p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 31 Dicembre 2022

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โ€œDio nessuno lโ€™ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che รจ nel seno del Padre, lui lo ha rivelatoโ€. Del Padre noi non abbiamo nessuna immagine, perchรฉ lโ€™unica sua immagine e somiglianza siamo noi, se stiamo davanti a Lui nel Figlio Unigenito.

Gesรน รจ venuto a manifestarci questo Dio. Nel brano di vangelo Giovanni ci presenta il prologo, lโ€™ouverture del perchรฉ e del come Gesรน รจ venuto a manifestarci il volto di Dio. Questo prologo รจ come lโ€™inizio della sinfonia, vi ritroviamo in sintesi tutti i temi che vengono poi svolti nella sinfonia stessa. รˆ una miniera di perle preziose che vengono estratte una ad una. รˆ un inno alla Parola, alla Luce e alla Vita.

Il Verbo, la Parola, si รจ fatto carne ed รจ venuto ad abitare in mezzo a noi. Quella Parola che da sempre stava davanti al Padre, รจ venuta ad abitare in mezzo a noi risplendente della Luce del volto del Padre.

Questa Parola รจ la Parola del Padre che ci rivela come il Padre la pensa e come il Padre agisce. Noi ascoltando la Parola incarnata ascoltiamo il Padre. Se Gesรน รจ la Parola, se il Battista รจ la voce: il soggetto che parla รจ il Padre, che parla attraverso il Figlio.

Il Verbo si รจ fatto carne. รˆ venuto e ha fatto risplendere la vita. Ma nella grotta di Betlemme cโ€™รจ solo il quasi niente: un grido di bambino.

Capiamola che: la Parola si รจ fatta pianto di un bambino. Si farร  carne del latte della madre; e si farร  lacrime per la morte dellโ€™amico Lazzaro; si farร  festa per il figlio prodigo; tenerezza per Marta e Maria; stupore per la prostituta in casa del fariseo; amore per la Siro Fenicia; riconoscimento della fede del Centurione; accoglienza per il Buon Ladrone; guai per i farisei!

La Parola si incarna facendosi spalle per la pecora smarrita e mani che lavano i piedi ai discepoli. Carne inchiodata dove grida il dolore; e poi silenzio, il grande silenzio del sabato santo. Sarร  pietra rotolata via il mattino di Pasqua e nome pronunciato con amore, come nessuno, per Maria di Magdala e per Pietro, tre volte sul lago.

Dio viene come un bambino: un neonato non puรฒ far paura, si affida alle tue mani, vive solo se qualcuno lo ama. Cosรฌ le madri fanno vivere i loro figli: li nutrono di latte e di sogni, ma prima ancora di amore. Gesรน vivrร  perchรฉ รจ amato. Oggi Dio vive tra noi per il nostro amore.

Diceva Hillesum: โ€œOra sta a noiย  aiutare Dio ad essere vivo in questo mondoโ€, a incarnarsi ancora in queste case, in queste strade, in queste cittร .

Lui nasce. Nasce in quegli uomini tanto piccoli e tanto liberi da essere incapaci di aggredire, di odiare e di minacciare. Nasce solo in quegli uomini che vogliono essere tanto piccoli da pensare con il cuore. Questo รจ assurdo, ma questa รจ il mistero dellโ€™Incarnazione vissuta nel cristiano.

Dio non plasma lโ€™uomo con la polvere e il fango della terra: si fa lui stesso polvere plasmata, bambino di Betlemme e carne universale. Cristo รจ lโ€™uomo per eccellenza: lโ€™uomo non puรฒ salvarsi rinnegando la natura umana. Lโ€™uomo nella sua radice non รจ cattivo, non si salva contraddicendo il cuore e le passioni.

In ogni carne cโ€™รจ un frammento di Logos (Verbo), cโ€™รจ qualcosa di Dio in ogni uomo, cโ€™รจ santitร  in ogni vita, cโ€™รจ la buona volontร  di amare riconosciuta dagli angeli a Betlemme.

Non ci sono prove che dimostrino il Natale. Ma noi ci salveremo dicendo sรฌ a questa carne abitata dal cielo, dicendo sรฌ a tutto ciรฒ che รจ libero da violenza e da inganno perchรฉ strade di Luce si sono aperte dentro di noi.

In noi cโ€™รจ un bambino che sa ascoltare il brusio degli angeli; cโ€™รจ un bambino che mi parla di Dio (solo i bambini sanno parlare di Dio ha affermato con passione Benigni presentando lโ€™ultimo canto del Paradiso) e questo mi puรฒ fare volare.

In me cโ€™รจ anche lโ€™uomo che dice che il Natale รจ ormai una festa pagana. Lโ€™uomo che quando sente Betlemme sente la storia di duemila anni che hanno fruttato solo posti di blocco lungo le strade che portano al campo dei pastori.

Ma cโ€™รจ in me anche un uomo (o forse una donna, sรฌ non puรฒ che essere una donna) che crede e prega: Mio Dio, mio Dio bambino, povero come lโ€™amore, piccolo come un piccolo dโ€™uomo, umile come la paglia dove sei nato; mio piccolo Dio, che impari a vivere questa nostra stessa vita, che domandi attenzione e protezione; mio Dio incapace di difenderti e di aggredire e di fare del male; mio Dio, che vivi solo se sei amato, che altro non sai fare che amare e domandare amore, insegnami che non cโ€™รจ altro senso, non cโ€™รจ altro destino che diventare come te.

Qui oggi in mezzo a noi, la Vergine ritorna a partorire il suo Figlio impossibile, ovunque ci siano semplicemente uomini veri. Ogni creatura riprende la sua avventura, quella di diventare vera, di diventare sillaba di Dio e farsi carne intrisa di cielo.

Non sappiamo piรน vedere Dio perchรฉ non sappiamo piรน chinarci cosรฌ profondamente.

I padri del deserto dicevano:

โ€œSe ti chini su te stesso, sul tuo intimo, su quella parte di te che non riveli a nessuno, nรฉ allโ€™amico, nรฉ alla madre, nรฉ allo sposo, se ti chini sul tuo segreto piรน profondo, lร  dove nascono i sogni e lโ€™amore, lร  vedrai emergere un volto che non รจ il tuo volto ma quello del Figlio della Bellissima, il volto del Dio amabile, un bambino che vivrร  per il tuo amoreโ€, il tuo vero volto!

AUTORE: p. Giovanni Nicoli

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