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d. Giampaolo Centofanti – Commento al Vangelo del 20 Luglio 2020

Senza il dono della fede o, come nel caso qui narrato, senza accogliere questa grazia pure ricevuta si pretende e si giudica persino Gesù secondo i propri schemi, i propri interessi. Il segno di Giona è il segno di un profeta che non voleva annunciare Dio e per questo finì tre giorni nel ventre del pesce.

Un Messia che non è venuto, secondo loro. Così Dio viene nella nostra vita col suo amore e i suoi doni ma noi possiamo non avere il cuore disponibile a riconoscerlo e ad accoglierlo e così ci perdiamo tanta grazia e tanti regali spirituali, umani e materiali.


A cura di don Giampaolo Centofanti nel suo blog.

fra Mario Berišić – Commento al Vangelo del 20 Luglio 2020

È possibile che uno di fronte a così tanti segni della presenza di Dio ha coraggio di chiedere un segno esclusivo, un segno che potrà capire bene, che potrà vedere con gli occhi e toccare con le proprie mani?

Certamente, perché all’uomo è possibile ogni stupidaggina! Ancora molti vivono la loro fede sperando che un giorno Dio gli fara uno spettacolo nel quale si manifesterà, o almeno farà qualcosa per farsi notare.

Credere in Dio non significa ridurre la sua presenza a ciò che noi vogliamo, a ciò che noi ci aspettiamo da lui, ma significa accogliere già quello che c’è, perché proprio lì che sta la sua presenza. Gesù è chiaro: “Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta.” Forse non siamo quelli che dicono apertamente: “Signore dammi un segno perché io possa crederti.”

Però c’è sempre quella tendenza di aspettare qualcosa di più da Dio, qualcosa che ci garantisce che Lui c’è. Cristo ci ha lasciato il segno più grande, cioè ha vinto la morte dopo tre giorni di sepoltura, ed è risuscitato. Il Giona è il simbolo della morte di Gesù.

Abbiamo così tanti segni, ma poca fede. A posto di chiedere ancora qualche segno speciale ed esclusivo, dobbiamo morderci la lingua e umilmente chiedere il dono di fede, per poter riconoscere tutto quello amore con qui Dio ci ha circondato.

Commento a cura di fra Mario Berišić OFMCap

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don Francesco Paglia – Commento al Vangelo del 20 Luglio 2020

“Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno”

Ancora una volta siamo messi davanti a una scelta sul nostro modo di vivere la fede, e questa scelta é chiara: vuoi credere per davvero o vuoi vivere di emozioni?

Facci vedere un segno… Sembra una richiesta senzata, ne fai tanti di segni e di miracoli, la mia fede in questo momento vacilla, ho bisogno di un segno della tua presenza, che non mi hai abbandonato, ho bisogno di vedere qualcosa di straordinario, ho bisogno di una forte emozione che mi risollevi da queste ombre in cui vivo in questo momento! Quante volte ci sarà capitato di pregare anche noi così! Ma davanti a questa preghiera raramente il Signore risponde…

Perché come a quei farisei dice “nessun segno le sarà dato!”… La fede non é questa forte emozione che cerchi, non é la certezza della presenza di Dio, non sarebbe fede!!!

Non ti darà nessun segno, perché il segno più grande deve essere il tuo metterti in cammino, perché avere fede é un dono che ti mette in cammino dietro a Gesù, e tu lo intraprendi carico del bagaglio delle tue inconsistenze, dei tuoi dubbi, dei tuoi dolori, e con questo bagaglio che nessuno ti toglierà ti metti in cammino, quel cammino della vita che spesso non é facile, ma arduo, in salita, sconosciuto, che annulla le certezze, ma che lo vivi nella fede, lo vivi nella speranza che questo Gesù che segui e ascolti, ogni giorno ti indicherà il passo da fare, ogni giorno ti farà sentire la sua presenza, perché ogni volta che gli chiederai aiuto in questo cammino, senza pretendere segni o miracoli, ma nella semplicità dell’aiuto nel cammino, lui ci sarà e ti ascolterà, e parlerà al tuo cuore… Solo allora vedrai miracoli, perché non ti serviranno per emozionarti, ma saranno il modo di vivere quotidiano con Dio accanto!

L’emozione finisce, e se non ne hai di più grandi non ti servono, e ti mandano in crisi, perché come finiscono loro non finiscono le croci e le sofferenze quotidiane… Il cammino della fede invece ti sta davanti… Devi solo metterti in cammino seriamente!


A cura di don Francesco Paglia

Coordinatore del Centro diocesano vocazioni della Diocesi di Frosinone


Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 20 Luglio 2020

Nonostante le richieste di un segno, Gesù non li esaudisce. Perché gli avversari non chiedono tanto un segno “per vedere” – per illuminare la propria fiducia – quanto piuttosto un segno “da vedere”, uno spettacolo, un qualcosa cui assistere dall’esterno per sbeffeggiarlo senza parteciparvi.

Di fronte al ricatto di chi comunque ostinatamente lo rifiuterebbe con pretesti è allora sempre preferibile sottrarsi e non perdere tempo con dimostrazioni di forza. Il segno – quello che indica, che rende conosciuto il significato – è invece Gesù stesso, che offre unitamente ciò che è, ciò che ha e ciò che fa. Se la predicazione di Salomone aveva attratto persino la lontana regina di Saba e quella di Giona persino gli abitanti di Ninive, a maggior ragione Gesù – segno vivo di unità tra Dio e l’umanità – è di fatto irresistibile.

Far dipendere la propria adesione o non adesione a Gesù da miracoletti, apparizioni o fenomeni paranormali è allora un fraintendimento della fede cristiana. Ne va della relazione stessa tra l’uomo e Dio che gliel’ha donata. Perché per chi ama Dio tutto il creato in relazione – non un singolo fenomeno, più o meno strano – è segno di quell’Amore. E ogni uomo, specialmente se battezzato, è segno di Cristo.

Il quale ci consegna il proprio Corpo, perché fiorisca la giustizia dall’ingiustizia patita e la vita risorta dal breve spazio della morte.


Commento a cura di:

Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.

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p. Arturo MCCJ – Commento al Vangelo del 20 Luglio 2020

Questa volta sono i dottori della legge ed i farisei che chiedono a Gesù di fare loro vedere un segno, volevano qualcosa di diverso.

Il vangelo di Marco dice che Gesù, dinanzi alla richiesta dei farisei, sospirò profondamente (Mc 8,12), probabilmente di disgusto e di tristezza dinanzi ad una cecità così grande. Perché a nulla serve mettere un bel quadro davanti a chi non vuole aprire gli occhi.

Matteo invece esprime chiaramente il suo pensiero: “Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Quando la fede va alla ricerca del miracoloso, meraviglioso, della soddisfazione visiva, del segno, vuol dire che: o è in crisi oppure non è mai cresciuta. Il “credere” si sostiene non con il vedere degli occhi ma con il vedere del cuore e dell’intelligenza.


Fonte: Telegram

Il canale Telegram “Vedi, Ascolta, VIVI il Vangelo”.

Un luogo dove ascoltare ed approfondire la Parola con l’apporto di P. Arturo, missionario comboniano ?? ???????????, teologo biblista. Se vuoi comunicarti con loro, scrivici a paturodavar @ gmail.com BUON CAMMINO!!!

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Don Antonio Mancuso – Commento al Vangelo del 20 Luglio 2020

Ho sempre pensato che la ricerca di “segni” di Dio sia segno di una immaturità nella fede.

Come può il nostro cammino di fede dipendere da altri segni?
Sì altri… perché di segni ne abbiamo già abbastanza… abbiamo il segno dei segni… il miracolo eucaristico ad ogni celebrazione della messa…
Il miracolo di un Dio che si fa presente…
Il miracolo di un Dio che comunica con noi con la Sua Parola…
Il miracolo di un Dio che ci perdona ancora prima che glielo chiediamo…

Cosa cerchi ancora?
Non è che tutta questa ricerca di segni nasconde una paura non controllabile? Una vera e propria mancanza di fede?

Segni… ricerca di segni evidenti, chiari e inequivocabili… a volte penso che se ci fossero… non ci sarebbe più libertà nel credere… se ci fossero questi segni evidenti, chiari e inequivocabili… saremmo tutti “costretti” a credere…
Nella fede, invece, una parte dipende sempre da noi…

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AUTORE: Don Antonio Mancuso
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don Vincenzo Marinelli – Commento al Vangelo del 20 Luglio 2020

“Tre giorni e tre notti”

La risurrezione è giunta dopo tre giorni e tre notti dalla morte di Gesù. Un tempo breve eppure infinito per chi si è consumato nel dolore per la morte di Gesù. La risurrezione è stata un segno che ha confermato le parole e le opere di Gesù, rivelandolo pienamente come figlio di Dio. A volte cerchi dei segni per comprendere come andare avanti, quale scelte fare, ma sembra che la luce non arrivi mai. Anche tu sei chiamato a vivere questo tempo di attesa, queste tre notti e tre giorni che a volte possono essere anche anni di vita. Se però non vedi ancora la luce della risurrezione in tutto il suo splendere, tuttavia il Signore non ti fa mai mancare una luce quotidiana per illuminare i tuoi passi giorno dopo giorno.

Forse non è quella luce che vorresti, quella che illumina la strada all’improvviso, ma è quella capace di illuminare appena un passo. Non importa, cammina fin dove riesci a vedere, fin dove il Signore ti fa capire di poter avanzare, ma cammina, non restare fermo. Non aspettare che la strada sia tutta luminosa per poter andare avanti, sappi anche camminare nella luce fioca o nelle tenebre lì dove sono meno fitte. Saranno proprio questi passi incerti a donarti una maggiore consapevolezza ti quanto il Signore ti è vicino e non lasci nulla della tua vita al caso. Ricomincia da quelle poche cose certe che il Signore continua a lasciarti accanto.

In breve

Il Signore non ti lascia senza dei segni per guidare il tuo cammino, ma devi saper anche aspettare il tempo giusto, accettando nel frattempo di porre i tuoi passi tra luci fioche e tenebre appena diradate, in quel pò di luce che il Signore ti lascia per permetterti ancora di avanzare, anche solo di un passo al giorno.


Di don Vincenzo Marinelli anche il libretto:

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Commento a cura di don Vincenzo Marinelli

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 20 Luglio 2020

Medita

Gesù apostrofa i suoi contemporanei con due appellativi molto pesanti: sono malvagi e adulteri. L’adulterio è un tradimento dell’amore che una persona ripone in un’altra. Quando poi questa persona è Dio, tradire il suo amore che è infinito è veramente un peccato terribile.
I suoi contemporanei vogliono un segno, sono gli scribi e i farisei, così attaccati alle cose terrene che non sanno capire la sua testimonianza e le sue parole. Perfino gli abitanti di Ninive si convertirono alla predicazione di Giona e fecero il grande passo del cambiamento. Hanno avuto Giona, hanno avuto la sapienza di Salomone e “ora qui c’è più di Giona… più di Salomone”.
Ma a loro non basta. Egli parla per la loro salvezza ma trova di fronte a sé solo indifferenza ed ostilità. Cosa vuole Dio da noi? Non ci chiede chissà quali sacrifici o atti di culto particolari, ma semplicemente di camminare al Suo fianco rispondendo al Suo amore infinito con il nostro amore, molto più umano e fragile, ma che deve rimanere fedele sempre.

Rifletti

Chissà quante volte anche noi ci siamo comportati da adulteri nei confronti di Dio. Ricordiamoci che siamo sempre in tempo ad accogliere e rispondere al Suo amore.

Prega

“Ecco, sto alla porta e busso”,
dice il Signore.
“Se uno ascolta la mia voce e mi apre,
Io verrò da lui,
cenerò con lui ed egli con me”.
Apriamoci al Signore,
“spalanchiamo le porte al Signore”,
spalanchiamo il nostro cuore al suo amore.


AUTORE: Claudia Lamberti e Gabriele Bolognini
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
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don Marco Scandelli – Commento al Vangelo del 20 Luglio 2020

Il commento di don Marco Scandelli

L’unico segno di cui il nostro cuore ha bisogno è la Chiesa!

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AUTORE: don Marco Scandelli
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don Mauro Leonardi – Commento al Vangelo del giorno, 20 Luglio 2020

Gesù non può dare segni da sé perché tutto riceve dal Padre per perdonare e salvare. Questo potere, che è un dare e ricevere gratuito nella totale unità e non è né potere né mercimonio, è incomprensibile per i farisei.

L’amore è una sfida

C’è chi ha parlato di te.
C’è chi ha profetato di te.
C’è chi ha lasciato segni di te.
Ora ci sei tu, in persona.
Non è tempo di segni.
È tempo di te.
Non è tempo di vedere.
È tempo di stare insieme.
Non è tempo di prove.
È tempo di fede e di amore.
Una sola domanda è quella giusta. Dove sei?
E poi andare da te.
E poi rimanere con te.

Sei più grande di Giona.
Ma anche tu nella terra come Lui.
Sei più sapiente di Salomone.
Ma anche tu, re come lui.
I segni li abbiamo avuti.
Ora c’è la presenza.
Ci sei tu.
Credere è fidarsi.
Amare è fidarsi.
Se no è un inferno.
E l’inferno è la condanna più terribile perché non ci sei tu.

Fonte: il sito di don Mauro Leonardi

Mauro Leonardi (Como, 4 aprile 1959) è un presbitero, scrittore e opinionista italiano.