โDio nessuno lโha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che รจ nel seno del Padre, lui lo ha rivelatoโ.
Del Padre noi non abbiamo nessuna immagine, perchรฉ lโunica sua immagine e somiglianza siamo noi, se stiamo davanti a Lui nel Figlio Unigenito.
Gesรน รจ venuto a manifestarci questo Dio. Nel brano di vangelo di questโoggi Giovanni ci presenta il prologo, lโouverture del perchรฉ e del come Gesรน รจ venuto a manifestarci il volto di Dio. Questo prologo รจ lโinizio della sinfonia, vi ritroviamo in sintesi tutti i temi che vengono poi svolti nella sinfonia stessa. ร una miniera di perle preziose che vengono estratte una ad una. ร un inno alla Parola, alla Luce e alla Vita.
Il Verbo, la Parola si รจ fatta carne ed รจ venuta ad abitare in mezzo a noi. Quella Parola che da sempre stava davanti al Padre, รจ venuta ad abitare in mezzo a noi risplendente della Luce del volto del Padre. Questa Parola รจ la Parola del Padre che ci rivela come il Padre la pensa e come il Padre agisce. Noi ascoltando la Parola incarnata, il Dio in mezzo a noi, ascoltiamo il Padre. Sรฌ perchรฉ se Gesรน รจ la Parola, se il Battista รจ la voce, il soggetto che parla รจ il Padre, il Padre parla attraverso la vita del Figlio.
E il Verbo si รจ fatto carne. ร venuto e ha fatto risplendere la vita. Ma nella grotta di Betlemme cโรจ solo il quasi niente: un grido di bambino.
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Capiamo che: la Parola si รจ fatta pianto di un bambino. E si farร carne del latte della madre; e si farร lacrime per la morte dellโamico Lazzaro; si farร festa per il figlio prodigo; tenerezza per Marta e Maria; stupore per la prostituta in casa del fariseo; amore per la Siro Fenicia; riconoscimento della fede del Centurione; accoglienza per il Buon Ladrone; guai per i farisei! La Parola si incarna facendosi spalle per la pecora smarrita e mani che lavano i piedi ai discepoli. ร carne inchiodata dove grida il dolore; e poi silenzio, il grande silenzio del sabato santo, ma non per sempre.
E sarร pietra rotolata via il mattino di Pasqua e nome pronunciato con amore, come nessuno, per Maria di Magdala e per Pietro, tre volte sul lago.
Dio viene come un bambino: un neonato non puรฒ far paura, si affida alle tue mani, vive solo se qualcuno lo ama. Cosรฌ le madri fanno vivere i loro figli: li nutrono di latte e di sogni, ma prima ancora di amore. Gesรน vivrร perchรฉ รจ amato. Oggi Dio vive tra noi per il nostro amore. Diceva Illesum: โOra sta a noi aiutare Dio ad essere vivo in questo mondoโ, a incarnarsi ancora in queste case, in queste strade, in queste cittร .
Lui nasce. Nasce in quegli uomini tanto piccoli e tanto liberi da essere incapaci di aggredire, di odiare e di minacciare. Nasce solo in quegli uomini che vogliono essere tanto piccoli da pensare con il cuore. Questo รจ assurdo, ma questo รจ il mistero dellโIncarnazione vissuta nel cristiano.
Dio non plasma lโuomo con la polvere e il fango della terra, ma si fa lui stesso polvere plasmata, bambino di Betlemme e carne universale. Cristo รจ lโuomo per eccellenza: lโuomo non puรฒ salvarsi rinnegando la natura umana. Lโuomo nella sua radice non รจ cattivo, non si salva contraddicendo il cuore e le passioni. In ogni carne cโรจ un frammento di Logos (Verbo), cโรจ qualcosa di Dio in ogni uomo, cโรจ santitร in ogni vita, cโรจ la buona volontร di amare riconosciuta dagli angeli a Betlemme.
Non ci sono prove che dimostrino il Natale. Ma noi ci salveremo dicendo sรฌ a questa carne abitata dal cielo, dicendo sรฌ a tutto ciรฒ che รจ libero da violenza e da inganno perchรฉ strade di Luce si sono aperte dentro di noi.
In noi cโรจ un bambino che sa ascoltare il brusio degli angeli; cโรจ un bambino che mi parla di Dio perchรฉ solo i bambini sanno parlare di Dio, questo mi puรฒ fare volare.
In me cโรจ anche lโuomo che dice che il Natale รจ ormai una festa pagana. Lโuomo che quando sente Betlemme sente la storia di duemila anni che hanno fruttato solo posti di blocco lungo le strade che portano al campo dei pastori.
Ma cโรจ in me anche un uomo (o forse una donna, sรฌ non puรฒ che essere una donna) che crede e prega: Mio Dio, mio Dio bambino, povero come lโamore, piccolo come un piccolo dโuomo, umile come la paglia dove sei nato; mio piccolo Dio, che impari a vivere questa nostra stessa vita, che domandi attenzione e protezione; mio Dio incapace di difenderti e di aggredire e di fare del male; mio Dio, che vivi solo se sei amato, che altro non sai fare che amare e domandare amore, insegnami che non cโรจ altro senso, non cโรจ altro destino che diventare come te.
Qui oggi in mezzo a noi, la Vergine ritorna a partorire il suo Figlio impossibile, ovunque ci siano semplicemente uomini veri. Ogni creatura riprende la sua avventura, quella di diventare vera, di diventare sillaba di Dio e farsi carne intrisa di cielo. Non sappiamo piรน vedere Dio perchรฉ non sappiamo piรน chinarci cosรฌ profondamente.
I padri del deserto dicevano:
โSe ti chini su te stesso, sul tuo intimo, su quella parte di te che non riveli a nessuno, nรฉ allโamico, nรฉ alla madre, nรฉ allo sposo, se ti chini sul tuo segreto piรน profondo, lร dove nascono i sogni e lโamore, lร vedrai emergere un volto che non รจ il tuo volto ma quello del Figlio della Bellissima, il volto del Dio amabile, un bambino che vivrร per il tuo amoreโ, il tuo vero volto!
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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