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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 22 Aprile 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 10, 1-10

Al crepuscolo, alla fine di una intensa giornata di lavoro e di pascolo, il pastore radunava le pecore e le faceva entrare in un piccolo recinto costruito con le pietre che trovava, alto forse mezzo metro ma sufficiente per tenere le pecore al riparo durante la notte.

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Poi, fisicamente, il pastore si metteva nello spazio usato come “porta”, impedendo alle pecore di uscire e pronto a brandire il bastone per cacciare animali selvatici e malintenzionati. Sul fare del mattino i proprietari delle pecore si presentavano per portare le proprie pecore al pascolo. Chiamandole da lontano, queste riconoscevano la voce del padrone.

È un’immagine semplice, intensa, colma di tenerezza. Gesù si presenta come un pastore buono, cioè capace e misericordioso e come pastore “bello” cioè capace di amare da adulto, di servire l’umanità, di prendere sul serio il proprio ruolo perché profondamente appassionato del bene dell’uomo.

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Gesù è venuto a chiamarci per nome, per condurci al Padre. Chiede ai suoi discepoli un rapporto personale, intimo, coinvolgente. Occorre passare attraverso Gesù, attraversare Gesù. Non dice di essere la porta dell’ovile, ma delle pecore.

Gesù si presenta come colui che possiamo incontrare, attraversare, come colui che ci dona accesso ad un mondo altro, ad un modo di vedere noi stessi e gli altri completamente diverso. Gesù chiama le pecore per nome e le pecore riconoscono la sua voce, perché è una voce che parla direttamente al cuore, che salva, che riempie, che consola, che scuote, che dona energia, che perdona, che inquieta, che sconcerta, che porta a verità, alla verità tutta intera.

“Attraversare” Gesù significa passare in una porta stretta, lo sappiamo, in cui ci è chiesto di essere autentici, di essere disarmati, di essere affidati e nudi di fronte a lui. Gesù ci chiede di configurarci a lui, di dilatare il nostro cuore, di allargare i nostri orizzonti, di fuggire la piccineria, fosse devota, per perdere la nostra vita donandola.

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FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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