Il Maestro piange, sconfortato dalla tiepida accoglienza della cittร che uccide i profeti. Piange perchรฉ la sua Parola รจ manipolata, stravolta, ignorata, gli si ritorce contro.
La sua predicazione mette in discussione troppi poteri acquisiti, troppe presunte certezze, troppi soldi. Il tempio รจ in fase di ricostruzione, sarร finito fra una trentina dโanni, segno trionfale della riconquistata importanza della cittร , il culto รจ ripreso, dando identitร ad un popolo che da troppo tempo passa da unโinvasione allโaltra smarrendo la dignitร e lโorgoglio di essere la nazione santa scelta da Dio per proclamare ai popoli le sue opere.
Che vuole questo Nazareno? ร uno dei tanti fanatici che rischiano di innervosire i romani, che da qualche tempo stanno smilitarizzando la rissosa provincia orientale. Che dice, di cosa parla? Contesta i sadducei, contesta il tempio, contesta addirittura i devoti del tempo. ร pericoloso, poco importa se egli รจ davvero ciรฒ che dice di essere.
Va contenuto, ignorato, eliminato.ย Poveri illusi: il tempio, centro e motore del nuovo Israele, verrร raso al suolo dieci anni dopo essere stato finito, come ricorda la seconda parte del testo, che risente della triste esperienza di chi scriveโฆ
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