Lโincredulitร dei suoi รจ lโesatto opposto del credere dellโemorroissa e di Giairo: gli uni chiudono, gli altri aprono. Non mi interessa il credere legato ai miracoli: รจ solo una piccola parte del credere che noi tendiamo a fare diventare essenziale. Mi interessa il credere che ci apre alla vita, quella vera e totale. I suoi rimangono stupiti per il messaggio di vita che il Signore testimonia loro e rimangono, allo stesso tempo, chiusi. Il miracolo รจ strettamente legato alla disponibilitร allโascolto che piรน che roba da orecchie รจ cosa del cuore. Ciรฒ che conta รจ il dialogo di fede che si instaura fra Gesรน e la sua gente: questo รจ il vero miracolo perchรฉ fede che ci apre alla vita anche di fronte alla morte di Talitร e alla malattia dellโemorroissa.
Gesรน โsi meravigliava della loro incredulitร โ, lโincredulitร dei suoi, lโincredulitร di noi. La nostra fede, a me sembra, sia piรน legata ad un concetto di potere che ad un vivere il Vangelo. Ci interesse il potere nelle e delle nostre parrocchie, ci interessa il potere del Vaticano che nel momento che viene messo in secondo piano da un Papa Francesco veramente santo, e non per decreto della causa dei santi, rispetto al vangelo, ecco che spuntano vecchie denominazioni senza senso ma che fanno breccia nei nostri cuori malati: lui รจ un comunista! Questa accusa รจ una cosa bella che mi richiama lโaccusa fatta a Gesรน di essere semplicemente il figlio del falegname, un operaio della classe operaia del comunismo dei bei tempi andati. ร una cosa bella perchรฉ evidenzia la bellezza e la santitร dellโuomo, รจ brutta perchรฉ anti evangelica e distruttiva proprio per mano dei suoi.
Meravigliarsi รจ cosa che ci sorprende di fronte ai miracoli. Gesรน si meraviglia per la loro incredulitร , per la chiusura del loro cuore. Il vero miracolo che รจ quello di lasciarci toccare da Lui, toccare la vita, non puรฒ passare sopra la nostra libertร . Dio Figlio non forza la nostra libertร la rispetta e se ne va in attesa che noi ci apriamo liberamente allโaccoglienza: questo รจ il vero miracolo atteso. La meraviglia che รจ sorpresa bella per i miracoli, diventa per Gesรน una meraviglia amara di fronte alla gente che ascoltandolo e stupendosi per le cose belle, anzichรฉ lasciarsi avvolgere dallโannuncio, perde tempo a chiedersi ma โchi รจ costui?โ. Chiedersi chi รจ costui potrebbe essere una azione buona ma per i suoi non lo รจ perchรฉ espressione della chiusura che vivono nei suoi confronti. ร una curiositร per chiudere, non certo per aprire e per aprirsi.
La donna emorroissa tocca Gesรน, i suoi lo conoscono in quanto suoi concittadini e ne prendono le distanze mettendo in campo tutto il loro maledetto buon senso. Lโemorroissa lo tocca con fede, tocca con fede il lembo del suo mantello ed รจ salva. Quanti gli si stringono intorno, quanti di noi lo fanno, ma pur toccandolo da ogni parte non vengono toccati, non si lasciano toccare, non si lasciano amare. La folla che tocca รจ come lโaffollamento su di un tram: speri solo che molti scendano alla prima fermata. Il toccare di Gesรน alla figlia di Giairo diventa canto di gioia, diventa preghiera: Talitร kum!
Marco ci dice che non basta conoscere e toccare il Cristo, non serve a nulla andare a Messa e fare la comunione, non serve confessarsi con tutti i crismi di sto mondo una volta la settimana: cโรจ solo un toccare che libera ed รจ quello della fede, del cuore aperto, della non ricerca di miracoli quanto invece il miracolo del lasciarsi toccare dentro e cambiare la vita.
- Pubblicitร -
Il rifiuto di Gesรน da parte dei suoi che siamo noi, รจ lo stesso rifiuto dei farisei che, alleati col potere di turno, vogliono sopprimere Gesรน, cioรจ Francesco. Qui la realtร รจ molto dolorosa, forse piรน dolorosa che il Calvario e la croce. ร piรน dolorosa perchรฉ si tratta del rifiuto dei suoi, cioรจ di noi. I suoi, cioรจ noi, lo giudicano pazzo. Loro, cioรจ noi, guardano ma non vedono, ascoltano ma non intendono. Chi Gesรน รจ secondo la carne, chi Gesรน รจ perchรฉ Verbo incarnato con tante feste durante il Natale, รจ il vero ostacolo a credere. Da buoni diplomatici noi preferiamo eliminare la potenza del Figlio di Dio che si incarna, facendo delle feste che ci aiutino a dimenticare chi Lui รจ e che cosa dice a noi e alla nostra vita. Una bella festa, un bel colpetto, e via!
Noi che siamo ben disposti verso Gesรน รจ bene che ci accorgiamo di quanto, allo stesso tempo, siamo ciechi e sordi. Lui ci รจ di scandalo per quello che va dicendo e facendo; lui รจ follia per noi ben pensanti, noi inchiodati ad una economia di sopraffazione dove ciรฒ che conta sono i nostri interessi, non la vita del mondo.
Riconosciamo che, in fondo, noi non possiamo accettare Dio nella persona concreta di Gesรน, che รจ il fratello povero soprattutto di cuore. Non basta essere dei suoi, essere battezzati: si puรฒ essere dei suoi e volerlo uccidere. Incredulitร e desiderio di morte vanno a braccetto, non stupiamoci se avviene anche oggi. A noi giunga lโinvito ad essere sua famiglia vera, non quello di essere dei suoi, vale a dire gente che lo tocca nella fede ascoltando Lui Parola e vivendo la bellezza della volontร del Padre che ci chiama ad essere figli e fratelli.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
Un profeta non รจ disprezzato se non nella sua patria.
