Paolo de Martino – Commento al Vangelo del 24 Settembre 2023

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Lโ€™ingiustizia di Dio.

Gesรน si sta dirigendo verso Gerusalemme, la sede politica e religiosa dellโ€™ebraismo, e lungo la strada racconta una parabola. Gesรน la dice per gli ebrei che si ritenevano i prediletti, i prescelti da Dio fin dallโ€™antichitร . Loro erano il popolo di Dio e a loro spettava una ricompensa maggiore, un trattamento di favore rispetto agli altri.

Non รจ facile accettare un Dio che anzichรฉ premiare i buoni e castigare i malvagi fa invece ยซsorgere il suo sole sui cattivi e sui buoniยป (Mt 5,45), offrendo a tutti il suo amore. Un Dio del genere sembra ingiusto, come il padrone della parabola narrata da Gesรน.

Prima di continuare amico lettore, ti devo fare una domanda. Sei pronto ad andare in crisi? Sei pronto a rimettere in gioco la tua immagine di Dio? A gustare la novitร  del volto sorprendente di Dio rivelato da Gesรน? Se la risposta รจ no, รจ meglio che ti fermi qui. Se la risposta รจ sรฌ, allora tieniti forte e preparati a leggere.

Operai
La parabola ci porta nella vita quotidiana dei campi in Palestina. La giornata lavorativa era lunga dodici ore, dalle sei del mattino alle sei di sera. Lโ€™attivitร  agricola per eccellenza della zona mediterranea, in una terra sassosa e scoscesa รจ quella della vite.

Matteo non si dilunga molto sul dialogo tra il padrone e i suoi lavoratori. Il prezzo negoziato, un denaro dโ€™argento per un giorno, era una buona paga. Si poteva comprare una decina di pani. Non molto, ma quanto bastava a una famiglia per sfamarsi oggi e tenere da parte un tozzo di pane per domani.

Gli operai che il padrone incontra durante la giornata se ne stanno disoccupati, โ€œargoiโ€, cioรจ โ€œsenza opereโ€. Come mai? Perchรฉ lo fa? Non lo fa per la necessitร  della vigna. Eโ€™ un gesto di pura bontร : lui non ne aveva bisogno, ma loro sรฌ! A costoro il padrone non quantifica un salario, ma promette ยซquello che รจ giustoยป. Ciรฒ crea un effetto di โ€œsuspenseโ€: quanto sarร  la loro ricompensa? A cosa corrisponde un โ€œsalario giustoโ€? Alle ore effettivamente lavorate o a cosโ€™altro?

Non รจ finita. A metร  giornata lโ€™uomo torna di nuovo in piazza e assolda altri operai, e lo stesso fa alle tre del pomeriggio. Il padrone รจ preoccupato dal fatto che ci siano persone senza lavoro.

Giร  fin qua รจ strano ciรฒ che faโ€™, ma adesso arriva lโ€™incredibile: sono le cinque del pomeriggio, manca soltanto unโ€™ora al termine della giornata lavorativa e cosa fa? Va in piazza e prende tutti quelli che trova e li manda a lavorare. Attenzione: mentre con gli altri aveva parlato di un denaro o di โ€œquello che รจ giustoโ€, qui non cโ€™รจ nessun accordo.

Paga
La sera era il momento di dare la paga agli operai (cf. Lv 19,13; Dt 24,15). Entra in scena un terzo personaggio: lโ€™amministratore.

Nel vangelo di Matteo sette volte si dice: ยซVenuta la seraยป. Quando viene sera accade sempre qualcosa dโ€™importante. ยซVenuta la seraยป รจ lโ€™espressione adoperata per lโ€™eucarestia. Matteo sta ricordando ai suoi lettori e a noi che lโ€™eucarestia non รจ un incontro per santi o per giusti ma per tutti quelli che vogliono ricevere lโ€™amore di Dio, che si posa su tutti, perchรฉ Lui vuole darsi a tutti, buoni e cattivi, giusti e ingiusti.

Che cosa succede? Il fattore del padrone paga quelli delle cinque del pomeriggio con un denaro: non รจ una paga, ma un regalo.
Gli operai della prima ora cominciano a mormorare (โ€œgonghyzoโ€), verbo quasi onomatopeico. In Matteo รจ usato solo in questโ€™occasione. Gli operai della prima ora sโ€™indignano per essere stati โ€œfatti ugualiโ€ a chi non ha lavorato il loro stesso numero di ore.
Amico lettore, secondo te il padrone (cioรจ Dio) รจ giusto? รˆ giusto che i primi abbiano lavorato nove ore e ricevano come quelli che ne hanno lavorato una? Non ti fa rabbia? Non ti viene da dire: โ€œMa come!?โ€. รˆ giusto il padrone? Sรฌ ma non secondo la nostra giustizia. Dio ragiona diversamente. Dio non dร  secondo i meriti, Dio ama. Dio non รจ giusto, Dio รจ sovra giusto e la sua giustizia si chiama misericordia.

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Il padrone non guarda a quanto hanno lavorato, a quanto avrebbero meritato, ma a quanto hanno bisogno. Dio non รจ giusto, รจ molto di piรน: รจ buono. Dio ha cuore. Dio vuole che ciascuno viva, si espanda, possa realizzarsi e abbia il necessario. Amico lettore pensa se Dio fosse giusto: chi di noi si salverebbe? Chi di noi potrebbe ancora vivere se Lui ci premiasse secondo la nostra giustizia?

Bontร 
La parabola cโ€™invita ad avere lo sguardo di Dio: se lโ€™operaio dellโ€™ultima ora lo guardo con bontร , se lo vedo cioรจ come un amico, non mi sento defraudato, faccio festa con lui. Eโ€™ questione di bontร  che svela impietosamente la grettezza del mio cuore.

Lo sconcerto verso lโ€™agire di Dio dipende dal posto che ci attribuiamo in questa parabola. Se ci riteniamo lavoratori della prima ora, cristiani esemplari, che danno a Dio tempo, impegno, che credono si debba meritare la sua benevolenza, allora possiamo essere urtati dalla larghezza di Dio. Se invece ci mettiamo tra gli operai dellโ€™ultima ora, accanto ai peccatori, se contiamo sulla bontร  di Dio piuttosto che sui nostri meriti, allora la parabola ci rivela il vero volto di Dio che รจ solo amore, immensa bontร , infinita misericordia: ยซMentre lโ€™uomo pensa secondo misura, Dio agisce secondo eccedenzaยป (Carlo Maria Martini).
Nessuno puรฒ dire al padrone come si deve comportare. Dio ha le sue logiche e non possiamo imporgli le nostre.

Dono
Gesรน ci mette in guardia dal rischio di imbarcarsi con Dio in un rapporto di tipo sindacale. A volte mi fa spavento sentire cristiani convinti di vivere la loro fede come una tessera a punti su cui mettere tanti timbri per meritarsi un bel premio finale. Non siamo sotto un padrone, ma tra le braccia di un padre.

Lโ€™amore non รจ un merito, รจ il dono di chi esce a cercarti a tutte le ore della tua vita, anche quando ti viene la tentazione di dire โ€œormai รจ troppo tardiโ€. Il Dio di Gesรน di Nazareth รจ un padrone che non smette di cercarti fino al tuo ultimo respiro per dirti: โ€œnon sei inutile, servi a qualcosa, vieni con me!โ€.

Ciรฒ che conta non sono i meriti, ma lโ€™accoglienza del dono gratuito di Dio che segue logiche inattese. La logica di Dio, provoca soprattutto chi ama definirsi โ€œreligiosoโ€ o โ€œcredente praticanteโ€.

La bella notizia di questa domenica? Le bilance di Dio sono qualitative, non quantitative. Davanti a Lui pesa il mio bisogno, non la mia giustizia. Non contano i miei meriti, ma la sua bontร .

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