HomeVangelo del GiornoPaolo Curtaz - Commento al Vangelo del 26 Marzo 2024

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 26 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 13, 21-33.36-38

Giovanni, il discepolo amato, ha appena ascoltato, colmo di tristezza, l’annuncio del tradimento durante l’ultima cena. Cala il gelo nella stanza al piano superiore addobbata per la festa. Pietro guarda Giovanni e Giovanni, steso al fianco di Gesù, reclina indietro il capo e gli chiede: chi è?

Il capo di Giovanni si viene a trovare all’altezza del cuore del Maestro. Un cuore traboccante d’amore, un cuore dolente disposto ad andare fino in fondo, un cuore consapevole di quanto sta per accadere. Quest’immagine ha da sempre colpito i discepoli.

Potessimo anche noi appoggiare il nostro capo al cuore di Dio! Potessimo anche noi sfiorare il mistero insondabile del suo amore! Giovanni accoglie quel battito pacato e determinato, intenso e leggero… Se Gesù avesse tirato al suo petto Giuda! Se gli avesse fatto sentire quanto era amato! Giuda riceve dal Signore il pane, come tutti gli altri. Ma quel pane per lui segna una svolta: esce nelle tenebre che lascia dilagare nel suo cuore confuso.

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Forse unico fra i Dodici, Giuda ha visto la brutta piega che sta prendendo la vicenda di Gesù e in qualche goffo modo cerca di forzare la mano, di costringere il Signore, che ancora crede di essere il Messia, a manifestare la sua gloria davanti al Sinedrio. E, appena uscito, in maniera sconcertante Gesù proclama: ora sono glorificato.

Giuda è perso, certo, ma lui, il Signore, non è venuto proprio a salvare le pecore perdute? E quel tradimento non permetterà forse al Signore di poter manifestare tutto l’amore che ha verso Giuda e verso di noi?

E quella morte, sgradevole e sgradita, non sarà forse l’ultimo sigillo per manifestare al mondo, inequivocabilmente, che Dio ci ama tanto da morirne? Sì, ora che è tradito, Gesù potrà manifestare la gloria di un Dio che muore per i traditori.

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Con questa consapevolezza viviamo questo martedì della grande Settimana, consapevoli che lui, il Signore, è venuto per salvare anche me, qui, oggi. Carbonari della fede, viviamo il nostro lavoro consapevoli di valere la morte di Dio.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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