Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 20 Novembre 2019

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Sbaglia il discepolo che vuole conservare la sua piccola fede, senza osare, senza investire, senza farla crescere.

Sbaglia chi si accontenta di piccole emozioni spirituali, di piccole certezze, di piccole devozioni che non sanno e non vogliono crescere, che non vogliono andare oltre, andare altrove.

Ci รจ stato dato tanto, abbiamo accolto il Vangelo, abbiamo creduto, abbiamo investito e scommesso sullโ€™identitร  di un Dio che ci svela a noi stessi. Guai a fermarci, a crederci arrivati. Guai a chi si siede, magari deluso da una pessima esperienza di Chiesa o dalla pigrizia interiore. Sono dโ€™accordo con voi: viviamo tempi difficili, nel mondo e nella Chiesa.

Nel mondo, sempre piรน arcigno, violento, scurrile, perchรฉ fatichiamo a conservare la fede, sempre messi in discussione, come se la Chiesa fosse unโ€™associazione a delinquere e il vangelo una pia favoletta. Nella Chiesa, a volte chiusa, sbandata, con pastori non adeguati alla missione da svolgere.

E in questi tempi forti รจ necessaria la presenza di credenti forti, di cristiani motivati e convinti (non arroganti e saccenti), capaci di rendere ragione della speranza che รจ in noi, capaci di investire il talento che ci รจ stato donato.

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Fonte

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Perchรฉ non hai consegnato il mio denaro a una banca?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19, 11-28
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In quel tempo, Gesรน disse una parabola, perchรฉ era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento allโ€™altro.
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Disse dunque: ยซUn uomo di nobile famiglia partรฌ per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnรฒ loro dieci monete dโ€™oro, dicendo: โ€œFatele fruttare fino al mio ritornoโ€. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: โ€œNon vogliamo che costui venga a regnare su di noiโ€. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornรฒ e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
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Si presentรฒ il primo e disse: โ€œSignore, la tua moneta dโ€™oro ne ha fruttate dieciโ€. Gli disse: โ€œBene, servo buono! Poichรฉ ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci cittร โ€.
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Poi si presentรฒ il secondo e disse: โ€œSignore, la tua moneta dโ€™oro ne ha fruttate cinqueโ€. Anche a questo disse: โ€œTu pure sarai a capo di cinque cittร โ€.
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Venne poi anche un altro e disse: โ€œSignore, ecco la tua moneta dโ€™oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminatoโ€. Gli rispose: โ€œDalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perchรฉ allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno lโ€™avrei riscosso con gli interessiโ€. Disse poi ai presenti: โ€œToglietegli la moneta dโ€™oro e datela a colui che ne ha dieciโ€. Gli risposero: โ€œSignore, ne ha giร  dieci!โ€. โ€œIo vi dico: A chi ha, sarร  dato; invece a chi non ha, sarร  tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a meโ€ยป.
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Dette queste cose, Gesรน camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

Parola del Signore

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