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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 23 Febbraio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 5, 20-26

Un’altra conversione da operare in questo cammino di preparazione alla Pasqua è sulla nostra idea di giustizia.

Spesso intendiamo vivere la giustizia al minimo sindacale, cioè non fare troppi danni, paragonandoci a coloro che fanno molto peggio di noi, cioè pensare che in fondo in fondo noi, che siamo abbastanza cattolici, non siamo poi così male rispetto alla maggioranza delle persone che invece vivono lontano da Dio.

Ed è l’atteggiamento che ci impedisce di crescere: quello di paragonarci continuamente con gli altri, di affidarci al loro giudizio, di adeguare le nostre scelte a quanto gli altri si aspettano da noi. Peggio: spesso riduciamo l’esperienza cristiana ad una sorta di insegnamento per diventare bravi ragazzi, di apprendistato di improbabili e zuccherosi santini.

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Gesù sorride a questo nostro modo piccino di pensare a noi stessi e a Dio, e ci chiede di superare il concetto di giustizia che praticavano i farisei, perché quello di Dio non è l’atteggiamento del contabile, del ragioniere, che spunta con la matita le cose fatte e le cose non fatte: non è così!

Gesù entra nel dettaglio in maniera un po’ imbarazzante. È vero, meglio non essere degli assassini, degli omicidi, non commettere stragi, ma quante volte la nostra lingua, il nostro giudizio, fa stragi di innocenti.

Quante volte (troppe!), anche nella Chiesa il pettegolezzo, la critica gratuita sostituiscono lo sguardo misericordioso del Padre. Oppure, ancora, possiamo avvicinarci a Dio nella preghiera, nella devozione, lasciando perdere il fatto che qualcuno ce l’abbia a morte con noi.

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Quante volte possiamo invece cucire dei rapporti, delle relazioni, che ci portano con maggiore autenticità a pregare Dio.

Insomma, dice il Signore, proviamo a ragionare in un altro modo, non dal punto di vista piccino di chi pesa sulla bilancia le proprie azioni, come fanno i farisei di tutti i tempi e il piccolo fariseo che abita in noi, ma dal punto di vista straordinario del cuore largo di un Dio che opera continuamente misericordia senza misura.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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