Chi sei, Signore? Il Maestro ancora ci rivolge la domanda, chiede informazioni, vuole sapere cosa pensi la folla di lui. E, ancora, le risposte sono quelle di allora: Gesù è un grande uomo, un grande profeta, un coerente, un folle, un innamorato di Dio… Ma il Signore insiste: chi sono io “per te”?
Non esistono risposte giuste non vanno bene le risposte da catechismo mandate a memo questa giornata il Signore Gesù mi tallona, mi stana, vuole che io mi guardi dentro per chiedermi chi egli sia “Oggi”, non quando mi sono convertito. “Oggi”, non un anno fà . Oggi, non quando la vita interiore era tutta felice e colorata Vome un arcobaleno. Perché il rapporto con Dio o evolve continuamente o si inaridisce.
Interrogato, Pietro risponde: tu sei il Cristo, l’inviato, l’atteso, il donato-dal-Padre, colui che ci porta alla verità tutta intera. Grandissimo Pietro che osa, perché niente, in Gesù, rimanda alla descrizione del Messia così come tutti, confermati in questo dalla Scrittura, immaginavano.
Gesù non è il Messia muscoloso e violento, il giustiziere che avrebbe riportato Israele alla sua gloria primigenia che tutti si aspettavano. Anch’io, come Pietro, riconosco in Gesù l’inviato di Dio, il Messia. Lo credo, lo trovo ragionevole, mi fido della testimonianza dei discepoli e delle discepole che, lungo la storia, lo hanno annunciato. E lo sento anche, nel e mio percorso interiore, claudicante ma sincero, di preghiera e meditazione.
Ma fatico ad ascoltare il Signore quando mi dice in che modo intenda essere Messia: disposto a morire pur di non cambiare idea su Dio. Gesù sa bene che la sua visione di Dio è destabilizzante, finanche irritante. E che questo potrebbe costargli caro. Ma è disposto ad andare fino in fondo, a morire. E questo piace meno, a Pietro e a me.
Così Pietro prende da parte Dio per insegnargli a fare Dio, ragiona come gli uomini perché per noi la sofferenza è sempre da evitare. Non si manifesta l’infinita compassione di Dio, secondo Gesù.
Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva
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