Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 14 Aprile 2020

Non riescono ad uscire dal loro dolore, come Maria di Magdala. Così i discepoli di Emmaus sono raggiunti dal Signore e duramente criticati per il loro atteggiamento disfattista.

Quel “noi speravamo” è una delle frasi più tristi dell’intera Bibbia, segno di un fallimento totale, di una morte interiore. E proprio quando pensiamo di avere perso tutto e di esserci persi, il Signore ci viene incontro e ci incoraggia, ci invita a rileggere la nostra vita alla luce della Parola.

Il Signore cammina con noi e ci aiuta a rileggere gli eventi tristi nella logica di Dio. Così la croce è inserita in un progetto più ampio, in una storia che Dio ha disegnato nelle vicende degli uomini. A volte è proprio solo lo sguardo di fede che manca alla nostra fede.

A volte è proprio solo la fiducia che ci impedisce di riconoscere che Dio sempre cammina accanto a noi. Non tira dritto il Maestro, si ferma a cenare con noi, si fa riconoscere nell’eucarestia.

Se siamo arrivati alla Pasqua col cuore crocefisso non temiamo, lasciamoci scuotere dalle parole severe del Maestro che ci invita a non essere lenti nel credere, ma a riconoscerlo presente alla fine di ogni giornata faticosa.

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