Robert Cheaib – Commento al Vangelo del 22 Marzo 2020 – Gv 9, 1-41

«Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: “Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?”.

Alcuni dicevano: “E lui”; altri dicevano: “No, ma è uno che gli assomiglia”. Ed egli diceva: “Sono io!”». Quando il Signore cambia una persona, diventa così diversa che chi non è attraversato dallo sguardo del Signore non la riconosce più.

Non riuscendo più a rinchiuderla in categorie predefinite, si limita a pronunciare sentenze e giudizi nei suoi riguardi. La visione non è questione di occhi, ma di cuore. Per questo nel Vangelo di oggi, c’è un cieco guarito, ma tanti ciechi sono troppo accecati nel cuore per riconoscersi tali.

Se il cuore non accoglie la Luce, gli occhi rimangono ottenebrati. Per questo motivo, acquisire una visione spirituale del mondo richiede una ricalibratura del cuore, perché il Signore è una “luce gentile” — come ci ricorda san John Henry Newman — e solo il cuore docile può esserne illuminato e trasfigurato.

Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram

Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.


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