Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 9 Marzo 2022

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Ci sono segni e segni. Quelli che chiediamo con insistenza affinché Dio batta un colpo. Una sorta di manifestazione di esistenza (Dio se esisti fai che) normalmente urgente quando qualcosa nella nostra vita non funziona o temiamo possa andare male.

Richiesta legittima, abbastanza, a patto che sia rivolta ad un Padre e non a un despota da corrompere. E poi ci sono i segni che Gesù stesso ci ha donato, la Parola, la predicazione, i segni efficaci della grazia che per noi cristiani sono i sacramenti.

I segni che chiediamo ricattando Dio, manifestando una visione della fede ancora acerba e superstiziosa, lo dice il Signore, non vengono nemmeno ascoltati. Perché sbagliano indirizzo. I segni che impariamo a cogliere, come la saggezza di Salomone o la predicazione del pavido Giona, invece, diventano opportunità per spalancare il cuore all’accoglienza di Dio.

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E di segni questa quaresima trabocca, non ve ne accorgete?