Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 13 Gennaio 2023

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La folla fa ressa attorno a Gesรน per ascoltare la Parola. Una Parola autorevole che annuncia a tutti il volto del Dio spesso dimenticato o stravolto dai pensieri piccini dei devoti. Alcuni conducono un paralitico al cospetto del Signore, calandolo dal tetto. Quanta amicizia in quel gesto! Per quell’amicizia e per la fede che esprime quel darsi da fare, il Signore toglie il peso del peccato dal cuore del paralitico.

Ed รจ ciรฒ che possiamo fare anche noi, oggi, portando nella nostra preghiera, al cospetto di Dio, i nostri amici paralizzati dal dolore o dal peccato. Nonostante la riflessione di Giobbe, che nega il fatto che la sofferenza e la malattia siano punizioni divine, molti, al tempo di Gesรน e ancora oggi, pensavano che la malattia fosse opera di Dio.

No, Dio non manda nessun do lore, afferma Gesรน donando il perdono. Giudizio temerario, pensano i presenti! Chi puรฒ pensare di perdonare i peccati? Dio solo puรฒ farlo! E lo fa, secondo il nostro punto di vista, solo quando ci vede sfiniti di pentimento e di sensi di colpa, solo quando siamo sfiancati dalla paura di vederci piombare addosso qualche disgraziaโ€ฆ

Non esageriamo: Dio non puรฒ perdonare spinto dalla commozione verso un uomo paralizzato, o colpito dal gesto colmo di tenerezza dei suoi amici che si inventano l’impossibile pur di portarglielo dinanzi.

Gesรน si sbaglia, e di grosso. Ci vuole uno stabile protocollo per poter ricevere il perdono. E pentimento e di conversione. Macchรฉ, niente del genere: perdona e basta, il Maestro. E lo fa con l’autorevolezza che gli deriva dalla sua intima conoscenza di Dio. E il perdono ricevuto scioglie anche la durezza del cuore e illumina la vita del malato che riprende a muoversi e a vivere, nello stupore dei presenti che ora sanno che il potere del perdono รจ affidato al Figlio dell’uomo, quel Nazareno che scombina tutti i pregiudizi.

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Dio รจ cosรฌ, arrendiamoci all’evidenza, noi inflessibili gestori della grazia divina. Talmente inflessibili, talvolta, da essere noi quelli paralizzati.

Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva

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