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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 15 Maggio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 17, 11b-19

Il Signore prega e chiede per noi suoi discepoli il dono dell’essere uniti, di vivere un amore che armonizzi le diversità, che riesca ad indicare il grande progetto che Dio ha di un’umanità redenta, riconciliata, pacificata nel profondo.

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Questa dovrebbe essere la prima preoccupazione delle nostre Chiese, delle nostre parrocchie: testimoniare l’unità nella diversità. Non siamo seguaci del pensiero unico, ma della fede unica. Dio, il Dio di Gesù, è colui che, nello Spirito, ci riunisce. Basta guardare una nostra celebrazione: solo l’amore per Cristo riesce a metterci insieme!

Se dovessimo discutere di politica, o dell’abbigliamento del sacerdote, finiremmo certamente per litigare. Siamo diversi, perciò possiamo essere uniti: tutti convergiamo verso Cristo. Che bello incontrare dei credenti che parlano bene gli uni degli altri, che non si lasciano andare al (santo) pettegolezzo, che sanno vedere il positivo degli altri.

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Che bello incontrare dei preti che non si lasciano andare alla critica dei confratelli, che non pensano di essere migliori o più capaci. Che bello poter vedere nella Chiesa tante intuizioni, tante idee, tanti modi di realizzare e vivere l’unico vangelo!

Gesù, nel momento più difficile della sua vita, dedica del tempo a pregare con passione per i suoi discepoli. Non è una preghiera generica, la sua, ma una precisa indicazione, una richiesta specifica. Chiede al Padre per i suoi discepoli anzitutto il dono dell’unità profonda, come quella che lega Dio con il figlio.

Un’unità che va all’essenziale e che dovrebbe diventare il segno distintivo per i cristiani, il punto d’onore. Quante divisioni, invece, nelle nostre comunità! Quanti giudizi mondani! Quanti pettegolezzi! Gesù, poi, chiede al Padre per i suoi la pienezza della gioia, la gioia di appartenere a Cristo!

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La più grande gioia che possiamo sperimentare è quella di saperci famigliari del Signore Gesù, suoi discepoli amati. Una gioia che fa i conti con l’odio del mondo che è lo stesso odio con cui Gesù ha dovuto confrontarsi. La soluzione, però, non è quella di fuggire dal mondo ma di dimorare nell’amore.

Infine Gesù chiede per i suoi discepoli di crescere nella verità, nella conoscenza dell’amore del Padre, nella verità di se stessi e del destino del mondo. Solo se siamo autentici possiamo essere credibili e creduti!

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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