Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 7 Giugno 2023

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Ci sono persone che pensano a Dio come se fosse un trapassato. Una bella persona, amorevole, lodevole, rispettabile, ma pur sempre un cadavere, una mummia al di sopra delle nostre scelte, qualcuno che non ha โ€” sul serio โ€” a che fare con noi, con i nostri problemi, le nostre fatiche.

Una sorta di dio feticcio, da tenere su uno scaffale, chiuso dentro i templi, limitato alle questioni “religiose” o che tali consideriamo. Oppure lo rendono tale, morto e sepolto, brigando per far dire a Dio ciรฒ che invece pensano loro, manipolandolo, piegando Dio ai propri interessi di parte. Cosรฌ sembrano fare i sadducei, fieri tradizionalisti che ridicolizzano le nascenti teorie sulla risurrezione e la sopravvivenza delle anime, fieri custodi delle origini della fede ebraica, e che disprezzano le novitร  portate dai devoti farisei.

Cosรฌ questi santi tradizionalisti, credendosi particolarmente arguti, pongono a Gesรน l’arzigogolato caso della vedova che, per ottemperare alla (per noi orribile) norma del levirato, avrebbe dovuto dare un figlio a uno dei fratelli del defunto. Al caso della vedova ammazza-mariti Gesรน, con incredibile pazienza, replica citando la Scrittura, e proprio il pentateuco, l’unico accettato dai sadducei, facendo una lectio dell’apparizione di Dio nel roveto ardente. Parlando al presente di Abramo, Isacco e Giacobbe, Dio si rivela come il Dio presente, dei vivi, perchรฉ i patriarchi, in lui, sono vivi e vegeti, non come Dio dei defunti.

Il nostro รจ il Dio dei viventi, che ama e gioisce se viviamo in pienezza, che รจ datore e fonte della vita, che tutto ha creato nel bene e nella luce. Ogni volta che viviamo con intensitร  e veritร , con gioia e per amore gli diamo gloria, gli rendiamo testimonianza. Troppe volte diamo agli altri l’idea che il cristianesimo viva di mortificazioni quando, in realtร , si nutre di vivificazioni.

Colmiamo questa giornata di vita per rendere testimonianza al nostro splendido Dio!

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โœ๏ธ Commento al brano del Vangelo di: โœ Mc 12,18-27

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