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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 23 Aprile 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 10, 22-30

Proseguiamo la lettura e la meditazione della figura del pastore nel Vangelo di Giovanni iniziata domenica scorsa. Non il pastore compassionevole di Luca, ma quello vigoroso e combattivo di Giovanni.

E, inserito a metà del discorso, l’evangelista riporta il curioso episodio avvenuto nel tempio, al portico di Salomone. Suscita curiosità, Gesù, ma anche inquieta. È salito a Gerusalemme con la fama di essere un grande profeta. Gli sono attribuiti molti miracoli su, al Nord.

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Pare che si sia anche identificato col Messia. Ma non è della casa di Davide, e non ha nemmeno studiato in qualche scuola rabbinica e dalla Galilea provengono solo degli attaccabrighe. Non tenerci nell’incertezza! gli chiedono alcuni Giudei.

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Teneri: Gesù ha passato gran parte della sua predicazione a far intendere che lui e il Padre sono una cosa sola e proprio perché chiama Dio suo Padre verrà condannato a morte. Cosa c’è ancora da dire, da chiarire, da spiegare?

Ma noi siamo così: peggio dei sordi, peggio dei muti, peggio di chi non vuole vedere. Gesù ha detto e dato tutto, cosa dobbiamo ancora aspettare? Perché questo rabbì non parla esplicitamente, una volta per tutte, si chiedono.

È il Cristo? Lo ammetta! È un profeta? Lo dica! E Gesù, che conosce le loro intenzioni malevole, non si sbilancia. Chi crede non ha bisogno di prove. Chi non è intenzionato a credere sa che nessuna prova o affermazione gli sarà mai sufficiente.

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Ma noi che abbiamo accolto la sua Parola, riconosciuta la sua voce, possiamo con immensa fede ascoltare quanto ancora ci dice il Maestro: niente ci potrà rapire dalla sua mano. Hai sentito, sorella? Ci credi, fratello? Nessun evento, nessuna sofferenza, nessuna colpa, nessun trauma, niente e mai ci può strappare dall’abbraccio di Dio.

Siamo nelle sue mani in eterno, anche quando ci allontaniamo, anche quando rifiutiamo il suo amore libero e liberante. Perché la mano di Cristo è la mano del Padre, farsi abbracciare da Cristo significa farsi abbracciare da Dio. Non dubitarne mai.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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