Paolo de Martino – Commento al Vangelo del 11 Maggio 2025

Domenica 11 Maggio 2025 - IV DOMENICA DI PASQUA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Gv 10,27-30

Data:

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Al sicuro nelle sue mani

Seguimi, ha detto il Risorto a Pietro. Seguimi come sei, con la tua fragilitร , con le tue paure, con i tuoi slanci e le tue cadute.
Seguimi, fidati, perdonati i tuoi tradimenti, lasciati raggiungere, lasciati amare.
Seguimi, ha detto il Risorto a Pietro e lo dice, oggi, a ciascuno di noi.

Come il focoso ex-pescatore di Cafarnao, anche noi siamo chiamati a ricentrare la vita su di Lui, il Risorto, il pastore.

Continua dopo il video.

Ci sono delle occasioni della vita in cui ci sembra davvero di essere strappati a noi stessi, di perdere ogni riferimento, di soffocare. Una malattia, un fallimento, un litigio, un allontanamento e tutto cade, tutto si svuota.

Gesรน, oggi, ci lancia un messaggio di speranza e di bellezza.
โ€œLe mie pecore ascoltano la mia voce e mi seguonoโ€.

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In queste poche parole รจ racchiusa lโ€™esperienza viva che i primi cristiani, in mezzo a persecuzioni, lotte, conflitti, maldicenze e difficoltร , facevano: chi ascolta e segue il Signore non teme nulla.
Perchรฉ nessuno ti puรฒ rapire, strappare dalla sua Mano.
โ€œLe mie pecore ascoltano la mia voce e mi seguonoโ€.

La maggior parte delle persone scambia lโ€™udire con lโ€™ascoltare.
Udire รจ percepire un suono: รจ fisiologico. Posso udirti ma non per questo ascoltarti.
Ascoltare, invece, รจ poter sentire quanto, ciรฒ che odo, provoca in me e attorno a me.
Ascoltare รจ porre attenzione, รจ un atto consapevole.

Non si puรฒ diventare adulti, maturi, cresciuti, senza la capacitร  di ascoltare se stessi e lโ€™altro.
Da come ascoltiamo noi ci evolviamo.
Quello che ascoltiamo ci costruisce.
Perchรฉ il nostro orecchio รจ la conchiglia con la quale noi costruiamo il nostro interno.

Ogni giorno udiamo milioni di suoni ma quanto ascoltiamo?
Alcuni santi si sono convertiti di fronte ad una parola ascoltata.
Alcuni di noi, invece, hanno letto la Bibbia intera piรน volte e il vangelo migliaia di volte ma non รจ successo niente.
Perchรฉ?
Udire รจ percepire un suono; ascoltare รจ farlo ri-suonare in noi, che vibri le corde della nostra anima.

E invece noi udiamo tutto: voci che entrano e che escono, ma non si fermano, non creano vibrazioni, non si sedimentano.
Siamo chiusi.
Lโ€™ascolto รจ il nostro primo lavoro, il primo servizio da rendere a Dio e al prossimo, il primo modo per dare allโ€™altro โ€“ sia Dio, sia un fratello โ€“ lโ€™evidenza che esiste, che รจ importante per me.
Amare รจ ascoltare.

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Ma come riconoscere la sua voce?
Come faceva Maria, custodendola e meditandola nel cuore.
ยซGli uomini si chiamano da un silenzio allโ€™altro, si cercano da una solitudine allโ€™altra. E ogni voce viene da fuori. Ma tu, Tu sei una Voce che suona in mezzo allโ€™animaยป (G. Von Le Fort).

In molti dialetti non esiste neppure il verbo ubbidire, sostituito dal verbo ascoltare.
Quante volte il lamento dei genitori ripete: quel figliolo non ascolta; quel ragazzo ormai non ascolta piรน nessuno.
E intendono dire: non ubbidisce piรน a nessuno.
รˆ lo stesso lamento di Dio che riempie la bibbia: ascolta, Israele!
Ascoltare significa ubbidire.

โ€œIo le conosco ed esse mi seguonoโ€œ.
Conoscere per noi รจ sapere chi รจ uno, dove abita, quanti anni ha e cosa fa nella vita.
Ma che conoscenza รจ questa?
Eโ€™ una conoscenza di dati, di informazioni, una conoscenza da carta dโ€™identitร .

Per la Bibbia, invece, conoscere รจ fare unโ€™esperienza, incontrare, sentire, percepire.
Quando un uomo conosce una donna, nella Bibbia, nasce un figlio: hanno cioรจ, un incontro sessuale.
Conoscere รจ sperimentarti, incontrarti.
Ti conosco non perchรฉ so chi sei o dove abiti o cosa fai nella vita.
Ti conosco se ti sento, se avverto ciรฒ che sei dentro, ciรฒ che provi, ciรฒ che vibra in te.
Ti conosco se ti incontro, se colgo ciรฒ che ti abita, ciรฒ che sta in te, ciรฒ che vive in te.

โ€œIo do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperร  dalla mia manoโ€.
Cโ€™รจ una sproporzione, tutta a nostro vantaggio, nel vangelo di oggi, tra ciรฒ che Gesรน fa per noi, e ciรฒ che noi dobbiamo fare per rispondere al suo dono.
Ed รจ piรน importante, per una volta, soffermarci su quanto Gesรน promette.
Lo si fa cosรฌ raramente.

Tutti ci richiamano continuamente al dovere, allโ€™impegno, allo sforzo di far fruttare i talenti, di mettere in pratica i comandamenti, e molti cristiani rischiano di scoraggiarsi per le tante volte che non ce la fanno.
E allora รจ bene, รจ salute dellโ€™anima, respirare la forza che nasce da queste parole di Gesรน: ยซio do loro la vitaยป.

La vita di Dio รจ data, presente dentro di noi come umile seme, che inizia quasi a muoversi nel cuore ogni volta che sfioriamo Gesรน un poโ€™ piรน da vicino (A. Louf).
โ€œLe mie pecore non andranno mai perdute e nessuno le rapirร  dalla mia manoโ€œ.

Arpazo vuol dire rapire, strappare via, prendere, rubare: siamo tutti percorsi da questa paura di essere strappati via.
Eโ€™ la paura e lโ€™angoscia di perdere la propria vita e quella dei cari.

Seguire Gesรน รจ accettare che si frantumi lโ€™illusione di poter avere o possedere qualcosa.
Nulla รจ mio, ma io sono di Dio.
Mi fa male, mi lacera accettare questa veritร ; mi lacera perchรฉ in me cโ€™รจ lโ€™illusione di avere potere su qualcosa.
E, invece, non ho potere su nulla.

Allora io mi sento nel palmo della mano di Dio e lรฌ sono al sicuro, perchรฉ sento che รจ lโ€™unico posto dove mi posso riposare e fidare, dove non ho nulla da temere, nulla di cui aver paura.
A me non appartiene niente, ma io appartengo a Lui, e questo basta.
Dalla Sua mano nessuno potrร  rapirci.

La forza e la consolazione di questa parola assoluta: ยซnessunoยป.
Subito raddoppiata: ยซti rapirร  maiยป.
Cโ€™ รจ un verbo non al presente, ma al futuro a indicare unโ€™intera storia, lunga quanto il tempo di Dio.
Lโ€™uomo รจ, per Dio, una passione in grado di attraversare lโ€™eternitร .

Sรฌ, cโ€™รจ un posto sicuro, cโ€™รจ unโ€™accoglienza gratuita, cโ€™รจ una custodia affidabile. Per te.
Spesso lo diciamo: โ€œSiamo nelle mani di Dio!โ€.
Ma ci crediamo davvero?
Davvero affidiamo la nostra vita alle Sue mani?

Mi viene in mente lโ€™avventura della liberazione di Israele: โ€œEravamo schiavi del faraone in Egitto e il Signore ci fece uscire con mano potenteโ€ (Es 6,21).
Questa mano, quella che liberรฒ dalla schiavitรน i figli di Abramo, รจ la mano che si prende cura di noi.

Di che cosa possiamo aver paura?
Cosa puรฒ farci stare in ansia?
Anche noi abbiamo le nostre schiavitรน: una relazione che non funziona, un lato del nostro carattere che rischia di essere troppo ingombrante nella relazione di coppia, una passione che puรฒ diventare un vizio, un passo che non riusciamo a compiereโ€ฆ
Quella mano puรฒ salvarci da tutto questo, puรฒ ridarci quella libertร  che ci permette di essere uomini e donne autentici e felici.

Mi viene in mente il profeta Isaia:
โ€œSi dimentica forse una donna del suo bambino, cosรฌ da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherรฒ mai.
Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnatoโ€ (Is 49,15-16).

Il nostro nome sta su quella mano, come un tatuaggio indelebile, come un ricordo eterno.
Siamo radicati in Lui, piantati nella sua mano, custoditi dalla sua potente tenerezza.

La bella notizia di questa domenica?
Il Signore รจ Risorto, รจ vivo in mezzo a noi e ci promette che la nostra vita รจ al sicuro nelle sue mani.

Fonte: il blog di Paolo de Martino | CANALE YOUTUBE | PAGINA FACEBOOK

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