La vera gioia
Molti si stupiscono parlando della gioia che il cristianesimo avrebbe portato al mondo. In effetti hanno lโimpressione contraria. Segnati dal segno della Croce, talvolta dal dolorismo, penetrati dal senso del peccato erano preoccupati di moralizzare confondendo spesso la grazia con la legge. Nel clima del romanticismo ci si rallegrava della tristezza portata e coltivata nel mondo dal cristianesimo.
Come si capisce lโespressione di gioia a cui ci invita la liturgia di questa terza domenica di Avvento come per la Quarta domenica di quaresima? ร possibile essere gioiosi nella condizione storica in cui viviamo, in Papa direbbe โin terza guerra mondialeโ? Eppure, nonostante tutto, la Chiesa ci parla di gioia. โSiate sempre lieti, rallegratevi nel Signore, questa รจ la volontร di Dio in Cristo Gesรน verso di voiโ: ci dice San Paolo. Dobbiamo capire di che gioia si tratta. Qual รจ la ragione della gioia cristiana?
La gioia รจ un dono che lo Spirito Santo ha portato per la Pentecoste allโumanitร salvata. Cโรจ lo spirito di gioia come cโรจ lo spirito di fortezza e di conoscenza. E come lo spirito di fortezza e di conoscenza accrescono e stimolano il coraggio naturale cosรฌ lo spirito di gioia sviluppa magnificamente tutte le gioie umane e le aumenta indefinitamente. Bisogna prima di tutto aprirsi ad una gioia dal sapore unico e sconosciuto.
Scoprire che il vangelo รจ la Buona Novella il cui primo effetto consiste nel far โtrasalire di gioiaโ. La gioia รจ lโambiente inseparabile e necessario dellโautentico atto di fede, non รจ una componente facoltativa dellโanima credente. Il Vangelo ci rivela il formidabile disegno di amore realizzato da Dio in Gesรน Cristo e sappiamo che il Vangelo รจ sorgente di gioia.
La ragione della gioia รจ che un Salvatore รจ venuto al mondo: โVi annuncio una grande gioia, oggi รจ nato un Salvatore che รจ Cristo Signoreโ. Gli angeli annunciano cosรฌ il Natale. Ogni avvenimento che segna le tappe della vita di Cristo รจ sempre una gioia rinnovata. Certamente chi non ha incontrato veramente il Signore e non ha gustato lโesperienza della fede non puรฒ comprendere in pienezza la gioia cristiana.
Quella gioia risplendeva sul volto di Padre Kolbe in pieno campo di concentramento; e quando si diffuse la notizia della sua morte, raccontano i testimoni, si diffuse in tutto il campo un senso di fiducia e di pace: โSe cโรจ chi รจ capace di morire per un fratello cโรจ ragione di sperare!โ. Santa Teresa di Avila pensava che una santitร triste avesse qualcosa di sospetto. Nietzsche aveva ragione quando diceva che i cristiani dovevano avere di piรน la faccia da salvati se volevano essere creduti.
Nella Bibbia e nel Vangelo ogni intervento di Dio produce una esplosione di gioia. Abramo festeggia la nascita di Isacco; Myriam danza col suo tamburello dopo il passaggio del Mar Rosso; Davide danza davanti allโArca; Maria sente improvvisamente salirgli il Magnificat dal cuore. LโApocalisse fa vedere le lotte terribili che attendono ancora la Chiesa lungo i secoli. Ma contemporaneamente fa udire il formidabile grido di gioia che scende dallโalto dellโeternitร e che avvolge il cammino della storia terrestre.
Al vero cristiano non puรฒ mancare mai la vera gioia anche quando le cose non gli vanno bene, perchรฉ sa di essere salvato e tutto, attraverso la Pasqua, cammina verso la realizzazione finale che รจ il trionfo di Cristo. Sulla faccia di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, su quella di Mosรจ illuminata dal roveto ardente, su quella di David e di Isaia e di tutti gli altri a nessuno dei quali sono mancate prove e sofferenze, risplende la gioia dellโesperienza di essere amati da Dio. Ci faccia da guida, lโamico dellโAvvento, il Battista, che rispose ai suoi amici che lo interrogarono sulla sua identitร : โChi possiede la sposa รจ lo sposo, ma lโamico dello sposo che รจ presente e lโascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia รจ compiutaโ (Gv 3,29).