Paolo Curtaz – Commento al Vangelo di domenica 21 aprile 2024

Domenica 21 Aprile 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 10, 11-18

Data:

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Vocati

Non รจ il pastore tenero di Luca, che prende la pecora smarrita sulle spalle, quello che incontriamo oggi nel vangelo di Giovanni.

รˆ un pastore energico, un guerriero determinato, deciso, combattivo.

Perchรฉ a volte le pecore che siamo vanno cercate lร  dove si perdono.

Altre volte vanno difese dai tanti lupi che incontrano. Persone malvage che vogliono rapirle.

Nessuno ci difende. Chi potrebbe farlo, chi dovrebbe farlo, a volte, lo fa per interesse.

Anche le persone che ci sono piรน vicine, che immaginiamo essere disposte ad aiutarci, ad amarci, ad accoglierci per quello che siamo, senza giudicare, senza innescare dinamiche perverse, succede, si svelano per ciรฒ che sono: mercenari. Ci amano per interesse. 

Interesse anche buono e santo, ma sempre interesse, per avere un qualche tornaconto.

Ci amano sรฌ, ma a patto di amarle.

Aiutano e donano sรฌ, per poi rinfacciare e far pesare quello che hanno fatto.

Lupi e mercenari: con questi dobbiamo fare i conti continuamente.

E noi stessi siamo lupi e mercenari degli altri.

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Ma, vi prego, non cedete al vittimismo.

Non pensate di essere delle povere pecorelle indifese. Non piangetevi addosso perchรฉ nessuno vi capisce. Non sprofondate nella sindrome dellโ€™abbandono che sta duramente minando il nostro equilibrio in questi tempi oscuri.

Diversamente dal nostro approccio naif, il cristianesimo parte dalla constatazione che tutti siamo fango. E che nessuno si stupisce di esserlo. Ma, e questa รจ la buona notizia sconvolgente e luminosa, Cristo ci ha redento, ha spezzato questa catena, ha dato la possibilitร  di permettere alla nostra parte piรน vera, piรน luminosa, di emergere, di fiorire, di innalzarsi.

Si รจ messo in gioco.

Si รจ donato.

Dare la vita

Per cinque volte in poche righe Gesรน spiega come riesce a difendere la nostra vita: dona la sua vita.

Dona.

Donare รจ il segreto per una vita bella come bello (non solo buono) รจ il pastore coraggioso che veglia sul gregge radunato per la notte. Dona la vita, la spende, la spande, la frantuma, la divide, la offre, la riversa su di noi, su di me.

Ma di un amore libero e maturo, adulto e fiorito.

Senza aspettarsi nulla in cambio. Senza giocare ai piccoli, velati ricatti che rischiano di intorbidire anche la piรน bella delle relazioni. Di intossicarla.

รˆ libero, il Signore, perchรฉ vero, perchรฉ centrato su Dio, perchรฉ orientato verso lโ€™essenziale.

Dio รจ la fonte dellโ€™amore che riversa.

Non le sue passioni, le sue emozioni, i suoi sentimenti.

Che, sรฌ, sono illuminati anchโ€™essi dallโ€™amore che deriva da Dio. E illuminanti.

Siamo amati di un amore divino e se ce ne lasciamo riempire diventiamo capaci di amare di un amore divino.

Scoprendoci amati, diventiamo amanti, amabili.

Dare e riprendere

E insiste su un aspetto affatto marginale.

La vita la dร  e poi se la riprendere, la riprende quando vuole.

Un amore maturo sa donare senza lasciarsi travolgere, senza lasciarsi ingabbiare e manipolare.

Troppe volte, fra noi cattolici, persone generose che credono al Vangelo cercano di amare come Gesรน. 

E vengono sbranati. 

Dalle altre pecore, non dai lupi. Portati via. Fatti a pezzi.

Se il gesto di chi ama puรฒ essere carico di buone intenzioni, non sempre chi accoglie questo amore agisce allo stesso modo.

Anzi.

Ne ho visti di cristiani amorevoli restare amareggiati e delusi, feriti e piagati dopo avere fatto esperienze di comunitร . Ne ho visti pretini luminosi ed entusiasti essere sbranati da falsi devoti che vivono nella finzione.

Bene dice altrove il Maestro: Dio comanda di amare gli altri come noi stessi.

Di amare noi, quindi, per primi.

Ma non dellโ€™amore narcisistico ed egotico tanto di moda oggi, no.

Dellโ€™amore libero e concreto che ci deriva da Dio.

Quellโ€™amore definitivamente espresso dallโ€™alto della croce, un amore libero e liberante che attira tutti.

Ti posso amare bene senza lasciarmi impigliare nelle tue spire divoranti.

Ti posso amare bene sapendo che tu, come me, come tutti, porti nel cuore delle ombre.

Gesรน ama bene. Perciรฒ ci puรฒ difendere, anche dal lupo che portiamo nel cuore.

Vocazioni

Oggi la Chiesa prega per le vocazioni.

Ci sarebbe tanto da scrivere. 

Molti dicono: non ci sono piรน vocazioni. Sbagliatissimo: non ci sono piรน cristiani!

Perchรฉ i tanti dibattiti su cosa sia una vocazione, una chiamata, rischiano sempre di perdere di vista lโ€™essenziale: Dio non รจ moralista, non vuole una pia societร  organizzata.

Dio รจ passione, amore travolgente, bruciante, a volte insostenibile. E cosรฌ รจ per chi lo segue.

Prete, suora, famiglia, laico.

Siamo tutti vocati.

A fare esperienza di Dio come siamo. Come siamo.

Al mercenario, dice Gesรน, non importano le pecore. A Dio sรฌ.

A Dio importa di me.

Essere vocati significa farne esperienza.

E raccontare agli altri che anche di loro Dio si occupa.

Tutto qui.

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