Paolo Curtaz – Commento al Vangelo di domenica 30 Aprile 2023

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Pastori, guardiani e cani

รˆ risorto, il Signore.

Inutile cercarlo fra i morti, inutile imbalsamarlo, inutile seppellire Dio.

รˆ risorto, anche in un mondo dilaniato da divisioni e violenza, in una rissa continua, in un odio dilagante, travolgente, inarrestabile, in un Occidente che denigra la pretesa cristiana e la possibilitร  stessa dellโ€™esistenza di un Dio ragionevole e senziente, amorevole e liberante,

รˆ una lunga festa di pietre rotolate, la Pasqua, un evento di massi ribaltati, di definitivitร  rimesse in discussione, di canti funebri interrotti.

Una luce che irrompe potente nelle nostre tenebre, una Parola che ci scuote mentre, tristi, ci lamentiamo dellโ€™assenza di Dio, come i discepoli di Emmaus.

Ma, lo viviamo sulla nostra pelle, ci vuole del tempo per convertirsi alla gioia.

E percorsi interiori, strade dellโ€™anime tracciate dallo Spirito per potersi finalmente arrendere allโ€™evidenza. 

รˆ qui, il risorto. Raggiunge Tommaso. E i discepoli di Emmaus. E noi.

Egli vuole che nessuno vada perduto. Cerca ad una ad una le pecore smarrite.

Smarrite per il troppo soffrire. Per gli scandali suscitati da uomini di Chiesa. Per la nostra stupida inclinazione allโ€™autocommiserazione. Per la paura di morire.

Viene, conosce per nome ciascuno di noi.

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E non รจ come il pastore compassionevole di Luca, che si sfinisce finchรฉ non ha ritrovato la pecora perduta. รˆ muscoloso e determinato, il pastore di Giovanni. 

Pronto a fare a pugni pur di difendere le sue pecore. Pronto a dare la sua vita.

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Entra dalla porta

Entra dalla porta della nostra anima il pastore. Sa come entrare, abita la nostra interioritร , la sua forza รจ nellโ€™amore verso Dio e gli uomini e la conoscenza che ha delle cose di Dio.

Altri si mascherano, ingannano, sono dei mercenari. Ma solo a lui, al pastore, stiamo a cuore.

Quanto รจ vero!

Ancora oggi molti si occupano di noi solo per interesse. Per vendere soluzioni al nostro disagio, per proporci soluzioni improbabili, per manipolarci e ottenere consenso. Per impaurirci e controllarci.

A chi sto davvero a cuore? A chi sta a cuore la mia felicitร , sul serio, in maniera disinteressata, solo per amore? I mercenari fingono di occuparsi di noi ma, in realtร , si occupano solo del loro interesse.

Intendiamoci: nessuno puรฒ agire al posto nostro, nessuno puรฒ occuparsi di noi meglio di noi stessi. 

Siamo noi i capitani della barca su cui viviamo.

Siamo noi i costruttori del nostro destino.

Ma altro รจ farlo seguendo un Maestro: il Signore. 

Altro improvvisandosi per ciรฒ che non si รจ.

Gesรน Risorto che proclamiamo Figlio di Dio, rivelatore del Padre, รจ lโ€™unico che sa dove condurci, lโ€™unico che ci conosce piรน di quanto noi stessi ci conosciamo.

Ci spinge fuori

รˆ la voce che ci permette di riconoscere il pastore.

รˆ la Parola che vibra possente e vera in noi che ci permette di distinguere il vero pastore dai mercenari. Quella Parola che ci scuote, ci scruta, ci incendia, ci scompone, ci innalza, ci rianima, ci svela, ci riempie. Quella Parola che meditiamo, amiamo, celebriamo.

Se la frequentiamo, se la amiamo, non possiamo sbagliare: รจ quella la Parola, lโ€™unica, che ci aiuta a riconoscere il vero Pastore.

Ci chiama per nome, per rassicurarci.

Poi ci caccia, ci spinge fuori.

Fuori dallโ€™ovile, fuori dalle certezze, fuori dalle piccole isole in cui ci siamo nascosti.

Fuori dalle sacrestie, fuori dalla curia, fuori dal nostro piccolo mondo auto-referenziale.

Ma anche fuori dalle nostre certezze incrollabili, dai nostri cammini spirituali definiti e statici, inossidabili e puri. Fuori dalle visioni piccine. Fuori.

Fuori dalle nostre comunitร  per ricordarci che la Chiesa del cuore di Dio abita prima nelle case.

Fuori dai nostri programmi pastorali per ricordarci lโ€™essenziale.

Fuori dalle nostre piccole certezze di fede messe a dura prova dalla paura di morire.

Fuori, in cammino, si riparte.

La porta delle pecore

Al tempo di Gesรน le pecore venivano radunate durante la notte e chiuse in un basso recinto fatto di pietre accatastate. A volte, ad aumentare un poโ€™ la sicurezza, di aggiungeva una fila di rovi spinosi, in modo da impedire ai ladri e ai lupi di accedere e di fare scempio del gregge.

Il recinto, normalmente, sorgeva nei pressi del villaggio e radunava le pecore di numerosi proprietari. A turno, poi, questi si alternavano per la veglia della notte, facevano la guardia: si ponevano nellโ€™unica apertura del recinto di pietre e, seduti, si appoggiavano con la schiena ad uno stupite e con le gambe rannicchiate chiudevano il passaggio: diventavano loro stessi la โ€œportaโ€ del recinto.

Impedivano cosรฌ ai malintenzionati di avvicinarsi.

Sul fare del mattino, quando arrivavano i singoli proprietari, i pastori, bastava la loro voce per svegliare le proprie pecore che, a questo punto, venivano lasciate passare per andare a pascolare.

Gesรน รจ quel pastore che passa la notte a vegliare, accovacciato allโ€™apertura del recinto di pietre, diventando egli stesso la porta che lascia passare solo chi ha a che fare con le pecore e tiene lontano i nemici, i briganti, i ladri.

Fino a quando รจ lui a vegliare, fino a quando รจ lui il custode della porta del nostro cuore no, non abbiamo nulla da temere.

Pastori e guardiani

รˆ lui il Pastore. Lโ€™unico buono, lโ€™unico bello, come abbiamo cantato nel Salmo.

Oggi chiediamo al Signore dei guardiani e dei cani che ci aiutino a seguire il Pastore. Anime belle, anime vere, anime donate.

Il risorto cerca guardiani e cani. Anime innamorate che lo aiutino a condurre, lasciandosi condurre.

Cosรฌ siate, fratelli preti, cosรฌ diventate, fratelli vescovi.

Guardiani e cani che saltano festanti intorno allโ€™unico Pastore.

Guardiani e cani che odorano di pecora.

Guardiani e cani che si inventano lโ€™impossibile, in questi tempi, per esserci.

Che poi siate fragili, incoerenti, a volte burberi, poco importa.

Siate, perรฒ, innamorati.

Per farci innamorare.

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