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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo di domenica 26 Maggio 2024

Domenica 26 Maggio 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mt 28, 16-20

Chiedi in giro

Chiedi pure in giro, informati, spargi la voce.

Tutti hanno unโ€™idea di Dio. per crederci, o per rifiutarlo.

Alcuni fingono di non pensarci, altri lo accusano delle storture che viviamo continuamente.

Altri lo pregano e lo invocano.

Chiedi in giro, perรฒ.

Mai si รจ sentito dire di un Dio che si รจ scelto un popolo, che lo ha stanato, salvato, seguito, che lo ha fatto uscire dalla schiavitรน. Chiedi se sia mai successo che un Dio abbia indicato ad un popolo il segreto della felicitร . Che gli abbia consegnato la mappa per cercarla. Chiedi pure.

Cosรฌ lโ€™autore del Deuteronomio, stupito, ripensa allโ€™esperienza di Israele, il popolo di nomadi che si รจ visto scegliere fra le nazioni per diventare sentinella, per raccontare ad ogni uomo chi รจ veramente Dio.

Non un Dio qualunque.

Non una delle proiezioni delle nostre paure, dei nostri bisogni inconsci, non il garante dellโ€™ordine costituito. 

Un Dio che parla, che dice, che si racconta.

Il nostro Dio.

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Il mio Dio. Il tuo, se vuoi.

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Mt 28, 16-20 | Paolo Curtaz 18 kb 14 downloads

Santissima Trinitร  Dt 4, 32-34.39-40/Rm 8,14-17/Mt 28,16-20 …

Figli non schiavi

Un Dio, dice Paolo, che attraverso lo Spirito si rivela come un Padre e che ci permette di fare esperienza di lui, diventando suoi figli in Gesรน. Una scoperta che non passa piรน solamente per la liberazione da tutte le schiavitรน che portiamo nel cuore, ma dallโ€™essere discepoli di Cristo che รจ morto per svelarci il vero volto di Dio.

Una conoscenza sofferta, che richiede un percorso, un cambiamento, una crescita interiore.

Dio si accoglie, non si conquista. Si scopre, stupiti, non si pretende. Si cerca, umilmente, non si imbraccia come unโ€™arma.

Si ama quando ci si scopre amati, bene amati.

Ma questa conoscenza passa necessariamente attraverso la croce che non รจ, che non รจ mai stata!, esaltazione del dolore, anche quello santo e devoto, ma manifestazione della misura dellโ€™amore con cui siamo amati.

Ma non bastava.

Andate

Gesรน si avvicina ai suoi discepoli.

Ha qualcosa di importante da dire, una missione da affidare.

Si avvicina a loro anche se dubitano. Non vuole i migliori, non sa che farsene dei puri. Vuole figli, non giusti. E ai dubbiosi chiede di andare fra i popoli, non di chiudersi in un recinto sacro e rassicurante, autoreferenziale e stanziale.

Di battezzare ogni uomo nel mistero della Trinitร .

Un Dio che, finalmente, manifesta la sua sorprendente natura.

Un Dio che รจ comunione, relazione, comunicazione, dono di sรฉ, danza, festa.

Non un Dio solitario, sommo egoista bastante a se stesso, immobile nella sua perfezione, statico e distratto.

Dio genera amore che dilaga, si diffonde, contagia.

Questo dobbiamo raccontare.

Che Dio non รจ un bastardo. Nรฉ un cinico. O un sadico.

E quanto lo dobbiamo ripetere a noi stessi e agli altri in questi interminabili tempi di violenza, di vittimismo, di smarrimento. Quanto dobbiamo purificare la nostra immagine di Dio!

E dobbiamo raccontare, a volte anche con le parole, che noi siamo fatti a sua immagine e somiglianza. Che in me cโ€™รจ la Trinitร . Siamo costruiti a sua immagine, Dio si รจ guardato allo specchio per crearci.

Inutile negarci la relazione. Inutile fuggire la comunione. Assurdo negare lโ€™amore.

รˆ faticoso e crocifiggente relazionarsi, certo.

Lโ€™enfer cโ€™est les autres, lโ€™inferno sono gli altri diceva Sartre.

Amatevi dellโ€™amore con cui siete stati amati, chiede Gesรน.

Ma non si tratta di operare una scelta di vita, piรน o meno conveniente.

Ma di assecondare ciรฒ che siamo veramente, nel nostro profondo. Di fiorire.

Insegnando ad osservare

Siamo chiamati ad insegnare. Cosa? Il comandamento dellโ€™amore?

No, siamo chiamati ad insegnare come osservare quel comandamento.

Non siamo nรฉ siamo chiamati ad essere degli insopportabili e saccenti primi della classe che dallโ€™altro calano le loro prospettive. O dei devoti giudicanti. Siamo chiamati noi per primi ad amarci dellโ€™amore del Dio Trinitร  e a raccontare quanto ci sta cambiando la vita, anche nella fatica, nella contraddizione, al di lร  di ogni limite, di ogni peccato.

Non siamo soli in questo compito.

Ci รจ stato ripetuto in queste ultime domeniche, con insistenza.

Lui รจ con noi, per sempre.

Ci รจ accanto, conferma le nostre parole, se le viviamo.

Ci usa come strumento.

Questo รจ il Dio in cui crediamo.

Il Dio che ci ribalta.

Chiedete pure in giro se avete mai sentito niente del genere.

***

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