GLI EMARGINATI
Per essere cristiani รจ necessario liberarsi dal complesso di colpa che da millenni grava sulla coscienza umana.
Non la paura ma la Caritร , non il rimorso ma lโAmore devono guidarci nella nostra vita. Chi vive non pensando a se stesso, non ha tempo per pensare ai propri peccati. E ancor meno si occuperร delle altrui colpe. Il penoso aspetto del bigottismo cattolico scomparirร il giorno in cui la parola di Gesรน; ยซNon giudicateยป verrร presa in tutto il suo valore e rigorosamente applicata. La morale comunitaria, per lโastensione di ogni giudizio sullโaltrui condotta, acquisterร una nuova spontaneitร e innocenza. La Chiesa, liberata da ogni apparato giudiziario, tornerร a essere il supporto della vita collettiva che non si appoggerร piรน sul: ยซcosa dirร la gente?ยป. E i cristiani saranno piรน fratelli tra di loro di quanto non lo siano oggi.
Le letture della sesta domenica del tempo ordinario propongono due temi: uno della necessitร del fare, del risolvere le situazioni di carenza vitale senza perder tempo a giudicarle e a isolarle; lโaltro del dovere cristiano di comprendere tutti per non creare, con lโincomprensione, ostacoli di separazione fra gli uomini.
Il Levitico (13, 1-2.45-46) descrive il procedimento processuale nei confronti di chi aveva contratto la lebbra. Doveva essere condotto davanti al sacerdote che, riconosciutolo malato, gli ingiungeva di portare delle vesti stracciate, il capo scoperto, la barba lunga, di dimorare fuori degli abitati e di gridare la parola: ยซImmondo!ยป ogni qualvolta venisse avvicinato da qualcuno. La societร si difendeva dal contagio mediante una imposizione giudiziaria che dichiarava emarginato il lebbroso.
Cristo al lebbroso dice: ยซVoglio che tu sia libero dalla lebbraยป (Mc 1, 41), e lo guarisce, senza giudicarlo e reinserendolo sano nella convivenza umana.
Sono due episodi esemplari, sui quali sarebbe necessario, per noi cristiani, riflettere a lungo per cancellare decisamente dal nostro vocabolario le parole ยซgiudizioยป e ยซgiudicareยป, e dalla organizzazione ecclesiale ogni struttura giudiziaria. Dietro i giudizi pronunciati sugli altri e gli apparati necessari per formularli cโรจ lo spirito del potere e del dominio che appartiene a Satana e non a Cristo.
San Paolo, nella prima lettera ai Corinzi (10, 31 โ 11, 1), ci ricorda che il cristiano รจ chiamato a non opporsi a nessuno come pietra dโinciampo, ma a lavorare perchรฉ il sentiero che dovrร portare alla salvezza sia percorribile per tutti. Cristo รจ piรน grande di tutti noi, lo Spirito soffia ove vuole e spesso soffia oltre i limiti costruiti da noi cristiani. Da qui la necessitร di una vigilanza aperta, senza interferenze personali, ai segni dei tempi, ai passi in avanti che lo Spirito compie. Queste qualitร bisogna che siano sempre operose nei membri della Chiesa, gerarchia e popolo, per evitare quelle tante emarginazioni compiute, ieri e oggi, e che non di rado sono state un soffocamento dello Spirito. Quante volte abbiamo dichiarati ยซimmondiยป e invitato a riconoscersi ยซimmondiยป uomini che portavano le nuove manifestazioni dello Spirito, perchรฉ lโuomo fosse piรน vero e la terra piรน vivibile e la Chiesa piรน comprensibile! E tutto questo non sarebbe avvenuto se avessimo preferito lโumile e rispettosa attenzione al rigido giudizio.
Come il lebbroso, nellโepisodio riportato in Mc 1, 40-45, poteva o esser respinto con la dichiarazione di ยซimmondoยป, o guarito per esser nuovamente accolto nella societร , Cristo, il Rivelatore del tramonto della vecchia Legge e dellโalba della nuova Legge, dice: ยซVoglio che tu sia guarito, non un emarginatoยป. Le sue parole costituiscono per noi cristiani una severa e inalienabile consegna, che si estende e alle infermitร fisiche e morali, e a quelle manifestazioni nuove e differenti di coscienza che spesso sono le antesignane di maturazioni umane in atto.
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Il rimanere tranquilli nelle Gerusalemme terrene a consultare le Scritture e gli oracoli profetici puรฒ farci correre il rischio di non riconoscere la Veritร che รจ apparsa, o sta apparendo in mezzo a noi; come pure lโandare incontro al Fanciullo nato, mossi da calcoli e da ambizioni di potere, provoca delle inutili stragi e la Veritร emigra altrove. Quante veritร cristiane sono espatriate dalla cristianitร sotto la ferula di intransigenti dogmatismi e moralismi; e poi vi sono state reintrodotte con abilissime, ma non oneste, manovre di recupero!
Una lettura attenta della storia delle novitร creatrici e rivelatrici ci fornisce unโindicazione sorprendente: esse sono state annunciate dai gruppi dei reietti, degli emarginati di ogni tempo di crisi e di esaurimento delle mitiche al loro tramonto. I Patriarchi, Mosรจ, i Profeti della vecchia alleanza trovarono credito presso le tribรน nomadi che circolavano attorno alle grandi strutture sociali e civili del loro tempo. Cristo ci appare attorniato dai reietti, dai paria, dagli scomunicati della societร religiosa e civile dei suoi giorni. Il Cristianesimo รจ stato accolto e vissuto dai piรน oppressi e sfruttati uomini della civiltร romana, gli schiavi.
Quali sono i ยซpeccatoriยป del nostro tempo, le cui inquietudini, agitazioni, non conformismi manifestano il sorgere di una novitร che informerร gli uomini di domani? Non potrebbero essere le giovani generazioni che sperimentano nella loro carne il tramonto dellโormai consunto tessuto degli ordinamenti vigenti, e lโalba di un nuovo ordine commensurato alla nuova realtร vivente? Non potrebbe il Giovane incarnare la vita come in altri tempi lโhanno incarnata i Nomadi e gli Schiavi, di fronte ai cittadini e agli adulti soddisfatti delle loro creazioni religiose e sociali?
I responsabili della Chiesa dovranno spogliarsi della mentalitร che li porta a confondere la loro autoritร carismatica con i mezzi di governo, rendendola strumento di oppressione spirituale. Spogliazione che permetterร loro di ripetere la parola vivificante di Cristo: ยซVoglio che tu sia perfettamente sanoยป e non quella del vecchio codice: ยซTu sei un immondo!ยป.
I responsabili della Chiesa allora faranno nel volto dei venienti la luce, trasmettendo loro, ai nuovissimi, la fiaccola accesa dallโAmore di Cristo, e un mondo veramente nuovo concluderร questo millennio, con la luce, la speranza di operare per un meglio non piรน nemico del bene.
Giovanni Vannucci, 6a domenica del tempo ordinario – Anno B – ยซGli emarginatiยป, in Verso la luce; 1a ed. Centro studi ecumenici Giovanni XXIII, Sotto il Monte (BG) ed. CENS, Milano 1984; Pag. 115-118.
