Medita
Si tratta di un passo evangelico, di una pericope, difficilmente comprensibile se non avendo presente l’uditorio a cui si rivolge l’evangelista Matteo. La tradizione vuole che Matteo abbia predicato agli ebrei di Palestina. Il suo rivolgersi agli Ebrei lo obbliga a confrontarsi con la Tanakh, ovvero con la Bibbia ebraica, sostanzialmente coincidente con l’Antico Testamento della Bibbia cristiana. E nell’Antico Testamento, come fatto notare da Benedetto XVI nel suo libro Gesù di Nazaret, «la parola cielo è l’equivalente di Dio». Un nome, quello di Dio «che il giudaismo, … in ottemperanza al secondo comandamento, evita di nominare». Quindi parlare di regno dei cieli è la stessa cosa che parlare di Dio.
Ciò detto appare chiaro che “il granello di senape” o “il lievito” sono Dio stesso. Sono la sua “Parola”. Sono il “Verbo” di cui si parla nel prologo del Vangelo di Giovanni. In definitiva è Gesù il granello di senape seminato nel campo; il lievito mescolato alla farina.
Questo passo evangelico diventa, allora, quasi una profezia. Indica la nascita della fede in Lui. Il riconoscerlo come il Messia, come il Salvatore. E sarà l’essersi messi alla Sua sequela, l’aver diffuso la Sua parola e l’avere evangelizzato, ciò che amplifica e amplificherà il suo messaggio, che lo farà sempre più lievitare, che lo farà sempre più crescere e diventare il grande albero dove nidificare e trovare pace.
Ma oltre ad essere una profezia, sono anche parole che ci interpellano e ci coinvolgono. Solamente la fede in Gesù, l’adesione alla sua parola, ai suoi insegnamenti, e ovviamente il darne testimonianza, ci rende compartecipi di questo grande albero, ci rende pasta lievitata e, in definitiva, ci inserisce nel Regno di Dio.
Rifletti
Ha detto Gesù: “Avrete forza dallo Spirito Santo… e mi sarete testimoni… fino agli estremi confini della terra”. Consapevoli di questa missione, impossibile senza la forza che ci proviene dalla Spirito Santo, invochiamo la sua discesa su di noi per avere la capacità e il coraggio di annunciare la parola di Gesù ed esserne credibili testimoni.
Prega
Maria, madre di Gesù,
che dopo l’ascensione al cielo di tuo Figlio
riunita nel cenacolo insieme agli apostoli
sei stata loro di aiuto affinché concordi
perseverassero in preghiera
in attesa dello Spirito Santo,
concedi anche a noi
di perseverare nella invocazione
affinché otteniamo dallo Spirito Santo
la forza e il coraggio
di testimoniare credibilmente la Parola di Gesù.
AUTORE: Claudia Lamberti e Gabriele Bolognini
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
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Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 27 Luglio 2020
Cosa devo fare per annunciare il Vangelo, per vivere il Regno di Dio, per fare la sua Volontà come in Lui, così tra noi? Queste domande possono esserci di stimolo ma anche altamente ansiogene, soprattutto per i frettolosi che pretendono subito i risultati. Sarà forse vano tutto l’amore che ho dato?
Una coppia di parabole ci aiuta: granello di senape e lievito. O meglio: un uomo che prese e seminò nel suo campo quel granellino e una donna che prese e mescolò in circa mezzo quintale di farina un po’ di lievito. Lì per lì sembra che non accada nulla, anzi pare un fallimento: il piccolo seme muore nel terreno, il lievito sparisce completamente nell’impasto. I due processi di trasformazione sono infatti innescati da due gesti quotidiani, umili, modesti, nascosti; uno maschile, l’altro femminile.
C’è una pluralità all’inizio e alla fine troviamo l’abbondanza. Ma il Regno dei Cieli – l’Amore di Dio in ogni relazione – non è di per sé né il solo gesto iniziale, né il risultato, bensì abbraccia tutto il processo di crescita e di lievitazione naturale, non forzata con prepotenza, con mezzi appariscenti o con rivendicazioni identitarie. Alla fine comunque raggiungerà tutti: è inutile alzare la voce.
La premura e la responsabilità non devono quindi diventare occasione di scoraggiamento né tantomeno manie di protagonismo. Gesù ha scelto proprio la piccolezza per ospitarci in un albero che non solo fa ombra a tutti come il cedro nato dal ramoscello profetizzato da Ezechiele, ma è persino nido, rifugio, casa anche per chi ci sembra più nemico, lontano, diverso da noi. Gesù ha scelto di nascondersi, mescolandosi e morendo nel mondo, per offrire il suo pane di vita a tutti, dilatando cosmicamente le tre misure di farina con cui Abramo e Sara fecero tre focacce per sfamare i tre stranieri alle querce di Mamre.
L’universo dell’amore è davvero fecondato dai gesti gratuiti più inosservati, nel segreto dell’anima, nel cuore del mondo, nell’intimità di una relazione.
Commento a cura di:
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.