HomeVangelo del GiornoPaolo Curtaz - Commento al Vangelo del 6 Marzo 2024

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 6 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 5, 17-19

Ci sono due eccessi che ci ostacolano nella vita di fede. Il primo è un’eccessiva rigidezza di chi applica le regole, le norme come se fossero Dio stesso, di chi pensa che solo rispettando certe regole, i comandamenti, si possa essere graditi agli occhi di Dio.

Siamo onesti: è una visione naturale che portiamo nel cuore, in cui Dio diventa il garante dell’ordine morale, ma che Gesù ha superato con la sua misericordia e la sua compassione. Il secondo eccesso è il contrario del primo, quello di pensare che ora che Gesù è venuto ogni regola sia stata abolita e che conti soltanto l’emozione, il sentimento, e che alla fine della fiera Dio perdona tutti, comunque, sempre, ovunque.

Cosa vera, ma non è questo il problema. La regola, la norma, nella visione biblica, è una sorta di indicazione: come dicevano i rabbini, i comandamenti sono la siepe che costeggia la strada che ci porta alla felicità. Perciò seguire i comandamenti, per quanto possibile, cercare di farne la bussola che orienta il nostro percorso, è una cosa saggia, perché i precetti ci conducono a Dio e soprattutto ci conducono alla verità di noi stessi.

- Pubblicità -

Il peccato è male perché ci fa del male: Dio sa, perché ci ha costruiti, perché ci ha creati, cosa ci rende veramente felici. Allora abbiamo tutti interesse a seguire una regola di vita, non in maniera ossessiva, non ossessionati dalla coerenza, ma sapendo che, fidandoci di quello che il Signore ci chiede, possiamo raggiungere veramente la felicità.

No, Gesù non è venuto a cambiare neanche una virgola di quello che Dio ha detto al popolo di Israele, ma a riportarlo alla sua origine, alla sua pienezza. La sua proposta è un ritorno alle origini, senza infilarci nei meandri dei codici e dei codicilli, senza perderci nelle praterie dell’improvvisazione emotiva.

Le indicazioni che Dio ha dato al popolo di Israele e che Gesù vuole riportare al nativo splendore, sono la forma che diamo all’amore, il modo concreto di manifestare la nostra fiducia nel Dio felice che ci vuole felici.

- Pubblicità -

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO DEL GIORNO

Articoli Correlati