Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 1 Maggio 2019 – Mt 13, 54-58

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In questo primo giorno di maggio lโ€™Occidente ricorda il mondo del lavoro e le difficili condizioni dei lavoratori. รˆ una festa cara ai sindacati e alla tradizione di stampo socialista. Anche la Chiesa, storicamente, con un bel poโ€™ di ritardo, ha voluto riflettere su questo tema cosรฌ sensibile.

Oggi, lo sappiamo bene, anche il lavoro ha assunto una nuova dimensione a causa della globalizzazione e della innovazione tecnologica. Allโ€™orizzonte, perรฒ, resta la diversa interpretazione che diamo al valore del lavoro. Un esasperato capitalismo che mette il profitto, cioรจ lโ€™accumulo di denaro, al centro di tutto, ha svilito il lavoro e la dignitร  del lavoratore.

I papi hanno riflettuto, attraverso la dottrina sociale della Chiesa, sul corretto rapporto fra lavoro e vita umana, proponendo una via evangelica innovativa e credibile. La memoria di San Giuseppe lavoratore ci ricorda che Dio stesso ha sperimentato le gioie e le fatiche del guadagnarsi il pane col sudore della propria fronte.

Nella Bibbia il lavoro compie la creazione del mondo, rendendo lโ€™uomo il giardiniere cui รจ affidato il cosmo. Come sarebbe bello recuperare questa dignitร  nel mondo del lavoro!

Fonte

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Mt 13, 54-58
Dal Vangelo secondoย Matteo

In quel tempo Gesรน, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: ยซDa dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non รจ costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?ยป. Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesรน disse loro: ยซUn profeta non รจ disprezzato se non nella sua patria e in casa suaยป. E lรฌ, a causa della loro incredulitร , non fece molti prodigi.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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