Alle ore 9.00 di questa mattina, nellโAula Paolo VI, alla presenza del Santo Padre Francesco, il Predicatore della Casa Pontificia, Em.mo Card. Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto la prima Predica di Avvento sul tema: โPreparate le vie del Signoreโ.ย Verso il Natale in compagnia del Precursore e della Madre di Cristo.
La successiva e ultima predica di Avvento avrร luogo venerdรฌ 22 dicembre.
Il testo della predica dopo il video
“Voce di uno che grida nel deserto” – Giovanni Battista, il moralista e il profeta
Nella liturgia dellโAvvento si nota una progressione. Nella prima settimana, la figura di spicco รจ il profeta Isaia, colui che annuncia da lontano la venuta del Salvatore; nella seconda e terza domenica, la guida รจ Giovanni Battista, il precursore; nella quarta settimana, lโattenzione si concentra tutta su Maria. Avendo, questโanno, due sole meditazioni a disposizione, ho pensato di dedicarle a loro due: al Precursore e alla Madre. Nelle iconostasi dei fratelli Ortodossi, i due stanno uno a destra e lโaltro a sinistra di Cristo e spesso sono rappresentati come due โuscieriโ ai lati della porta che immette nel recinto sacro.
Giovanni Battista, predicatore di conversione
Nei Vangeli, il Precursore ci appare in due ruoli diversi: quello di predicatore di conversione e quello di profeta. Dedico la prima parte della riflessione a Giovanni moralista, la seconda a Giovanni profeta.
Alcuni versetti del Vangelo di Luca sono sufficienti a darci una idea della predicazione del Battista:
Alle folle che andavano a farsi battezzare da lui, Giovanni diceva: โRazza di vipere, chi vi ha fatto credere di poter sfuggire allโira imminente? Fate dunque frutti degni della conversioneโฆ Le folle lo interrogavano: โChe cosa dobbiamo fare?โ. Rispondeva loro: โChi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettantoโ. Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: โMaestro, che cosa dobbiamo fare?โ. Ed egli disse loro: โNon esigete nulla di piรน di quanto vi รจ stato fissatoโ. Lo interrogavano anche alcuni soldati: โE noi, che cosa dobbiamo fare?โ. Rispose loro: โNon maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre pagheโ (Lc 3,7-14).
Il Vangelo permette di vedere cosa distingue, su questo punto, la predicazione del Battista da quella di Gesรน. Il salto di qualitร รจ espresso nel modo piรน chiaro dallo stesso Gesรบ:
La Legge e i Profeti fino a Giovanni: da allora in poi viene annunciato il regno di Dio e ognuno si sforza di entrarvi. (Lc 16,16)
Dobbiamo guardarci da semplicistiche contrapposizioni tra Legge e Vangelo. Subito dopo lโaffermazione appena citata, Gesรบ (o almeno lโevangelista) aggiunge: โร piรน facile che passino il cielo e la terra, anzichรฉ cada un solo trattino della Leggeโ (Lc 16, 17). Il Vangelo non abolisce la legge, cioรจ, concretamente, i comandamenti di Dio; ma inaugura una relazione nuova e diversa con essi, un modo nuovo di osservarli.
Ciรฒ che รจ nuovo รจ lโordine tra il comandamento e il dono, cioรจ tra la legge e la grazia. Alla base della predicazione del Battista cโรจ lโaffermazione: โConvertitevi e cosรฌ il regno di Dio verrร a voi!โ; alla base della predicazione di Gesรบ cโรจ lโaffermazione: โConvertitevi perchรฉ il regno di Dio รจ venuto a voi!โ (Ricordiamo lโaffermazione di Gesรบ appena citata: โLa Legge e i Profeti fino a Giovanni: da allora in poi viene annunciato il regno di Dio e ognuno si sforza di entrarviโ).
Non รจ una differenza solo cronologica, come tra un prima e un dopo; si tratta di una differenza anche assiologica, cioรจ di valore. Vuole dire che non รจ lโosservanza dei comandamenti che permette al regno di Dio di venire; ma รจ la venuta del regno di Dio che permette lโosservanza dei comandamenti. Gli uomini non sono improvvisamente cambiati e diventati migliori, sicchรฉ il Regno รจ potuto venire sulla terra. No, essi sono quelli di sempre, ma รจ Dio che, nella pienezza dei tempi, ha inviato il suo Figlio, dando loro cosรฌ la possibilitร di cambiare e vivere una vita nuova.
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โLa legge, infatti, fu data per mezzo di Mosรจ, ma la grazia [sโintende, di osservarla] viene da Gesรบ Cristoโ, scrive lโevangelista Giovanni (Gv 1,17). Amare Dio con tutto il cuore รจ โil primo e piรน grande comandamentoโ; ma lโordine dei comandamenti non รจ il primo ordine, o il primo livello: al di sopra di esso cโรจ lโordine del dono: โNoi amiamo perchรฉ egli ci ha amato per primoโ (1Gv 4,19).
ร interessante vedere come questa novitร di Cristo si riflette nel diverso atteggiamento del Battista e di Gesรบ nei confronti dei cosiddetti โpeccatoriโ. Giovanni, abbiamo sentito, investe i peccatori che vanno da lui con parole di fuoco. ร Gesรบ stesso che fa notare la differenza, su questo punto, tra lui e il Precursore: โร venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: โร indemoniatoโ. ร venuto il Figlio dellโuomo, che mangia e beve, e dicono: โEcco, รจ un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatoriโ (Mt 11, 18-19, cf. Lc 7, 34). โCome mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?โ, dicevano i farisei ai suoi discepoli (Mt 9,11).
Gesรบ non aspetta che i peccatori cambino vita per poterli accogliere; ma li accoglie e questo porta i peccatori a cambiare vita. Tutti e quattro i Vangeli โSinottici e Giovanni โ sono unanimi su ciรฒ. Gesรบ non aspetta che la Samaritana metta in ordine la sua vita privata, prima di intrattenersi con lei e chiederle addirittura di dargli da bere. Ma cosรฌ facendo ha cambiato il cuore di quella donna che diventa una evangelizzatrice tra la sua gente. La stessa cosa avviene con Zaccheo, con Matteo il pubblicano, e con la peccatrice anonima che gli bacia i piedi in casa di Simone e con lโadultera.
Non possiamo trarre da questi esempi una norma assoluta. (Gesรบ era Gesรบ e leggeva nei cuori; noi non siamo Gesรบ!). La Chiesa non puรฒ prescindere, tuttavia, dal suo stile, senza ritrovarsi al fianco di Giovanni Battista, anzichรฉ a quello di Cristo. Gesรบ disapprova il peccato infinitamente di piรน di quanto possano fare i piรน rigidi moralisti, ma ha proposto nel Vangelo un rimedio nuovo: non lโallontanamento, ma lโaccoglienza. Il cambiamento di vita non รจ la condizione per accostarsi a Gesรบ nei Vangeli; deve perรฒ essere il risultato (o almeno il proposito) dopo essersi accostati a lui. La misericordia di Dio, infatti, รจ senza condizioni, ma non รจ senza conseguenze!
Su questo punto la Santa Madre Chiesa ha molto da imparare dalle madri e dai padri di famiglia di oggi. Conosciamo tutti i drammi che lacerano tanti genitori di oggi: figli che, nonostante il loro buon esempio di vita cristiana e i loro buoni consigli, prendono una strada diversa dalla loro, distruggendo se stessi con droga, abuso del sesso, scelte precoci che si rivelano sbagliate e spesso tragicheโฆForse che per questo essi chiudono loro la porta in faccia e li scacciano di casa? Non possono fare altro che rispettare la loro scelta, come la rispetta Dio prima di loro, e continuare ad amarli. Questa situazione drammatica della societร si riflette in quella della Chiesa. Siamo chiamati a scegliere tra il modello di Giovanni Battista e il modello di Gesรบ, tra il dare la preminenza alla legge, o darla alla grazia e alla misericordia.
Cโรจ un punto sul quale non cโรจ da scegliere, perchรฉ Giovanni e Gesรบ sono perfettamente dโaccordo. Su di esso anche noi dovremmo alzare la voce. Si tratta di quello che Giovanni esprime con le parole: โChi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettantoโ (Lc 3,11) e che Gesรบ inculca con la parabola del ricco epulone e con la descrizione del giudizio finale in Matteo 25.
Giovanni Battista, โpiรน che un profetaโ
Adesso passiamo al secondo ruolo, o titolo, di Giovanni Battista. Egli โ dicevo โ non รจ solo un moralista e un predicatore di penitenza; รจ anche e soprattutto un profeta: โTu, bambino, sarai chiamato profeta dellโAltissimoโ, dice di lui suo padre Zaccaria (Lc 1,75). Gesรน lo definisce addirittura โpiรน che un profetaโ (Lc 7,26).
In che senso, potremmo chiederci, Giovanni Battista รจ un profeta? Dove risiede la profezia nel suo caso? I profeti annunciavano una salvezza futura. Ma Giovanni Battista non annuncia una salvezza futura; egli addita uno che รจ presente. In che senso allora si puรฒ chiamare profeta? Isaia, Geremia, Ezechiele aiutavano il popolo a superare e oltrepassare la barriera del tempo; Giovanni Battista, aiuta il popolo ad oltrepassare la barriera, ancora piรน spessa, delle apparenze contrarie. Il Messia tanto atteso, quello annunciato dai profeti, promesso nei Salmi, sarebbe dunque quellโuomo dalle apparenze cosรฌ dimesse?
ร facile credere a qualcosa di grandioso, di divino, quando si prospetta in un futuro indefinito โ โin quei giorniโ, โnegli ultimi giorniโโฆ -, in una cornice cosmica, con i cieli che stillano dolcezza e la terra che si apre per fare germogliare il Salvatore. Piรน difficile รจ quando si deve dire: โOra! ร qui! ร questo!โ Lโuomo รจ immediatamente tentato di dire: โTutto qui? โDa Nazareth โdicevano โ puรฒ venire qualcosa di buono?โ
ร lo scandalo dellโumiltร di Dio che si rivela โsotto apparenze contrarieโ, per confondere lโorgoglio e โla volontร di potenzaโ degli uomini.
Credere che quellโuomo che hanno visto poco prima mangiare, dormire, forse perfino sbadigliare al risveglio, รจ il Messia, lโatteso da tutti; credere che si รจ giunti al dunque della storia: questo richiedeva un coraggio profetico piรน grande di quello di Isaia. Si tratta di un compito sovrumano; si capisce la grandezza del precursore e perchรฉ รจ definito โpiรน che un profetaโ.
Tutti e quattro i Vangeli mettono in rilievo la duplice veste di Giovanni Battista, quella di moralista e quella di profeta. Ma mentre i Sinottici insistono di piรน sulla prima, il Quarto Vangelo insiste di piรน sulla seconda. Giovanni Battista รจ lโuomo dellโ โEccolo!โ. โEcco lโuomo di cui io dissiโฆEcco lโAgnello di Dio!โ (Gv 1,15.29). Che brivido dovette correre per il corpo di coloro che, con queste o altre parole simili, ricevettero per primi la rivelazione. Era come un corto circuito: passato e futuro, attesa e compimento si toccavano.
Che cosa insegna a noi Giovanni Battista come profeta? Io credo che egli ci ha lasciato in ereditร il suo compito profetico. Dicendo: โIn mezzo a voi cโรจ uno che voi non conoscete!โ (Gv 1,26), ha inaugurato la nuova profezia cristiana che non consiste nellโannunciare una salvezza futura, ma nel rivelare una presenza nascosta, la presenza di Cristo nel mondo e nella storia, nello strappare il velo dagli occhi della gente, quasi gridando, con parole che riecheggiano quelle di Isaia: โ Dio ha fatto una cosa nuova. Non ve ne accorgete?โ (cf. Is 43,19).
Gesรน ha detto: โIo sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondoโ. Egli รจ in mezzo a noi; รจ nel mondo e il mondo anche oggi, dopo duemila anni, non lo riconosce. Cโรจ una frase di Cristo che ha sempre inquietato i credenti. โIl Figlio dellโuomo, quando verrร , troverร la fede sulla terra?โ (Lc 18,8). Ma Gesรบ non parla qui della sua venuta alla fine del mondo. Nei discorsi cosiddetti escatologici, si intrecciano due prospettive: quella della venuta finale di Cristo e quella della sua venuta come risorto e glorificato dal Padre: la sua venuta โcon potenza secondo lo Spirito di santitร , in virtรน della risurrezioneโ (Rom 1, 4), come la definisce san Paolo, in contrasto con la venuta precedente โsecondo la carneโ. ร riferendosi a questa venuta secondo lo Spirito, che Gesรบ puรฒ dire: โNon passerร questa generazione prima che tutto questo avvengaโ (Mt 24,34).
Quella frase inquietante di Gesรบ non interpella perciรฒ i nostri posteri, quelli che si troveranno a vivere al momento del suo ritorno finale; interpella i nostri antenati e interpella i nostri contemporanei, noi compresi. Nonostante la sua risurrezione e i prodigi che accompagnarono lโinizio della Chiesa, trovรฒ fede, Gesรบ, tra i suoi? Nonostante due mila anni della sua presenza nel mondo e tutte le conferme della storia, trova ancora fede sulla terra, specie tra i cosiddetti โintellettualiโ? Il compito profetico della Chiesa sarร lo stesso di Giovanni Battista, fino alla fine del mondo: scuotere ogni generazione dalla sua terribile distrazione e cecitร che impedisce di riconoscere e vedere la luce del mondo.
Al tempo di Giovanni lo scandalo derivava dal corpo fisico di Gesรน; dalla sua carne cosรฌ simile alla nostra, eccetto il peccato. Anche oggi รจ il suo corpo, la sua carne a scandalizzare: il suo corpo mistico, la Chiesa, cosรฌ simile al resto dellโumanitร , non escluso neppure il peccato. Come Giovanni Battista fece riconoscere Cristo sotto lโumiltร della carne ai suoi contemporanei, cosรฌ รจ necessario oggi farlo riconoscere nella povertร della Chiesa e della nostra stessa vita.
Unโevangelizzazione nuova nel fervore
San Giovanni Paolo II ha caratterizzato la nuova evangelizzazione come unโevangelizzazione โ cito โ โnuova nel fervore, nuova nei metodi e nuova nelle espressioniโ. Giovanni Battista ci รจ maestro soprattutto nella prima di queste tre cose, il fervore. Egli non รจ un grande teologo; ha una cristologia assai rudimentale. Non conosce ancora i titoli piรน alti di Gesรน: Figlio di Dio, Verbo, e neppure quello di Figlio dellโuomo.
Usa immagini semplicissime. โNon sono degno โdice- di sciogliergli i legacci dei sandaliโฆโ Ma, nonostante la povertร della sua teologia, come riesce a fare sentire la grandezza e unicitร di Cristo! Il mondo e lโumanitร appaiono, dalle sue parole, contenuti tutti come dentro un ventilabro, o un vaglio, che egli, il Messia, regge e scuote nelle sue mani. Davanti a lui si decide chi sta e chi cade, chi รจ grano buono e chi รจ pula che il vento disperde. Alla maniera di Giovanni Battista, tutti possono essere evangelizzatori!
Commentando le parole di san Giovanni Paolo II che ho ricordato, qualcuno, a suo tempo, fece notare che la nuova evangelizzazione puรฒ e deve essere, sรฌ, nuova โnel fervore, nel metodo e nellโespressioneโ, ma non nei contenuti che restano quelli di sempre e che derivano dalla rivelazione. In altre parole: che ci puรฒ e deve essere una nuova evangelizzazione, ma non un nuovo Vangelo.
Tutto ciรฒ รจ vero. Non ci possono essere contenuti veramente e totalmente nuovi. Ci possono, perรฒ, essere contenuti nuovi, nel senso che in passato non erano messi abbastanza in luce, che erano rimasti nellโombra, poco valorizzati. San Gregorio Magno diceva: โScriptura cum legentibus crescitโ (Moralia in Job, 20, 1, 1), la Scrittura cresce con chi la legge. E in un altro passo spiega anche il perchรฉ. โInfatti โdice- uno comprende [le Scritture] tanto piรน profondamente quanto piรน profonda รจ lโattenzione che ad essi rivolgeโ (Hom in Ez. I, 7,8). Questa crescita si realizza anzitutto a livello personale nella crescita in santitร ; ma si realizza anche a livello universale, a misura che la Chiesa avanza nella storia.
Quello che rende cosรฌ difficile talvolta accettare la โcrescitaโ di cui parla Gregorio Magno, รจ la scarsa attenzione che si dร alla storia dello sviluppo della dottrina cristiana dalle origini ad oggi, o una conoscenza assai superficiale di essa. Tale storia dimostra, infatti, che la crescita cโรจ sempre stata, come dimostrรฒ in un suo famoso saggio il cardinale John Newman.
La Rivelazione โScrittura e Tradizione insieme โ cresce a seconda delle istanze e provocazioni che le sono poste nel corso della storia. Gesรบ ha promesso agli apostoli che il Paraclito li avrebbe guidati โalla veritร tutta interaโ (Gv 16, 13), ma non ha precisato in quanto tempo: se in una o due generazioni, o, invece โ come tutto sembra indicare โ per tutto il tempo che la Chiesa รจ pellegrina sulla terra.
La predicazione di Giovanni Battista ci offre lโoccasione per una osservazione attuale e importante proprio a proposito di questa โcrescitaโ della parola di Dio che lo Spirito Santo opera nella storia. La tradizione liturgica e teologica ha raccolto, di lui, soprattutto il grido: โEcco lโagnello di Dio che toglie il peccato del mondo!โ. La Liturgia ce lo ripropone a ogni Messa prima della comunione, dopo che per ben tre volte il popolo ha cantato per conto suo: โAgnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietร di noiโ.
In realtร , perรฒ, questa รจ solo metร della profezia del Battista su Cristo. Egli definisce il Cristo, quasi dโun sol fiato, e in tutti e quattro i Vangeli, come colui โche battezza in Spirito Santo!โ (cf. Gv 1,33; cf. Mt 3,11). La salvezza cristiana non รจ, dunque, solo qualcosa di negativo, un โtogliere il peccatoโ. ร soprattutto qualcosa di positivo: รจ un โdareโ, un infondere vita nuova, vita dello Spirito. ร una rinascita.
La distruzione del peccato appare la via e la condizione per il dono dello Spirito che รจ lo scopo ultimo, il dono supremo.
Il capitolo terzo della Lettera ai Romani sulla giustificazione dellโempio, non deve mai essere disgiunto dal capitolo ottavo sul dono dello Spirito, con quel messaggio liberante che dovrebbe risuonare piรน spesso nella nostra predicazione: โNon cโรจ piรน nessuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesรบ, poichรฉ la legge dello Spirito che dร la vita in Cristo Gesรบ ti ha liberato dalla legge del peccato e della morteโ (Rom 8, 1-2).
Certo, questo aspetto positivo non รจ stato mai dimenticato. Ma forse non sempre si รจ insistito abbastanza su di esso. Abbiamo corso il rischio, nella spiritualitร occidentale, di vedere il cristianesimo, soprattutto in chiave โnegativaโ, come la soluzione del problema del peccato originale; come qualcosa, perciรฒ, di tetro e di deprimente. Si spiega cosรฌ, almeno in parte, il suo rigetto da parte di larghi settori della cultura, come quelli rappresentati, in filosofia, da Nietzsche e, in letteratura, dal drammaturgo norvegese Ibsen. La maggiore attenzione allโazione dello Spirito Santo e ai suoi carismi che da qualche tempo รจ in atto in tutte le Chiese cristiane รจ un esempio concreto della Scrittura che โcresce con chi la leggeโ.
I santi amano continuare, dal cielo, la missione che svolsero da vivi sulla terra. Santa Teresa di Gesรน Bambino โ di cui ricorre questโanno il 150o anniversario della nascita โ pose ciรฒ come una specie di condizione a Dio per andare in cielo. San Giovanni Battista ama, anche lui, fare ancora il precursore di Cristo, ama preparargli le strade. Prestiamogli la nostra voce!
Contemplando, nella Deesis, lโicona del Precursore con le mani protese verso il Cristo e lo sguardo supplice, la Chiesa Ortodossa rivolge a lui questa preghiera che possiamo fare nostra:
Quella mano che ha toccato il capo del Signore e con la quale ci hai indicato il Salvatore, stendila ora, o Battista, verso di lui in nostro favore, in virtรน di quella sicurezza di cui godi largamente, poichรฉ, secondo la sua stessa testimonianza, tu fosti il piรน grande di tutti i profeti; gli occhi che hanno visto lo Spirito Santo disceso in forma di colomba, volgili a lui, o Battista affinchรฉ egli ci manifesti la sua grazia.