Siamo abituati a leggere la parabola del fariseo e del pubblicano come la contrapposizione, del resto suggerita dall’evangelista Luca stesso, tra chi si esalta pensando di essere giusto disprezzando gli altri e chi invece si umilia perchรฉ sa di essere peccatore, con il ribaltamento finale: chi si umilia viene esaltato, chi si esalta viene umiliato.
Ma, a ben vedere, esteriormente il fariseo non fa alcunchรฉ di male, anzi: fa tutto il bene prescritto, e anche di piรน, e ne รจ grato al Signore. Dal canto suo, invece, il pubblicano si limita a chiedere misericordia a Dio per il male commesso, tra l’altro senza neppure proporsi di non farlo piรน.
Forse in una versione iniziale di questa parabola l’apprezzamento per la conversione del pubblicano non presupponeva nemmeno il contrasto con il fariseo, nรฉ tantomeno il disprezzo del suo agire onestamente secondo giustizia. Forse potremmo cosรฌ scoprire, accanto alla figura del peccatore pentito e giustificato da Dio, quella dell’uomo giusto, che vive la sua fedeltร alla Parola di Dio e che in essa trova la sua salvezza.
Cosรฌ il pubblicano ยซtornรฒ a casa giustificato accanto/insieme/alla stregua dell’altroยป, oppure addirittura ยซa causa dell’altroยป, come la biblista ebrea Amy-Jill Levine suggerisce di tradurre la preposizione “para”: il bene del fariseo copre tutte le malefatte del pubblicano.ย
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Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia e in Filosofia ha conseguito il dottorato in Ontologia Trinitaria – Teologia all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI). ร socio ordinario dell’Associazione Teologica Italiana. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain”. ร docente nelle scuole secondarie della Liguria e di Teologia Fondamentale all’ISSRM di Foggia. ร un Piccolo Fratello dell’Accoglienza.
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesรน. Un’immersione nella storicitร dei Vangeli, Postfazione di Gรฉrard Rossรฉ, EDB 2019.
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