Commento al Vangelo di domenica 26 Luglio 2020 – Paolo Curtaz
Il commento al Vangelo di domenica 26 Luglio 2020 – Anno A, a cura di Paolo Curtaz. Qui di seguito il testo ed il video.
Spinto dalla gioia
Sono due parabole ribattute, molto simili nel contenuto e nella struttura, una ripetizione usata per ribadire un concetto piuttosto evidente: incontrare Dio è la cosa più bella che ti possa succedere, è una sorpresa per cui vale la pena di abbandonare tutto, una gioia che ti fa dimenticare tutto il resto. Ma devi agire con scaltrezza e urgenza se vuoi che ciò accada.
I verbi trovare, andare, vendere, comperare usati nel breve aforisma, si riferiscono al contadino e al mercante ma è evidente che il protagonista della parabola è un altro: il tesoro nascosto nel campo, la perla preziosa a lungo cercata.
Sono loro che possiedono gli uomini e non viceversa. È Dio che ci cerca.
Mi piace pensare che Matteo indichi al discepolo due tempi e due modalità di sequela.
Il bracciante, tale è perché non possiede la terra che coltiva, trova il tesoro per caso, inaspettatamente. Il mercante (emporos indica un ricco mercante con negozi e filiali!), invece, trova la perla dopo una lunga ricerca. Sono le due dimensioni presenti in ogni esperienza di fede, in ogni percorso che conduce a Dio: lo stupore di chi scopre qualcosa di inatteso e bellissimo e, insieme, la fatica di cercarlo e di custodirlo.
Dettagli
Ci sono, nel racconto, alcuni dettagli da sottolineare.
Sfumature che, come sempre, sono portatrici di senso ulteriore.
L’idea della progressione è ben presente e sottolineata nella parabola: prima viene descritto lo stupore del bracciante per la scoperta, poi la decisione di vendere tutto per acquistare il terreno. Accade anche a noi così: ci avviciniamo (o riavviciniamo) alla fede perché affascinati da qualcuno che ci attrae, perché inciampiamo in qualcosa di prezioso che ci affascina. Ma solo dopo che ci siamo schierati, dopo che abbiamo davvero messo la ricerca al centro e ci siamo fidati scopriamo tantissime altre cose su Dio e su di noi e possiamo gioire del tesoro della sua presenza!
Un altro dettaglio che mi incuriosisce è il valore della perla.
Nell’antichità era considerata la cosa più inestimabile che si potesse possedere, come oggi accade con i diamanti. Le perle si pescavano nel mar Rosso o nei mari dell’Arabia ed erano ambitissime. Il nostro modo di dire sei una perla deriva proprio dal loro valore che giustificava, fra l’altro, la ricerca onerosa del mercante che viaggia per mezzo mondo alla ricerca di qualche pezzo pregiato.
Per avere un ordine di idee, Giulio Cesare regalò alla madre di Bruto una perla del valore di sei milioni di sesterzi, circa dodici milioni di euro al valore attuale e pare che Cleopatra ne possedesse una dal valore di ben cento milioni di sesterzi (circa duecento milioni di euro)!
Il cuore
Il centro della parabola è in una piccola e splendida frase: apò tes charas, spinto dalla gioia.
Il bracciante è spinto dalla gioia. La gioia inattesa ed improvvisa di avere scoperto qualcosa di inimmaginabile lo spinge a fare delle scelte drastiche, irrevocabili.
Così si presenta il Dio di Gesù, come il portatore di una gioia ineguagliabile.
Ed è la gioia a spingere il bracciante a raccogliere tutti i suoi risparmi per avere denaro sufficiente a comperare il campo in cui è nascosto il tesoro.
È la gioia, anche se non viene esplicitata, a muovere il mercante di perle che, nel suo girovagare, trova la perla più preziosa di tutte, e che lo spinge a vendere tutto ciò che ha per averla.
Entrambi vendono tutto ciò che possiedono.
Poco, per il bracciante. Tantissimo, per il mercante.
È un modo esplicito per dire che vale la pena dare tutto ciò che si ha per comprare il campo e la perla. Nulla uguaglia la gioia dello scoprirsi amati da Dio.
Troppe volte, anche nel recente passato, il cristianesimo è stato accostato alla sofferenza, al dolore, al senso del dovere. Siamo tutti pronti a fare l’elenco delle tante belle cose cui abbiamo rinunciato per essere dei bravi cristiani. Siamo morigerati, mortificati, fedeli ad un solo partner, onesti (almeno più degli altri), disponibili…
Che Dio, cortesemente, ne tenga conto.
Molti, nel mondo, pensano che la fede sia qualcosa di giusto, di doveroso, di importante. Ma di mortalmente noioso. E se ne tengono a debita distanza, giustamente.
In questa parabola, invece, tutto viene ribaltato.
È la gioia che spinge, è la gioia che converte e convince, è la gioia che fa cambiare.
Per questa ragione dobbiamo recuperare e praticare la gioia cristiana che non si riduce ad una forte emozione ma che è il frutto di una lunga conversione.
La gioia cristiana è una tristezza superata.
Sarebbe bello che questa gioia – almeno un poco! – fosse più evidente sui nostri volti, nelle nostre scelte, nei nostri cuori, nelle nostre assemblee…
Ho trovato
Il vero convertito non sottolinea ciò che lascia, ma ciò che trova.
Non dice: ho lasciato, ma: ho trovato.
Non dice: ho venduto, ma: ho scoperto un tesoro! Il discepolo parla di appartenenza, non di distacco.
Noi, spesso, siamo invece più attenti alle cose che abbiamo abbandonato.
La vita è una caccia al tesoro, dice Gesù. Ci vuole costanza e fiducia nel cercare, come il mercante, ci vuole passione e curiosità, per lasciarsi incontrare da Dio.
Gesù ci presenta l’incontro con Dio come la scoperta di un tesoro, di una perla dal valore inestimabile. Ci provoca dicendo che l’incontro con Dio e la scoperta del suo regno è la cosa più bella che ci possa accadere. E ci ha sfidati dicendoci, qualche domenica fa, di essere lui, il Signore, più grande della più grande gioia che siamo in grado di vivere (Mt 10,37). Più degli affetti, delle relazioni, delle legittime gioie che la vita ci regala e che siamo chiamati a vivere per rendere gloria a Dio che ce le dona.
Più di tutto.
Il contadino giunge alla fede per caso. Il mercante dopo un’estenuante ricerca.
Ma, entrambi, scoprono una gioia incontenibile, che fa passare in secondo piano tutto il resto, tutto ciò che credevano essenziale.
Dio è gioia, dice Gesù.
Il suo Dio è gioia.
Non quello delle nostre paure, proiezione dei nostri fantasmi. Un Dio accigliato e severo, scostante e bizzarro, incomprensibile e lunatico.
Il suo è il Dio della gioia.
A noi scoprirlo.
Commento al Vangelo di domenica 26 Luglio 2020 – don Roberto Ponzini
Il commento al Vangelo di domenica a cura di don Roberto Ponzini della Diocesi di Piacenza-Bobbio.
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Commento al Vangelo di domenica 26 Luglio 2020 per bambini/ragazzi – Sr. Mariangela Tassielli
Chi siamo? Avanti! Guardiamoci dentro e diciamolo a noi stessi: chi siamo davanti a Dio? Come viviamo la nostra fede? Per cosa investiamo le nostre energie?
Se dovessimo scegliere un’immagine, o se altri la dovessero scegliere per dire qualcosa di noi, che cosa sceglieremmo o sceglierebbero? Quella dello scriba, che legge, custodisce, protegge da errate interpretazioni la Legge di Dio (per noi la sua Parola), o l’immagine del discepolo, chiamato a imparare, ad attendere, a comprendere?
Oggi si tratta di accettare la sfida del Vangelo.
Ognuno di noi, anche il più preparato, anche chi esercitasse un ministero della Parola riconosciuto, è chiamato a smettere di trattare la parola di Dio da scriba e imparare a relazionarsi ad essa da discepolo. Tutti, nessuno escluso, siamo chiamati a diventare discepoli del Regno, di quel Regno per il quale Gesù ha chiesto conversione, o più precisamente ribaltamento di mentalità.
Dobbiamo imparare a diventare discepoli di quel Regno che, come tesoro nascosto, vive in noi e nella storia, e rende bella ogni cosa; e rende prezioso tutto ciò che tocca. Ed è talmente ricca la sua presenza da rendere bello ogni dono, carica di gioia ogni scelta, anche la più faticosa.
Dobbiamo imparare a diventare discepoli di quel Regno che, come un folle mercante, dà tutto, ma proprio tutto, pur di riuscire a ottenere la perla preziosa. E pensateci… Perla preziosa è ognuno di noi. Il mercante è Dio. Tutto ciò che ha dato pur di averci è suo Figlio Gesù. È di questa follia che dobbiamo diventare discepoli.
E ancora, dobbiamo imparare a diventare discepoli di quel Regno simile a una rete che raccoglie, raccoglie sempre, raccoglie tutti. Una rete che non esclude, ma tira a sé.
Diventare discepoli di questo Regno visibile in Gesù ci renderà capaci di condividere il tesoro. Di offrire cose antiche e di non farci spaventare dalla novità che pulsa nel regno dei cieli e arricchisce ogni storia: la nostra storia personale e la storia del mondo.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Discepoli del regno
Rendici discepoli, Signore Gesù!
Rendici discepoli di quel Regno che,
come un tesoro nascosto in un campo,
rende preziosa la storia del mondo.
Rendici discepoli di quel Regno che,
instancabilmente, attira a sé
e rende bella la vita.
Rendici discepoli di quel Regno che,
come un’immensa rete, raccoglie e salva.
Rendici discepoli, Signore:
attenti uditori dell’Amore
e audaci seminatori della sua gioia.
Amen.
FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.com

AUTORE: Sr. Mariangela Tassielli
FONTE: Cantalavita
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Liturgia di domenica 26 Luglio 2020
Messa del Giorno
XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A
Colore Liturgico Verde
Antifona
Dio sta nella sua santa dimora;
ai derelitti fa abitare una casa,
e dà forza e vigore al suo popolo.
Colletta
O Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia perché, da te sorretti e guidati, usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. Per il nostro Signore…
Prima Lettura
1 Re 3, 5. 7-12
Dal primo libro dei Re
In quei giorni a Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda».
Salomone disse: «Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per la quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?».
Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te».
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
Salmo Responsoriale
Sal.118
RIT: Quanto amo la tua legge, Signore!
La mia parte è il Signore:
ho deciso di osservare le tue parole.
Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.
Il tuo amore sia la mia consolazione,
secondo la promessa fatta al tuo servo.
Venga a me la tua misericordia e io avrò vita,
perché la tua legge è la mia delizia.
Perciò amo i tuoi comandi,
più dell’oro, dell’oro più fino.
Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti
e odio ogni falso sentiero.
Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti:
per questo li custodisco.
La rivelazione delle tue parole illumina,
dona intelligenza ai semplici.
Seconda Lettura
Rm 8, 28-30
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno.
Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Sulle offerte
Accetta, Signore, queste offerte che la tua generosità ha messo nelle nostre mani, perché, il tuo Spirito, operante nei santi misteri, santifichi la nostra vita presente e ci guidi alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla comunione
Anima mia, benedici il Signore:
non dimenticare tanti suoi benefici.
Dopo la comunione
O Dio nostro Padre, che ci hai dato la grazia di partecipare al mistero eucaristico, memoriale perpetuo della passione del tuo Figlio, fa’ che questo dono del suo ineffabile amore giovi sempre per la nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.
Commento (e immagini) al Vangelo di domenica 26 Luglio 2020 per bambini – Fano
Il tesoro in profondità
“Il regno dei cieli è come un tesoro nascosto nel campo: chi lo trova lo nasconde di nuovo e, pieno di gioia, venderà tutto ciò che ha e comprerà il campo.” Il Vangelo è la mappa del tesoro. Leggilo e scoprirai che davvero il tesoro è indicato da una croce.
Quanti bambini e adulti giocano per trovare il tesoro attraverso i test e i giochi più divertenti! Quasi la stessa cosa accade nella vita. Quello che succede è che a volte non ci rendiamo conto che il tesoro è più vicino di quanto pensiamo. Nel profondo della nostra terra, nei nostri cuori, nelle nostre vite. Passa inosservato.
Sei una buona terra. Compralo. Sii il proprietario della tua vita. Spara per la preghiera. Cerca in profondità per trovare il tesoro.
Dobbiamo essere dei buoni “tracker” per trovare quello che riempirà di gioia le nostre vite. Propongo di fare esempi di possibili indizi su dove trovare il tesoro. Vediamo…
“Il regno dei cieli ricorda quel malato che, nel mezzo della crisi di Covid-19, riempì di speranza tutti quelli che lo circondavano.”
“Il regno dei cieli è come quella madre che alleva i suoi figli da sola.”
“Il regno dei cieli è simile a quel missionario che, nonostante i suoi anni, si prende cura del popolo di un villaggio africano come infermiera.”
“Il regno dei cieli è come quella generosa imprenditrice che agisce di più con il cuore che con i criteri dell’azienda.”
“Il regno dei cieli è come quel vignettista che, quando la pandemia ha colpito la popolazione, ha continuato a diffondere speranza e gioia”.
“Il regno dei cieli è come quella donna che cerca di trovare qualche giorno per ritirarsi.”
“Il regno dei cieli è come quella coppia che condivide la loro meravigliosa soffitta in modo che gli altri possano vedere i panorami dalla loro casa.”
“Il regno dei cieli è come tanti cappellani che, nonostante il rischio di contagio, non hanno lasciato fuori i pazienti di Covid-19”.
E ora, dai, tu …
(Testo tradotto usando Google Translate – mi scuso per eventuali errori, nel caso scrivete nei commenti 😉 )
- Immagini di: Patxi Velasco FANO
- Testo di: Fernando Cordero ss.cc.
don Claudio Luigi Fasulo – Commento al Vangelo del 26 Luglio 2020
Commento al Vangelo di domenica 26 Luglio 2020 a cura di don Claudio Luigi Fasulo – Sanremo.
Fonte della fotografia: https://www.riviera24.it
Commento al Vangelo del 26 Luglio 2020 – don Gianfranco Calabrese
Videocommento al Vangelo di domenica 26 Luglio 2020, a cura di don Gianfranco Calabrese, direttore dell’Ufficio Catechistico della diocesi di Genova.
mons. Giuseppe Zenti – Commento al Vangelo di domenica 26 Luglio 2020
Il commento al Vangelo di domenica 26 Luglio 2020, a cura di monsignor Giuseppe Zenti, Vescovo di Verona.



don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 22 Luglio 2020 – Gv 20, 1-2.11-18
La festa dell’Apostola degli Apostoli, Maria Maddalena, ha come pagina del Vangelo un racconto della risurrezione. Maria sta girovagando inconsolabile nel giardino vicino al luogo dove hanno sepolto Gesù. Non ha paura dei morti, soffre troppo per avere paura di un cimitero. Ma mentre è lì si accorge che c’è qualcosa che non quadra.
Il sepolcro è aperto e dentro la scena è surreale: <<Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?”>>. L’assenza del corpo di Gesù è talmente tanto evidente, che due angeli possono sedersi sui due lati della pietra dove era deposto.
E anche se la reazione più ovvia doveva essere lo spavento, Maria di Magdala è solo concentrata sull’assenza del suo Signore: <<“Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto”>>. Quando si è disperati non si riesce a vedere nient’altro che il motivo della nostra disperazione. E poco importa se stai parlando con gli angeli.
Delle volte siamo così disperati che non riusciamo nemmeno ad accorgerci che quello che stavamo cercando è davanti ai nostri occhi: <<Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù». Solo piano piano, e attraverso le parole di Gesù stesso, Maria comincia a capire che cosa sta accadendo.
Ma prima deve domandarsi sul serio perché sta soffrendo e che cosa sta veramente cercando: <<“Donna, perché piangi? Chi cerchi?”. Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo”». Ma c’è solo una cosa che può tirarla fuori da quei ragionamenti, da quel dolore, da quella confusione: è sentirsi chiamata per nome.
<<Gesù le disse: “Maria! Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: “Rabbunì! ” che significa: Maestro! >>. La risurrezione è l’incontro con chi ti ricorda chi sei.
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