DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI RAGAZZI DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA
Sala del Concistoro
Lunedì, 19 dicembre 2016
[box type=”shadow” ][powerpress][/box]
Cari ragazzi, buongiorno!
Il Natale si avvicina e sono contento di incontrarvi per questo momento gioioso, in cui ci scambiamo gli auguri. Vi ringrazio della vostra visita e vi saluto con affetto. Voi provenite da diverse diocesi italiane, in rappresentanza dell’Azione Cattolica Ragazzi; attraverso di voi, desidero far arrivare il mio saluto e il mio augurio natalizio all’intera famiglia dell’Azione Cattolica Italiana.
A Natale risuonerà l’annuncio dell’angelo ai pastori: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2,10-11).
La nascita di Gesù è annunciata come una “grande gioia” – e tu [si rivolge a uno dei ragazzi], ti ricordavi di questo, una “grande gioia”? -, originata dalla scoperta che Dio ci ama e, attraverso la nascita di Gesù, si è fatto vicino a noi per salvarci. Siamo amati da Dio.
Che cosa meravigliosa! Quando siamo un po’ tristi, quando sembra che tutto vada storto, quando un amico o un’amica ci delude – o piuttosto noi deludiamo noi stessi! – pensiamo: “Dio mi ama”; “Dio non mi abbandona”. Sì, ragazzi, il nostro Padre ci è sempre fedele e non smette un istante di volerci bene, di seguire i nostri passi e anche di rincorrerci quando ci allontaniamo un po’.
Per questo nel cuore del cristiano c’è sempre la gioia. Sempre!
E questa gioia si moltiplica condividendola! La gioia accolta come un dono chiede di essere testimoniata in tutte le nostre relazioni: in famiglia, a scuola, in parrocchia, dappertutto. In questo voi ragazzi dell’Azione Cattolica siete aiutati dal vostro cammino formativo, che quest’anno ha come slogan “CIRCOndati di GIOIA”. E
’ suggestiva questa metafora del circo, che è un’esperienza di fraternità, di gioia e di vita “nomade”. L’immagine del circo può aiutarvi a sentire la comunità cristiana e il gruppo nel quale siete inseriti come della realtà missionarie, che si muovono di paese in paese, di strada in strada “CIRCOndando” di gioia quanti incontrate ogni giorno.
Annunciando a tutti l’amore e la tenerezza di Gesù, diventate apostoli della gioia del Vangelo. E la gioia è contagiosa! E’ vero che la gioia è contagiosa? D’accordo? [rispondono: “Sì!”] Contagiare gioia!
Vorrei darvi un compito. Questa gioia contagiosa va condivisa con tutti, ma in modo speciale – e questo è il compito – con i nonni. Pensate bene a questo: questa gioia va condivisa con tutti, ma in modo speciale con i nonni. Parlate spesso con i vostri nonni; anche loro hanno questa gioia contagiosa.
Domandate a loro tante cose, ascoltateli, loro hanno la memoria della storia, l’esperienza della vita, e per voi questo sarà un grande dono che vi aiuterà nel vostro cammino. Anche loro hanno bisogno di ascoltarvi, anche i nonni hanno bisogno di voi, hanno bisogno di ascoltarvi, di capire le vostre aspirazioni, le vostre speranze. Ecco il compito: parlare con i nonni, ascoltare i nonni.
Gli anziani hanno la sapienza della vita. Per non dimenticare ripetiamo il compito: parlare con i nonni, ascoltare i nonni. Ragazzi e ragazze, tutti! [ripetono insieme: “parlare con i nonni, ascoltare i nonni”] Ma che deboli che siete! Un po’ più forte! [ripetono: “parlare con i nonni, ascoltare i nonni”]. Poi l’anno prossimo vi domanderò su questo, cosa avete fatto…
Contagioso è anche il vostro impegno per la pace. Anche quest’anno avete voluto legare la parola “pace” alla parola “solidarietà”, con un’iniziativa in favore dei vostri coetanei di un quartiere disagiato di Napoli. È un buon gesto, che indica lo stile con cui voi volete annunciare il volto di Dio che è amore. Il Signore benedica questo vostro progetto di bene!
Vedo che vi accompagnano i vostri educatori, i vostri assistenti e i responsabili nazionali dell’Azione Cattolica Italiana. Li saluto cordialmente e li ringrazio per l’impegno con cui si dedicano alla vostra educazione cristiana. A tutti auguro di cuore un felice e santo Natale. A tutti. Estendo questo augurio alle vostre famiglie e all’intera Associazione diffusa in tutte le diocesi d’Italia. Il Signore vi benedica, la Madonna vi protegga. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me.
Il compito era parlare con i nonni e ascoltare i nonni. D’accordo? Ma io non vorrei finire questo incontro senza far memoria di un nonno, che se ne è andato, che il Signore ha chiamato: Don Mansueto [S.E. Mons. Mansueto Bianchi, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Azione Cattolica Italiana], al quale io volevo tanto bene. Che lui, dal cielo, ci insegni a parlare con i nonni e ascoltare i nonni. Aveva un nome bello: Mansueto, un uomo mite, un uomo buono, un nonno buono… Che lui ci insegni! E vi invito a pregare una Ave Maria per lui.
[Ave Maria]
Benedizione
Il compito? [rispondono: “Parlare con i nonni e ascoltare i nonni”]
E l’anno prossimo vediamo…