che fa uscire, poi si prende cura. A quanto pare è la sua logica. Ha fatto uscire i progenitori dal giardino, perché imparassero a desiderare la Vita, e li ha vestiti, prendendosene cura. Ha fatto uscire Israele dall’Egitto, perché sperimentasse la sua presenza e imparasse a contare sulla sua cura, e lo ha nutrito, sostenuto, difeso, accompagnato.

Ha spinto Gesù nel deserto, perché in quanto uomo sentisse il limite delle sue forze e in quanto Dio indicasse nella Parola il vero nutrimento. Ha incontrato le folle fuori da case, città e paesi, dove nulla se non ciò che è condiviso può diventare cibo che nutre. Ha oscurato e fatto tremare la terra e squarciato il velo del tempio, perché fosse chiaro che né la terra né il cielo sono sicurezza, e in quel momento, in un luogo detto Cranio, luogo di condanna e morte, ha spezzato per noi suo figlio, e in suo figlio se stesso.

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Lo ha reso pane, cibo, nutrimento. In quel momento, sulla croce, qualcuno ha visto la morte di un figlio d’uomo e ha accusato l’uomo; altri hanno visto morire il Salvatore, reggitore di mille speranze, e sono fuggiti; altri hanno sentito morire il figlio di Dio e hanno alzato il dito verso Dio.

Ma colui che aveva preso il pane, lo aveva benedetto, spezzato e condiviso, colui che aveva detto: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo», lui offre tutto se stesso, il suo stesso spirito, la sua vita, perché chi di lui si fida possa riceverla con abbondanza.
Ecco, celebrare la solennità del Corpo e Sangue di Gesù significa ricordare a noi stessi che Dio, il Dio comunione, il Dio vitalità, il Dio trinità ed effervescenza d’amore, ci raggiunge sempre e ci nutre. E si fa per noi pane, cibo, sorgente inesauribile di vita e di gioia!

FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.com

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