Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 12 Dicembre 2022

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In attesa del ritorno glorioso di Cristo nella pienezza dei tempi siamo chiamati a dire di Dio, a rendere presente il Regno in questo tempo di mezzo, a costruire, nel nostro piccolo, la profezia di un’umanità redenta, compiuta.

Ma senza cadere negli errori in cui, troppo spesso, incorrono i devoti di tutti i tempi. Quello, ad esempio, di sentirsi autorizzati a rilasciare patentini, a sentirsi detentori della retta visione di Dio, di autoproclamarsi avvocati difensori dell’Altissimo e vigili del traffico spirituale.

Così Gesù stesso incorre nella sconcertante censura dei capi dei sacerdoti e dei capi dei farisei che rimarcano la sua mancanza di autorizzazione ufficiale a fare quanto fa. E Gesù, uomo compiuto, vero, sincero, questa volta non ci sta e ribatte ponendo lui le domande. Giovanni Battista era da Dio o no?

Bel trappolone: i capi non lo hanno mai sopportato, ma la gente lo amava. Bene, fine della discussione. Perché a volte davanti a tali atteggiamenti è meglio tacere e tirare dritti, anche fra noi discepoli.

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