p. Raniero Cantalamessa – Prima Predica di Avvento 2023

966

Alle ore 9.00 di questa mattina, nellโ€™Aula Paolo VI, alla presenza del Santo Padre Francesco, il Predicatore della Casa Pontificia, Em.mo Card. Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto la prima Predica di Avvento sul tema: โ€œPreparate le vie del Signoreโ€.ย Verso il Natale in compagnia del Precursore e della Madre di Cristo.

La successiva e ultima predica di Avvento avrร  luogo venerdรฌ 22 dicembre.

Il testo della predica dopo il video

“Voce di uno che grida nel deserto” – Giovanni Battista, il moralista e il profeta

Nella liturgia dellโ€™Avvento si nota una progressione. Nella prima settimana, la figura di spicco รจ il profeta Isaia, colui che annuncia da lontano la venuta del Salvatore; nella seconda e terza domenica, la guida รจ Giovanni Battista, il precursore; nella quarta settimana, lโ€™attenzione si concentra tutta su Maria. Avendo, questโ€™anno, due sole meditazioni a disposizione, ho pensato di dedicarle a loro due: al Precursore e alla Madre. Nelle iconostasi dei fratelli Ortodossi, i due stanno uno a destra e lโ€™altro a sinistra di Cristo e spesso sono rappresentati come due โ€œuscieriโ€ ai lati della porta che immette nel recinto sacro.

Giovanni Battista, predicatore di conversione

Nei Vangeli, il Precursore ci appare in due ruoli diversi: quello di predicatore di conversione e quello di profeta. Dedico la prima parte della riflessione a Giovanni moralista, la seconda a Giovanni profeta.

Alcuni versetti del Vangelo di Luca sono sufficienti a darci una idea della predicazione del Battista:
Alle folle che andavano a farsi battezzare da lui, Giovanni diceva: โ€œRazza di vipere, chi vi ha fatto credere di poter sfuggire allโ€™ira imminente? Fate dunque frutti degni della conversioneโ€ฆ Le folle lo interrogavano: โ€œChe cosa dobbiamo fare?โ€. Rispondeva loro: โ€œChi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettantoโ€. Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: โ€œMaestro, che cosa dobbiamo fare?โ€. Ed egli disse loro: โ€œNon esigete nulla di piรน di quanto vi รจ stato fissatoโ€. Lo interrogavano anche alcuni soldati: โ€œE noi, che cosa dobbiamo fare?โ€. Rispose loro: โ€œNon maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre pagheโ€ (Lc 3,7-14).
Il Vangelo permette di vedere cosa distingue, su questo punto, la predicazione del Battista da quella di Gesรน. Il salto di qualitร  รจ espresso nel modo piรน chiaro dallo stesso Gesรบ:

La Legge e i Profeti fino a Giovanni: da allora in poi viene annunciato il regno di Dio e ognuno si sforza di entrarvi. (Lc 16,16)
Dobbiamo guardarci da semplicistiche contrapposizioni tra Legge e Vangelo. Subito dopo lโ€™affermazione appena citata, Gesรบ (o almeno lโ€™evangelista) aggiunge: โ€œรˆ piรน facile che passino il cielo e la terra, anzichรฉ cada un solo trattino della Leggeโ€ (Lc 16, 17). Il Vangelo non abolisce la legge, cioรจ, concretamente, i comandamenti di Dio; ma inaugura una relazione nuova e diversa con essi, un modo nuovo di osservarli.

Ciรฒ che รจ nuovo รจ lโ€™ordine tra il comandamento e il dono, cioรจ tra la legge e la grazia. Alla base della predicazione del Battista cโ€™รจ lโ€™affermazione: โ€œConvertitevi e cosรฌ il regno di Dio verrร  a voi!โ€; alla base della predicazione di Gesรบ cโ€™รจ lโ€™affermazione: โ€œConvertitevi perchรฉ il regno di Dio รจ venuto a voi!โ€ (Ricordiamo lโ€™affermazione di Gesรบ appena citata: โ€œLa Legge e i Profeti fino a Giovanni: da allora in poi viene annunciato il regno di Dio e ognuno si sforza di entrarviโ€).

Non รจ una differenza solo cronologica, come tra un prima e un dopo; si tratta di una differenza anche assiologica, cioรจ di valore. Vuole dire che non รจ lโ€™osservanza dei comandamenti che permette al regno di Dio di venire; ma รจ la venuta del regno di Dio che permette lโ€™osservanza dei comandamenti. Gli uomini non sono improvvisamente cambiati e diventati migliori, sicchรฉ il Regno รจ potuto venire sulla terra. No, essi sono quelli di sempre, ma รจ Dio che, nella pienezza dei tempi, ha inviato il suo Figlio, dando loro cosรฌ la possibilitร  di cambiare e vivere una vita nuova.

- Pubblicitร  -

โ€œLa legge, infatti, fu data per mezzo di Mosรจ, ma la grazia [sโ€™intende, di osservarla] viene da Gesรบ Cristoโ€, scrive lโ€™evangelista Giovanni (Gv 1,17). Amare Dio con tutto il cuore รจ โ€œil primo e piรน grande comandamentoโ€; ma lโ€™ordine dei comandamenti non รจ il primo ordine, o il primo livello: al di sopra di esso cโ€™รจ lโ€™ordine del dono: โ€œNoi amiamo perchรฉ egli ci ha amato per primoโ€ (1Gv 4,19).

รˆ interessante vedere come questa novitร  di Cristo si riflette nel diverso atteggiamento del Battista e di Gesรบ nei confronti dei cosiddetti โ€œpeccatoriโ€. Giovanni, abbiamo sentito, investe i peccatori che vanno da lui con parole di fuoco. รˆ Gesรบ stesso che fa notare la differenza, su questo punto, tra lui e il Precursore: โ€œรˆ venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: โ€œรˆ indemoniatoโ€. รˆ venuto il Figlio dellโ€™uomo, che mangia e beve, e dicono: โ€œEcco, รจ un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatoriโ€ (Mt 11, 18-19, cf. Lc 7, 34). โ€œCome mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?โ€, dicevano i farisei ai suoi discepoli (Mt 9,11).

Gesรบ non aspetta che i peccatori cambino vita per poterli accogliere; ma li accoglie e questo porta i peccatori a cambiare vita. Tutti e quattro i Vangeli โ€“Sinottici e Giovanni โ€“ sono unanimi su ciรฒ. Gesรบ non aspetta che la Samaritana metta in ordine la sua vita privata, prima di intrattenersi con lei e chiederle addirittura di dargli da bere. Ma cosรฌ facendo ha cambiato il cuore di quella donna che diventa una evangelizzatrice tra la sua gente. La stessa cosa avviene con Zaccheo, con Matteo il pubblicano, e con la peccatrice anonima che gli bacia i piedi in casa di Simone e con lโ€™adultera.

Non possiamo trarre da questi esempi una norma assoluta. (Gesรบ era Gesรบ e leggeva nei cuori; noi non siamo Gesรบ!). La Chiesa non puรฒ prescindere, tuttavia, dal suo stile, senza ritrovarsi al fianco di Giovanni Battista, anzichรฉ a quello di Cristo. Gesรบ disapprova il peccato infinitamente di piรน di quanto possano fare i piรน rigidi moralisti, ma ha proposto nel Vangelo un rimedio nuovo: non lโ€™allontanamento, ma lโ€™accoglienza. Il cambiamento di vita non รจ la condizione per accostarsi a Gesรบ nei Vangeli; deve perรฒ essere il risultato (o almeno il proposito) dopo essersi accostati a lui. La misericordia di Dio, infatti, รจ senza condizioni, ma non รจ senza conseguenze!

Su questo punto la Santa Madre Chiesa ha molto da imparare dalle madri e dai padri di famiglia di oggi. Conosciamo tutti i drammi che lacerano tanti genitori di oggi: figli che, nonostante il loro buon esempio di vita cristiana e i loro buoni consigli, prendono una strada diversa dalla loro, distruggendo se stessi con droga, abuso del sesso, scelte precoci che si rivelano sbagliate e spesso tragicheโ€ฆForse che per questo essi chiudono loro la porta in faccia e li scacciano di casa? Non possono fare altro che rispettare la loro scelta, come la rispetta Dio prima di loro, e continuare ad amarli. Questa situazione drammatica della societร  si riflette in quella della Chiesa. Siamo chiamati a scegliere tra il modello di Giovanni Battista e il modello di Gesรบ, tra il dare la preminenza alla legge, o darla alla grazia e alla misericordia.

Cโ€™รจ un punto sul quale non cโ€™รจ da scegliere, perchรฉ Giovanni e Gesรบ sono perfettamente dโ€™accordo. Su di esso anche noi dovremmo alzare la voce. Si tratta di quello che Giovanni esprime con le parole: โ€œChi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettantoโ€ (Lc 3,11) e che Gesรบ inculca con la parabola del ricco epulone e con la descrizione del giudizio finale in Matteo 25.

Giovanni Battista, โ€œpiรน che un profetaโ€

Adesso passiamo al secondo ruolo, o titolo, di Giovanni Battista. Egli โ€“ dicevo โ€“ non รจ solo un moralista e un predicatore di penitenza; รจ anche e soprattutto un profeta: โ€œTu, bambino, sarai chiamato profeta dellโ€™Altissimoโ€, dice di lui suo padre Zaccaria (Lc 1,75). Gesรน lo definisce addirittura โ€œpiรน che un profetaโ€ (Lc 7,26).

In che senso, potremmo chiederci, Giovanni Battista รจ un profeta? Dove risiede la profezia nel suo caso? I profeti annunciavano una salvezza futura. Ma Giovanni Battista non annuncia una salvezza futura; egli addita uno che รจ presente. In che senso allora si puรฒ chiamare profeta? Isaia, Geremia, Ezechiele aiutavano il popolo a superare e oltrepassare la barriera del tempo; Giovanni Battista, aiuta il popolo ad oltrepassare la barriera, ancora piรน spessa, delle apparenze contrarie. Il Messia tanto atteso, quello annunciato dai profeti, promesso nei Salmi, sarebbe dunque quellโ€™uomo dalle apparenze cosรฌ dimesse?

รˆ facile credere a qualcosa di grandioso, di divino, quando si prospetta in un futuro indefinito โ€“ โ€œin quei giorniโ€, โ€œnegli ultimi giorniโ€โ€ฆ -, in una cornice cosmica, con i cieli che stillano dolcezza e la terra che si apre per fare germogliare il Salvatore. Piรน difficile รจ quando si deve dire: โ€œOra! รˆ qui! รˆ questo!โ€ Lโ€™uomo รจ immediatamente tentato di dire: โ€œTutto qui? โ€œDa Nazareth โ€“dicevano โ€“ puรฒ venire qualcosa di buono?โ€
รˆ lo scandalo dellโ€™umiltร  di Dio che si rivela โ€œsotto apparenze contrarieโ€, per confondere lโ€™orgoglio e โ€œla volontร  di potenzaโ€ degli uomini.

Credere che quellโ€™uomo che hanno visto poco prima mangiare, dormire, forse perfino sbadigliare al risveglio, รจ il Messia, lโ€™atteso da tutti; credere che si รจ giunti al dunque della storia: questo richiedeva un coraggio profetico piรน grande di quello di Isaia. Si tratta di un compito sovrumano; si capisce la grandezza del precursore e perchรฉ รจ definito โ€œpiรน che un profetaโ€.

Tutti e quattro i Vangeli mettono in rilievo la duplice veste di Giovanni Battista, quella di moralista e quella di profeta. Ma mentre i Sinottici insistono di piรน sulla prima, il Quarto Vangelo insiste di piรน sulla seconda. Giovanni Battista รจ lโ€™uomo dellโ€™ โ€œEccolo!โ€. โ€œEcco lโ€™uomo di cui io dissiโ€ฆEcco lโ€™Agnello di Dio!โ€ (Gv 1,15.29). Che brivido dovette correre per il corpo di coloro che, con queste o altre parole simili, ricevettero per primi la rivelazione. Era come un corto circuito: passato e futuro, attesa e compimento si toccavano.

Che cosa insegna a noi Giovanni Battista come profeta? Io credo che egli ci ha lasciato in ereditร  il suo compito profetico. Dicendo: โ€œIn mezzo a voi cโ€™รจ uno che voi non conoscete!โ€ (Gv 1,26), ha inaugurato la nuova profezia cristiana che non consiste nellโ€™annunciare una salvezza futura, ma nel rivelare una presenza nascosta, la presenza di Cristo nel mondo e nella storia, nello strappare il velo dagli occhi della gente, quasi gridando, con parole che riecheggiano quelle di Isaia: โ€ Dio ha fatto una cosa nuova. Non ve ne accorgete?โ€ (cf. Is 43,19).

Gesรน ha detto: โ€œIo sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondoโ€. Egli รจ in mezzo a noi; รจ nel mondo e il mondo anche oggi, dopo duemila anni, non lo riconosce. Cโ€™รจ una frase di Cristo che ha sempre inquietato i credenti. โ€œIl Figlio dellโ€™uomo, quando verrร , troverร  la fede sulla terra?โ€ (Lc 18,8). Ma Gesรบ non parla qui della sua venuta alla fine del mondo. Nei discorsi cosiddetti escatologici, si intrecciano due prospettive: quella della venuta finale di Cristo e quella della sua venuta come risorto e glorificato dal Padre: la sua venuta โ€œcon potenza secondo lo Spirito di santitร , in virtรน della risurrezioneโ€ (Rom 1, 4), come la definisce san Paolo, in contrasto con la venuta precedente โ€œsecondo la carneโ€. รˆ riferendosi a questa venuta secondo lo Spirito, che Gesรบ puรฒ dire: โ€œNon passerร  questa generazione prima che tutto questo avvengaโ€ (Mt 24,34).

Quella frase inquietante di Gesรบ non interpella perciรฒ i nostri posteri, quelli che si troveranno a vivere al momento del suo ritorno finale; interpella i nostri antenati e interpella i nostri contemporanei, noi compresi. Nonostante la sua risurrezione e i prodigi che accompagnarono lโ€™inizio della Chiesa, trovรฒ fede, Gesรบ, tra i suoi? Nonostante due mila anni della sua presenza nel mondo e tutte le conferme della storia, trova ancora fede sulla terra, specie tra i cosiddetti โ€œintellettualiโ€? Il compito profetico della Chiesa sarร  lo stesso di Giovanni Battista, fino alla fine del mondo: scuotere ogni generazione dalla sua terribile distrazione e cecitร  che impedisce di riconoscere e vedere la luce del mondo.

Al tempo di Giovanni lo scandalo derivava dal corpo fisico di Gesรน; dalla sua carne cosรฌ simile alla nostra, eccetto il peccato. Anche oggi รจ il suo corpo, la sua carne a scandalizzare: il suo corpo mistico, la Chiesa, cosรฌ simile al resto dellโ€™umanitร , non escluso neppure il peccato. Come Giovanni Battista fece riconoscere Cristo sotto lโ€™umiltร  della carne ai suoi contemporanei, cosรฌ รจ necessario oggi farlo riconoscere nella povertร  della Chiesa e della nostra stessa vita.

Unโ€™evangelizzazione nuova nel fervore

San Giovanni Paolo II ha caratterizzato la nuova evangelizzazione come unโ€™evangelizzazione โ€“ cito โ€“ โ€œnuova nel fervore, nuova nei metodi e nuova nelle espressioniโ€. Giovanni Battista ci รจ maestro soprattutto nella prima di queste tre cose, il fervore. Egli non รจ un grande teologo; ha una cristologia assai rudimentale. Non conosce ancora i titoli piรน alti di Gesรน: Figlio di Dio, Verbo, e neppure quello di Figlio dellโ€™uomo.
Usa immagini semplicissime. โ€œNon sono degno โ€“dice- di sciogliergli i legacci dei sandaliโ€ฆโ€œ Ma, nonostante la povertร  della sua teologia, come riesce a fare sentire la grandezza e unicitร  di Cristo! Il mondo e lโ€™umanitร  appaiono, dalle sue parole, contenuti tutti come dentro un ventilabro, o un vaglio, che egli, il Messia, regge e scuote nelle sue mani. Davanti a lui si decide chi sta e chi cade, chi รจ grano buono e chi รจ pula che il vento disperde. Alla maniera di Giovanni Battista, tutti possono essere evangelizzatori!

Commentando le parole di san Giovanni Paolo II che ho ricordato, qualcuno, a suo tempo, fece notare che la nuova evangelizzazione puรฒ e deve essere, sรฌ, nuova โ€œnel fervore, nel metodo e nellโ€™espressioneโ€, ma non nei contenuti che restano quelli di sempre e che derivano dalla rivelazione. In altre parole: che ci puรฒ e deve essere una nuova evangelizzazione, ma non un nuovo Vangelo.

Tutto ciรฒ รจ vero. Non ci possono essere contenuti veramente e totalmente nuovi. Ci possono, perรฒ, essere contenuti nuovi, nel senso che in passato non erano messi abbastanza in luce, che erano rimasti nellโ€™ombra, poco valorizzati. San Gregorio Magno diceva: โ€œScriptura cum legentibus crescitโ€ (Moralia in Job, 20, 1, 1), la Scrittura cresce con chi la legge. E in un altro passo spiega anche il perchรฉ. โ€œInfatti โ€“dice- uno comprende [le Scritture] tanto piรน profondamente quanto piรน profonda รจ lโ€™attenzione che ad essi rivolgeโ€ (Hom in Ez. I, 7,8). Questa crescita si realizza anzitutto a livello personale nella crescita in santitร ; ma si realizza anche a livello universale, a misura che la Chiesa avanza nella storia.

Quello che rende cosรฌ difficile talvolta accettare la โ€œcrescitaโ€ di cui parla Gregorio Magno, รจ la scarsa attenzione che si dร  alla storia dello sviluppo della dottrina cristiana dalle origini ad oggi, o una conoscenza assai superficiale di essa. Tale storia dimostra, infatti, che la crescita cโ€™รจ sempre stata, come dimostrรฒ in un suo famoso saggio il cardinale John Newman.

La Rivelazione โ€“Scrittura e Tradizione insieme โ€“ cresce a seconda delle istanze e provocazioni che le sono poste nel corso della storia. Gesรบ ha promesso agli apostoli che il Paraclito li avrebbe guidati โ€œalla veritร  tutta interaโ€ (Gv 16, 13), ma non ha precisato in quanto tempo: se in una o due generazioni, o, invece โ€“ come tutto sembra indicare โ€“ per tutto il tempo che la Chiesa รจ pellegrina sulla terra.

La predicazione di Giovanni Battista ci offre lโ€™occasione per una osservazione attuale e importante proprio a proposito di questa โ€œcrescitaโ€ della parola di Dio che lo Spirito Santo opera nella storia. La tradizione liturgica e teologica ha raccolto, di lui, soprattutto il grido: โ€œEcco lโ€™agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!โ€. La Liturgia ce lo ripropone a ogni Messa prima della comunione, dopo che per ben tre volte il popolo ha cantato per conto suo: โ€œAgnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietร  di noiโ€.

In realtร , perรฒ, questa รจ solo metร  della profezia del Battista su Cristo. Egli definisce il Cristo, quasi dโ€™un sol fiato, e in tutti e quattro i Vangeli, come colui โ€œche battezza in Spirito Santo!โ€ (cf. Gv 1,33; cf. Mt 3,11). La salvezza cristiana non รจ, dunque, solo qualcosa di negativo, un โ€œtogliere il peccatoโ€. รˆ soprattutto qualcosa di positivo: รจ un โ€œdareโ€, un infondere vita nuova, vita dello Spirito. รˆ una rinascita.
La distruzione del peccato appare la via e la condizione per il dono dello Spirito che รจ lo scopo ultimo, il dono supremo.

Il capitolo terzo della Lettera ai Romani sulla giustificazione dellโ€™empio, non deve mai essere disgiunto dal capitolo ottavo sul dono dello Spirito, con quel messaggio liberante che dovrebbe risuonare piรน spesso nella nostra predicazione: โ€œNon cโ€™รจ piรน nessuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesรบ, poichรฉ la legge dello Spirito che dร  la vita in Cristo Gesรบ ti ha liberato dalla legge del peccato e della morteโ€ (Rom 8, 1-2).

Certo, questo aspetto positivo non รจ stato mai dimenticato. Ma forse non sempre si รจ insistito abbastanza su di esso. Abbiamo corso il rischio, nella spiritualitร  occidentale, di vedere il cristianesimo, soprattutto in chiave โ€œnegativaโ€, come la soluzione del problema del peccato originale; come qualcosa, perciรฒ, di tetro e di deprimente. Si spiega cosรฌ, almeno in parte, il suo rigetto da parte di larghi settori della cultura, come quelli rappresentati, in filosofia, da Nietzsche e, in letteratura, dal drammaturgo norvegese Ibsen. La maggiore attenzione allโ€™azione dello Spirito Santo e ai suoi carismi che da qualche tempo รจ in atto in tutte le Chiese cristiane รจ un esempio concreto della Scrittura che โ€œcresce con chi la leggeโ€.

I santi amano continuare, dal cielo, la missione che svolsero da vivi sulla terra. Santa Teresa di Gesรน Bambino โ€“ di cui ricorre questโ€™anno il 150o anniversario della nascita โ€“ pose ciรฒ come una specie di condizione a Dio per andare in cielo. San Giovanni Battista ama, anche lui, fare ancora il precursore di Cristo, ama preparargli le strade. Prestiamogli la nostra voce!

Contemplando, nella Deesis, lโ€™icona del Precursore con le mani protese verso il Cristo e lo sguardo supplice, la Chiesa Ortodossa rivolge a lui questa preghiera che possiamo fare nostra:

Quella mano che ha toccato il capo del Signore e con la quale ci hai indicato il Salvatore, stendila ora, o Battista, verso di lui in nostro favore, in virtรน di quella sicurezza di cui godi largamente, poichรฉ, secondo la sua stessa testimonianza, tu fosti il piรน grande di tutti i profeti; gli occhi che hanno visto lo Spirito Santo disceso in forma di colomba, volgili a lui, o Battista affinchรฉ egli ci manifesti la sua grazia.

Fonte