Seminatori di querce
Insomma, dai, siamo onesti.
Dopo duemila anni di cristianesimo, dove sono i cieli nuovi e la terra nuova in cui avrร stabile dimora la giustizia? Dove la salvezza se stiamo assistendo, inorriditi e impotenti, alla guerra fra due nazioni cristiane? Dove il Regno se lโordine mondiale mette al primo posto il guadagno (anche fra popoli evangelizzati da secoli)?
E, nelle nostre parrocchie spaesate, dove i frutti di tanta semina, della catechesi ai fanciulli, degli oratori? Dove gli sposi cristiani? Dove la profezia di un mondo diverso nelle nostre relazioni, nei nostri gruppi e movimenti?
E abbiamo lโimpressione che sia tutto inutile. Solo una minima parte della semina porta frutto.
Bene: siamo in buona compagnia.
Sono le domande che si poneva la comunitร di Matteo, travolta dalla repressione dellโImpero romano che era giunta a distruggere il tempio. Una catastrofe, la fine di un mondo, anche di un mondo di fede: Dio era stato apparentemente sconfitto dallโaquila romana.
Matteo, come risposta, propone alla sua comunitร scoraggiata, e alla nostra, la parabola del seminatore. Propone di vedere le cose dal punto di vista di Dio.
Ecco: il seminatore uscรฌ a seminare.
Il seme
Al centro della parabola Gesรน pone il seme: รจ lui il protagonista, tutti i verbi usati nel breve racconto hanno come oggetto proprio il nostro seme. Seme che รจ la Parola rivelata dal Padre per bocca di Gesรน e poi accolta e ritrasmessa da Matteo alla sua comunitร e da questa al mondo.
Il messaggio รจ chiaro: il seme agisce da sรฉ, a prescindere, รจ efficace al di lร della bravura del seminatore o della qualitร del terreno, come la pioggia che scende dal cielo e feconda la terra.
- Pubblicitร -
Se รจ sotto gli occhi di tutti che per tre quarti delle volte la semina รจ destinata a fallire, รจ altrettanto vero che una volta su quattro il risultato รจ stupefacente, ben al di lร delle aspettative.
La parabola รจ un incoraggiamento, un invito alla fiducia, uno sguardo positivo sulla realtร .
Racconta la logica di un Dio che lascia liberi di accogliere e di ascoltare il suo messaggio.
Oppure di rifiutarlo. O di accoglierlo parzialmente, per poi lasciarlo inaridire e morire.
Il terreno
La Parola viene gettata a piene mani. Da Dio, da Cristo, da noi discepoli. Magnifico.
Poi, che accade?
Il racconto viene ripreso piรน avanti, in una specie di appendice al testo, una spiegazione privata ad uso dei discepoli da parte di Gesรน. Una sorta di omelia ante litteram.
La parabola, allora, diventa quasi unโallegoria e lโincoraggiamento diventa un avvertimento.
Se sei un annunciatore resta sereno. Keep calm e lascia agire il seme.
Ma, prima di essere evangelizzatore e discepolo, sei uno che accoglie la Parola, sei il terreno: stai dunque attento a come accogli.
Guarda il tuo cuore: prima accogli, poi annuncia. Perchรฉ annunci solo ciรฒ che accogli.
ร Gesรน stesso a parlarne e a spiegare le sue parole.
Il seme cade sulla strada, su un cuore indurito. Indurito perchรฉ calpestato da molti.
Gesรน non entra nel dettaglio, constata che ci sono dei cuori apparentemente impermeabili a qualunque sollecitazione di fede, incapaci anche solo di lasciare che qualcosa scalfisca le loro incrollabili certezze. Sanno. Di Dio, della fede, dei cristiani. Sanno. Non hanno bisogno di nulla.
Su questi cuori il seme rimbalza. Poi viene Satana e lo porta via, come un corvo che cala sulle granaglie. Da brividi.
La Parola che cade sulla strada รจ destinata a sparire.
Un cuore indurito, pietrificato, asfaltato, รจ impermeabile alla Parola e, quindi, a Dio.
Apparentemente รจ impossibile da cambiare.
Non per Dio, che semina anche sullโasfalto. Insiste, lโinguaribile ottimista.
Poi
Gesรน continua: se il seme trova anche solo un briciolo di terra, germoglia.
Ma ha bisogno di costanza, per crescere. Cosรฌ accade ad alcuni discepoli.
Subito accolgono la Parola: con entusiasmo. Ce ne sono di persone cosรฌ, adulti che riscoprono la fede grazie ad un viaggio, ad una giornata di ritiro, ad unโamica credente che li coinvolge. Ed รจ bello vedere nel loro sguardo lo stupore di scoprirsi amati da Dio e la voglia di conoscere.
Il primo cuore รจ indurito. Il secondo รจ incostante.
La fede diventa una parentesi della vita, anche felice, certo, ma una parentesi.
Ha ragione, Gesรน: il seme va coltivato, va protetto dal sole troppo caldo, dalle intemperie.
La Parola va custodita, approfondita, meditata, pregata.
Gesรน continua. Diversa รจ la situazione di chi ha costanza, di chi accoglie la Parola e la custodisce ma intorno a lui crescono altri interessi che si ingrandiscono e, alla fine, soffocano la Parola che rimane, ma non porta frutto. ร presente, ma inutile.
Sopraggiungono le preoccupazioni del mondo, il pre-occuparsi, lโoccuparsi prima, anzitempo; ed invece di vivere il momento presente, di assaporare il tempo, lo amplifichiamo, lo estendiamo, e cosรฌ la preoccupazione continua contagia la nostra vita e la nostra anima. E la soffoca, come una pianta infestante.
E anche la bramosia soffoca il seme, cioรจ il desiderio smodato, auto-referenziale, fuori controllo. Dei soldi, della casa, del cibo, del sessoโฆ Ogni cosa rischia di diventare un idolo e di ingigantirsi fino a prendere il controllo di noi stessi, fino a mettere ai margini la nostra anima.
Ma esiste unโultima possibilitร . Meno male.
Frutti
Il tono della parabola cambia. ร un finale colmo di speranza.
Esiste un terreno buono che accoglie e porta frutto, tanto frutto. In cui la Parola scava i cuori, cambia la vita, modifica le scelte. Converte.
E produce un gran raccolto: trenta, sessanta, cento per uno. Gesรน usa unโiperbole per indicare che il seme produce molto piรน di quanto immaginiamo o speriamo.
Ed รจ proprio ciรฒ che accade: a fronte di tanto insuccesso, agli occhi degli uomini, resta il fatto che milioni di persone, accogliendo il vangelo, hanno radicalmente cambiato la propria vita.
Noi fra questi. Io, fra questi.
Chi รจ il terreno buono? Chi si รจ ritrovato nei terreni precedenti, meditando la parabola. Chi, leggendo, ha ammesso davanti al Dio di ogni tenerezza di essere impietrito, asfaltato, di avere un cuore scostante. Chi ha sentito il desiderio immenso di portare frutto, di diventare terreno fecondo che fa fiorire la vita.
Vale la pena di riflettere su questo aspetto: leggere la nostra vita, le nostre vicende, il nostro passato per vedere quanto lโincontro col vangelo ci abbia cambiati. E anche noi possiamo dire che avere accolto il vangelo della nostra vita ha comportato qualche rinuncia. Ma ci ha dato cento volte tanto (Mt 19,29).
Viviamo tempi difficili, pare.
Ma straordinari. Di veritร , di conversione, di passione.
Brucia, Cristo, nei nostri cuori.
Siamo seminatori di querce alla cui ombra non riposeremo.
***
Io ci sono e sono con voi. Ogni giorno alle 20 (Alle 21 la domenica) sui miei canali Facebook e Youtube non mancate la piccola lectio #FTC per far crescere la fede e la speranza.
Lโevangelizzazione continua con i webinar ogni alle 21: In principio, Commento a Gn 1 e 2 (3 incontri in diretta o differita). A seguire 5 incontri sul Credo. Li puoi acquistare su passaparola.org.



