Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 11 Agosto 2020

Gesù ci invita a diventare come bambini. Non a “tornare” bambini: non parla di una regressione, né fa dell’infanzia un modello, un mito, come se l’essere piccoli fosse in sé un merito e non una condizione inevitabile.

Ma “diventare” bambini da adulti significa abbandonare tutte le sovrastrutture mentali, le malizie, i complottismi che abbondano nel nostro mondo. Ed anche una certa determinazione che diventa aggressività, nel lavoro e in ogni ambiente.

La parabola della pecora smarrita ci aiuta a centrare l’obiettivo: come quotidianamente ci ricorda papa Francesco, non dobbiamo avere paura della tenerezza, della compassione. Il bambino si emoziona, si affida, esprime con naturalezza le proprie debordanti sensazioni.

Spesso, troppo spesso, il bambino che eravamo è stato zittito, lo teniamo in un angolo, lo obblighiamo a tacere perché lo temiamo. Temiamo le nostre emozioni, abbiamo paura che possano travolgerci e ferirci. Non è così: facciamo per primi esperienza dell’essere trovati da Cristo, accolti e condotti per potere finalmente tornare a sentirci amati ed imparare ad amare.

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