Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 4 Aprile 2020 – Gv 11, 45-56

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Nemmeno la resurrezione di un cadavere li convince. Sono incredibilmente ottusi, blindati, granitici nelle loro idee. Qualcuno si prende la briga di andare a denunciarlo a Gerusalemme (e per cosa? Violazione del codice di polizia mortuaria?).

Si discute vivacemente nel Sinedrio: bisogna urgentemente prendere dei provvedimenti. Caifa assume la decisione: รจ bene che Gesรน muoia. Tutto ciรฒ che i sadducei e i sacerdoti hanno ottenuto fino ad allora, grazie allโ€™abilitร  di Erode, rischia di venire compromesso.

Davanti ad un movimento incontrollato i romani potrebbero tornare con forza e riprendersi le libertร  che hanno concesso. I romani non conoscono le sottigliezze della religione ebraica. Meglio sacrificare il Nazareno.

E Giovanni evangelista chiosa con una frase incredibile: รจ vero, Gesรน morirร  per tutto il popolo. Non nel senso che intende Caifa, ovvio, ma cosรฌ avverrร . Anche se Caifa รจ una persona discutibile e disonesta (cosรฌ ce lo consegna la storia), in realtร  sta profetizzando perchรฉ Sommo sacerdote. Anche se abusa della sua funzione, Dio non gli nega il carisma.

Dio parla anche attraverso la voce stonata di chi ha un incarico nella Chiesa.

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