Se abbiamo il coraggio di fermarci per qualche istante e di guardare con il cuore a quanto stiamo facendo, alla festa che prepariamo con gioia e costanza, non possiamo che fare nostra la testimonianza che Gesù rende al Padre. Benedetto sii tu, Signore, che tieni nascosti i segreti del Regno ai saggi e le riveli, invece, agli umili e ai poveri di cuore, a noi, se ci facciamo umili e mendicanti, se non ci avviciniamo con arroganza alla luce. E beati noi che abbiamo ancora la fortuna straordinaria di celebrare questo avvento e di parlare di salvezza. Beati noi, che abbiamo ricevuto l’annuncio della venuta di Dio, questo Dio che si fa uomo, sudore, che gioisce e soffre, che gioca e scherza, che si rammarica e piange. Un Dio vicino, che annulla le distanze, che si rende accessibile, che scende per raccontarsi, in Gesù. Beati noi che non corriamo dietro alle teorie strampalate, dietro alle divinità incomprensibili e scostanti, ma che accogliamo con un cuore di bambini la notizia di un Dio pieno di amore e di compassione. E che nella compassione e nell’amore vogliamo accogliere.
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Lc 10, 21-24
Dal Vangelo secondo Luca
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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