Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 28 Ottobre 2023

Simone Cananeo o zelota e Giuda di Giacomo o Taddeo, cioè magnanimo. Solo due nomi in fondo alla lista degli apostoli. Nomi di cui non sappiamo quasi nulla, apostoli apparentemente marginali. Ma così è il Vangelo: non soddisfa le nostre curiosità. A noi basta che siano chiamati a far parte del gruppo dei discepoli più vicini, degli apostoli.

Simone è definito cananeo, il nome degli acerrimi nemici di Israele e, a ribadire, zelota, che non sappiamo se indichi il suo zelo o un riferimento al partito antiromano degli zeloti, che però nasce dopo la morte di Gesù.

Tant’è: Simone non è pane per far ostie. Anzi. Come a ribadire che c’è posto per tutti fra i discepoli, non occorre superare nessun test da “bravi ragazzi”. E di Giuda è rimasto solo la definizione di magnanimo, cioè dal cuore grande, che durante l’ultima cena chiede al Signore la ragione della sua manifestazione a pochi.

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A pochi, sì, ma che sono diventati tantissimi grazie al cuore grande e bruciante di questi amici di Cristo. Questi sono solo due fra quanti Cristo ha chiamato, dopo una lunga (e incomprensibile, visto i risultati) notte di preghiera. Ha scelto quei Dodici.

Non si è sbagliato, ha voluto proprio loro, simbolo delle tribù di Israele. Non ha scelto i migliori, non ha scelto i santi, li ha resi santi. Ne ha accolto la diversità, le ombre, le lentezze, le cocciutaggini. Li ha accompagnati per tre anni, notte e giorno, ne ha accolto le confidenze, i dubbi, ha placato i loro litigi.

C’era, il Maestro, anche quando hanno fallito e non ha loro evitato il fallimento. E questa potrebbe diventare la Chiesa che faremo, alla luce del Sinodo: non l’assemblea dei giusti, ma dei perdonati trasfigurati dall’Amore. Ora Simone e Giuda testimoniano la follia di Dio, il suo sogno.

Noi non sappiamo molto di loro, ma importa, davvero? O non importa, piuttosto che in loro (e in noi, se lo desideriamo), Dio realizza pienamente la sua volontà di salvezza? Giuda, Simone, e me. Bella compagnia.

FONTE: Amen – La Parola che salva
Commento al brano del Vangelo di: ✝ Lc 6,12-19

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