Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 31 Dicembre 2020

Commento a cura di:

Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.


Natale si può descrivere con l’adorazione dei Magi, con la povertà di una stalla oppure, come fa il Quarto Vangelo, dicendo che la tenerezza di Gesù è la spiegazione di Dio. Questa pagina densa e impegnativa ci è proposta oggi, nell’ultimo giorno del calendario civile. In un anno “normale” verrebbe molto più facile meditare sulla “grazia su grazia” ricevuta nei mesi precedenti.

Lo sforzo quest’anno è assai più impegnativo, ma pure io ne avrei innumerevoli: gli esercizi dai gesuiti, gli incontri a Roma, l’esperienza in una comunità parrocchiale a San Marino, le ricerche sui cambiamenti di questi tempi, l’estate soleggiata relativamente tranquilla, il viaggio in Calabria, le liturgie delle ore e i culti on-line, le due settimane a Camaldoli e San Miniato al Monte di Firenze, le nuove persone conosciute, infine le bozze del nuovo volume sul Gesù storico consegnate all’editore, e poi soprattutto la novità dell’insegnamento: pensavo che sarei finito a insegnare filosofia a maturandi e invece mi sono ritrovato con ragazzi e bimbi, comprese tre prime elementari…

Ne ho di grazie per le quali rendere grazie! I compagni gesuiti mi insegnano ad aprire ogni preghiera con questo mio grazie. Perché il Dio della tenerezza l’ho incontrato e lo incontro nei miei incontri, ripercorrendo la mia quotidianità di ogni giorno in cui si incarna per me. Scopro ciò che, anche a lungo andare, c’è qualcosa che lascia un buon gusto persistente nella mia vita.

E, se nel momento della scelta iniziale ero incerto, ora so che ciò indubbiamente veniva da Dio. Non la superstizione di un intervento diretto, bensì la tenerezza che ha innescato nel primo giorno e che da allora non si è fermata, ma anzi si è alimentata anche quest’anno con ogni gesto di gratuità, compassione, guarigione, umanità. Sapendo riconoscere quella grazia, accogliendola con gratitudine, “attira” altre grazie: mi risulta più facile apprezzare le altre piccole o grandi cose che mi sono state donate. Poco alla volta illumina la vita intera e le scelte si fanno più limpide.

E così posso anche io confermare che la luce non è stata vinta dalle tenebre. Neppure quest’anno. Siamo riusciti, con il nostro lumicino, a giungere sin qua. Che la nostra vita – che è la luce degli uomini – si alimenti sempre più di splendore, perché da Dio siamo stati generati. E chi è generato da Dio vede tutto, alla luce della tenerezza. Senza questa tenerezza nulla è stato fatto di ciò che esiste.

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