p. Lorenzo Montecalvo – Commento al Vangelo del giorno – 25 Febbraio 2020

Non c’è niente di male nel voler essere il primo nella vita familiare, sociale ed ecclesiale. Il Signore vuole che noi mettiamo a frutto i talenti che ci ha dato con il dono della vita e della fede.

Chi ha deciso di essere primo nell’ambiente in cui vive deve chiedersi quali sono le motivazioni che lo spingono ad essere primo.

Se non cerchiamo di glorificare Dio e di beneficare il prossimo, le motivazioni potrebbero essere queste:

(1) L’ambizione di essere stimato, esaltato e glorificato dalla gente come persona brava, sapiente e intelligente. Ciò procura un grande piacere all’io. Per questo motivo la persona ambiziosa non è disposta a rivelare e condividere il segreto del suo successo per paura che qualcuno potrebbe diventare migliore di lui.
Non siamo chiamati ad essere bravi, ma buoni. A cosa serve per la vita eterna essere stimato scienziato e poi andare all’inferno?

(2) La seconda motivazione che è quella più cattiva è di avere il potere di comandare per poter decidere cosa fare di una persona. Il comando senza l’amore cristiano è diabolico. Comandare è dire, a volte con tono minaccioso, a persone: “Vieni qui…vai là…fai questo e fai quello”.
Il comandare è piacevole all’uomo ambizioso. Ecco perché spesso per arrivare ad essere il primo usa anche mezzi disonesti, ma, come mi piace dire, chi briga per arrivare a comandare è destinato a cadere con la bocca nella polvere.

Il Signore abbassa i superbi e innalza gli umili, dice la Parola di Dio.
Chi ha orecchio per intendere intenda.

Amen. Alleluia.

Fonte


LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DEL GIORNO

Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 9, 30-37 In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Parola del Signore

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