Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 27 Luglio 2023

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Perché parli in parabole? Sono preoccupati, i discepoli, non capiscono la logica usata dal Maestro. Eppure, la parabola rispecchia fedelmente lo stile di Dio, perché rispetta la libertà di chi ascolta, non costringe, non vincola, non giudica. La si può ascoltare senza farsi coinvolgere o identificarsi e scuotersi, lasciando spazio alla conversione, perché mai Dio, il Dio di Gesù, costringe ma, piuttosto, rispetta tempi e libertà dell’uomo, di ogni uomo.

Proprio perché molti odono senza veramente ascoltare il Signore ricorre alle immagini semplici ed efficaci delle parabole. Oggi, probabilmente, inventerebbe parabole riguardanti i social o i videogiochi o il lavoro in ufficio; partirebbe dalla nostra preoccupazione per la crisi energetica ed economica, partirebbe dallo spunto di un influencer.

E la traduzione del testo è problematica: Gesù non sta dicendo che parla in parabole per fare il misterioso, ma l’esatto contrario. Purtroppo, sperimenta che, spesso, pur vedendo, non vedono. Non una minaccia, quindi, ma la triste constatazione della reazione di parte del suo uditorio che non intende in alcun modo farsi coinvolgere, farsi scuotere dalle parole del Signore. Dio parla al nostro cuore, continuamente, ma senza urlare, senza esagerare, senza intimidire.

A noi accogliere e portare frutto, a noi lasciar crescere il seme della Parola che ha in sé una forza particolare che niente può veramente fermare. Se stai meditando la Parola, oggi, significa che quel seme ha attecchito, nonostante tutto; se ritagli dieci minuti della tua giornata per ritagliarti un pezzo di deserto nella città, è perché in qualche modo hai scoperto, di quella Parola, la forza dirompente.

Beati noi che abbiamo capito e accolto, beati noi che siamo stati raggiunti dalla Parola! Molti profeti e giusti hanno desiderato ascoltare e ricevere e non hanno ascoltato e ricevuto! Molte persone, più giuste e meritevoli di noi, non sono riuscite ad accogliere questa Parola. Beati noi, davvero!

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 13,10-17

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