Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 25 Gennaio 2023

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È talmente importante l’opera per l’evangelizzazione svolta da Saulo di Tarso che la Chiesa, da sempre, ne festeggia la conversione. Ed è l’unico caso nella liturgia, a segnarne la straordinarietà. È vero: il fatto che noi, pagani, oggi siamo qui a meditare la Parola, innestati nel flusso divino col Battesimo, è possibile grazie all’opera di Dio, certamente ma, anche, alla tenacia di quel giudeo zelante che ha spalancato con forza la strada della salvezza ai pagani, facendo uscire la dottrina del Nazareno dal recinto angusto del giudaismo.

Temperamento irruento e passionale, Paolo ha davvero segnato una svolta nella comunità primitiva, non per calcolo o convinzione personale, ma nell’assoluta certezza di essere strumento di Dio. Se siamo qui è perché Saulo si è arreso alla presenza di Cristo, ha cambiato vita, è passato dal guardare ai nazrîm, i Nazareni come venivano chiamati i primi discepoli, a guardare al Nazareno. Perché spesso anche noi siamo ossessionati dall’incoerenza dei cristiani e ci scordiamo di guardare al Cristo.

Se siamo qui è perché Saulo ha preso sul serio il mandato del Signore e ha cacciato i demoni a partire dal suo cuore, ha inventato nuovi linguaggi per annunciarlo, non si è lasciato scoraggiare dal veleno dei suoi avversari (anche presunti fratelli nella fede), ha saputo guarire molti dalle loro malattie spirituali. Così se fra cento anni ci saranno ancora fratelli e sorelle che scoprono l’immensa gioia di diventare cristiani sarà anche conseguenza della mia conversione.

Celebrare la conversione di Saulo significa auspicare la propria, lasciare che lo Spirito agisca in noi. E un’annotazione: Cristo appare a Saulo chiedendogli ragione della sua persecuzione. Ma Saulo sta perseguitando i cristiani, non Cristo! È il Signore, ormai, che si identifica con i suoi discepoli, perché la Chiesa non è affare di uomini (spirituali, se volete) ma il progetto di Gesù per costruire il Regno, per rendere visibile la profezia di un mondo riconciliato e possibile.

Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva

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